Vietato andare a messa, ma la Chiesa non ci sta: la libertà di culto deve essere assicurata

Il no alla messa col popolo, seppure con presenze contingentate (opzione che la Chiesa dà per scontata), è arrivato come uno schiaffo, domenica 26, in diretta tv. Giovedì, nel giornale della Cei, l’Avvenire, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese aveva manifestato ampia disponibilità a valutare una ripresa delle celebrazioni. Il dialogo tra Cei, ministero e Presidenza del Consiglio non si era mai spezzato, tanto che lo stop dell’altra sera ha fatto ancora più male. L’insofferenza monta tra i sacerdoti, anche in Friuli Venezia Giulia. «Ci viene impedita la libertà di culto, una garanzia costituzionale». Monsignor Giuseppe Pellegrini, vescovo di Concordia-Pordenone, si dice «stupito e addolorato» dal no del Governo al ripristino delle funzioni, eccetto i funerali a precise condizioni. «Condivido la posizione della Cei – premette –. Alcuni dicono che si poteva far sentire prima? Probabilmente cercava di tessere rapporti, ora abbastanza incrinati, e dialogare. Eravamo ottimisti, invece si è fatta una scelta che non ci trova d’accordo».(F mv)

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