Rifugio Pordenone, un libro ricostruisce la storia dal 1930 . Dalla capanna di tronchi alla struttura odierna

Più di quattro anni fa è iniziato un impegno che solo recentemente ha avuto conclusione. La Sezione del CAI di Pordenone ha pubblicato un libro dedicato alla storia del Rifugio Pordenone che l’anno scorso ha compiuto novant’anni di vita. Eretto nel Pian Meluzzo, ha costituito un solido punto d’appoggio per permettere agli alpinisti di salire le vette del Gruppo
montano Spalti di Toro e Monfalconi. L’inaugurazione è avvenuta domenica 25 maggio 1930.

Nel 1930 il Rifugio Pordenone era una capanna in tronchi e la sua caratteristica principale era l’essenzialità. Piccola, austera e spartana, era poco più che un bivacco. Nei primi Anni Sessanta del secolo scorso la Sezione aveva deciso che vista la notevole frequentazione era arrivato il momento di porre mano al manufatto. L’originale rifugio era stato ingrandito con la costruzione di un avancorpo in cemento e questi lavori avevano dato la giusta dignità all’originaria capanna diventata un punto di riferimento per escursionisti e alpinisti.
La pubblicazione è il frutto di un lungo e minuzioso lavoro di ricerca storica che ha interessato i documenti dell’Archivio Sezionale. Sono state visionate foto, progetti, scambi epistolari e documenti di ogni tipo. Sono stati sentiti testimoni diretti e molte persone che hanno vissuto o frequentato il rifugio in tempi anche lontani. Gli avvenimenti che hanno accompagnato la
vita del rifugio sono numerosi e tutti degni di menzione. Ne citiamo solo due. Durante la Seconda Guerra Mondiale alcuni soci avevano trascorso la clandestinità al rifugio e i loro racconti, lasciati nel Librone del rifugio, sono interessanti. Ricordiamo anche la spettacolare salita della parete nord del Campanile operata da Severino Casara; quella scalata ha suscitato
un vespaio di polemiche e tutt’oggi la verità non è totalmente chiarita. Le vicende dei gestori avvicendatisi al rifugio tramandano echi di passione e coinvolgimento. Il libro “Rifugio
Pordenone 90”, realizzato anche con il sostegno e l’incoraggiamento del Parco Naturale Dolomiti Friulane è un compendio di questo appassionato lavoro.

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