Bando per Lavori Socialmente Utili (LSU) 2017 UTI VALLI E DOLOMITI FRIULANE

Sono pubblicati i bandi per progetti di LAVORI SOCIALMENTE UTILI PER LAVORATORI BENEFICIARI DI TRATTAMENTI PREVIDENZIALI (ART.7 Decreto legislativo n. 468 del 01 dicembre 1997). I bandi riguardano i seguenti progetti .

– Supporto all’attività amministrativa presso i Comuni dell’UTI delle Valli e delle Dolomiti Friulane  – Supporto all’attività manutentiva presso i Comuni dell’UTI delle Valli e delle Dolomiti Friulane  – Supporto all’attività amministrativa presso il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane – Supporto all’attività di pulizia locali presso il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane – Supporto all’attività amministrativa presso l’UTI delle Valli e delle Dolomiti Friulane. I lavoratori interessati al progetto, con i requisiti richiesti, dovranno dare la loro adesione presso i Centri per L’Impiego della Provincia di Pordenone
Dal 04 AL 22 SETTEMBRE 2017 . TUTTE LE INFO  sul sito UTI VALLI E DOLOMITI FRIULANE

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Duemila in attesa per una casa popolare

Lunghe liste a Pordenone e nei comuni più popolati. In montagna, invece, ci sono gli alloggi ma mancano gli inquilini. La necessità di case popolari, di case a canone commisurato al reddito di chi le abita, non si è esaurita. I nuovi bandi Ater, pubblicati da qualche giorno e che interessano diversi Comuni, daranno una fotografia aggiornata del bisogno abitativo a metà dicembre. Ma già oggi i dati in possesso dell’agenzia territoriale portano a dire al direttore generale, Angioletto Tubaro, che sono «più di duemila le richieste di accedere a una casa popolare».Ater, grazie ai 4,5 milioni di euro assegnati dalla Regione lo scorso dicembre, a cui si aggiungono 800 mila euro di risorse proprie dell’ente, riuscirà a costruire nei prossimi anni 50 nuove abitazioni in provincia. Queste, assieme a quelle che ogni anni si liberano per il naturale turnover delle famiglie, potranno dare una risposta, comunque parziale, alle esigenze delle popolazione. Le prossime abitazioni in costruzione sono a Zoppola (cinque), a Caneva (cinque), a Casarsa (sei), a San Quirino (sette), a Cimolais (una). Sono stati anche pubblicati tre bandi comprensoriali: uno per i Comuni di Aviano e Budoia, uno per l’ambito montano (Andreis, Barcis, Cimolais, Claut ed Erto e Casso) e uno per i Comuni di Azzano e Fiume Veneto. Le persone interessate – le domande vanno presentate entro il 13 dicembre – possono rivolgersi agli uffici Ater o i Comuni interessati. I moduli si trovano anche sul sito dell’azienda

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Focolai di rogna sarcoptica, camosci sotto osservazione

Resta alta l’attenzione all’interno del Parco naturale delle Dolomiti friulane dopo che nel vicino Bellunese proseguono i rinvenimenti di camosci morti per rogna sarcoptica. Si tratta di un acaro che ciclicamente decima le colonie di ungulati alpini, ma che rende sempre più resistenti i capi che sopravvivono.L’ente che ha sede a Cimolais non ha registrato situazioni di contagio, ma dal 2010 monitora costantemente lo stato di salute dei propri esemplari. I quali ovviamente non conoscono confini e sono a diretto contatto con quelli del limitrofo Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, dove invece il quadro è ben più grave. Dalla primavera a oggi sono stati infatti 10 i camosci morti per la rogna, mentre nel 2016 erano stati 16.I primi focolai tra Agordo, Alpago e Feltre risalgono al 2007.

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Sicurezza, diminuiti incidenti e violazioni sulla strada della Valcellina

È la dimostrazione che i deterrenti servono, soprattutto ora che la gente è più attenta e il carico delle multe risulta notevolmente diminuito». Il sindaco di Erto e Casso, Fernando Carrara, commenta il giro di vite che da qualche anno viene effettuato in Val Vajont e lungo tutte le strade di montagna del vicino Bellunese. Polizia stradale, carabinieri e vigili urbani stanno pattugliando in forze l’ex statale 251 della Valcellina-Val di Zoldo nell’ottica di una campagna di prevenzione degli incidenti. Due autovelox fissi hanno ridotto ulteriormente il numero di violazioni. Ci sono poi i posti mobili di controllo della velocità, ma anche della copertura assicurativa e delle revisioni dei veicoli. Risultato: da mesi, la 251 si sta rivelando una strada sicura, priva degli incidenti che per anni hanno riempito le pagine di cronaca nera.

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La Cucinotta a malga Mela: «Un paesaggio mozzafiato»

Anche ai vip piacciono le valli e le montagne friulane: apprezzamenti da Maria Grazia Cucinotta in particolare per la zona di Erto e Casso, in Valcellina. L’attrice sta girando “L’arca di legno” e ha affidato a un post su Facebook le sue considerazioni sull’ambiente in cui è immersa da giorni. «Ancora sulle montagne a girare “L’arca di legno”:  a casera Mela, un posto che ti lascia senza fiato, dove la natura è talmente forte che ti senti piccola piccola», ha scritto sui social. Quindi, una serie di foto all’interno e all’esterno della malga e pure coi gestori. “L’arca di legno” è una nuova serie tv in 12 puntate che vede protagonisti, tra gli altri, anche lo scultore, alpinista e scrittore ertano Mauro Corona.

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Briglia del lago ostruita dalla ghiaia Sos di Riccardi

Continua a far discutere, la segnalazione dell’ex sindaco e guida naturalistica Italo Filippin: la briglia che dovrebbe scaricare l’acqua del lago di Erto e Casso nel torrente Cimoliana è inghiaiata fin quasi all’orlo. Così che il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Riccardo Riccardi, ha chiesto un interessamento urgente della governatrice Debora Serracchiani per risolvere un problema che pare decisamente complicato. Da anni, infatti, i fondali del bacino del Vajont si stanno intasando di pietrame. Nessuno però rimuove il materiale, complici anche gli alti costi dell’operazione a fronte di un mercato edilizio con prezzi in caduta libera. A questo punto, entra in gioco la sicurezza idraulica del sito, in quanto la galleria di by pass del Cimoliana serve a far defluire il cosiddetto “troppo pieno”: praticamente, un tappo da cui esce l’acqua in eccesso.

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Briglia sul torrente Cimoliana ostruita dalla ghiaia Sos di Riccardi

Continua a far discutere, la segnalazione dell’ex sindaco e guida naturalistica Italo Filippin: la briglia che dovrebbe scaricare l’acqua del lago di Erto e Casso nel torrente Cimoliana è inghiaiata fin quasi all’orlo. Così che il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Riccardo Riccardi, ha chiesto un interessamento urgente della governatrice Debora Serracchiani per risolvere un problema che pare decisamente complicato. Da anni, infatti, i fondali del bacino del Vajont si stanno intasando di pietrame. Nessuno però rimuove il materiale, complici anche gli alti costi dell’operazione a fronte di un mercato edilizio con prezzi in caduta libera. A questo punto, entra in gioco la sicurezza idraulica del sito, in quanto la galleria di by pass del Cimoliana serve a far defluire il cosiddetto “troppo pieno”: praticamente, un tappo da cui esce l’acqua in eccesso.

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Mancano vigili, traffico ferragostano in tilt

Ferragosto con boom di turisti in Valcellina. E puntuali fioccano le polemiche sulla carenza di vigili che caratterizza ormai da mesi l’Uti del Maniaghese. Il giorno dell’Assunzione si è scatenato l’inferno, tra Barcis ed Erto e Casso, dove centinaia di veicoli hanno preso di mira parcheggi, cigli stradali, cortili privati e prati. Ci sono state situazioni di tensione a causa di intasamenti e mezzi bloccati da altre auto in sosta. Una pattuglia con due agenti dell’Unione ha cercato di fare l’impossibile, ma ovviamente si è trattato di un palliativo al caos. Tanto che ad un certo punto, complice anche il “tappo” di persone creatosi a Montereale per l’iniziativa Da curtì a curtì, si è formata una lunghissima fila da Claut alla pianura di Maniago.

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Comuni alleati per la “Bandiera arancione”

Bandiera arancione per promuovere in modo corale l’intero territorio composto dai 20 Comuni dell’Uti delle Valli e Dolomiti friulane. L’ufficio di presidenza dell’UTI e gli amministratori hanno aderito, con un atto di indirizzo, al progetto di richiesta della Bandiera arancione, il marchio di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring club italiano ai piccoli comuni. E sta proprio qui la rivoluzione avviata dall’Uti: quella di non limitare ai singoli enti locali la possibilità di fregiarsi di questo riconoscimento turistico, ma di estenderlo a un intero territorio

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Issata in spalla e “salvata” dal gestore del rifugio Pordenone

Di necessità virtù, come dice il proverbio: ed è stato così che il gestore del rifugio Pordenone, in accordo col Soccorso alpino della Valcellina, ha raggiunto per primo e si è caricato in spalla un’escursionista con una caviglia fratturata. Dopo di che, issatala a bordo del proprio fuoristrada, l’ha portata nel parcheggio del rifugio, dove è stata presa in carico dai sanitari del 118, giunti in ambulanza da Cimolais. Al Soccorso alpino della Valcellina, la richiesta d’aiuto è arrivata verso le 19 di martedì direttamente dai gestori del rifugio Pordenone, raggiunti da uno dei compagni di gita della donna, S.D.B., 65 anni, di Udine, caduta durante la discesa dalla val Menon nei pressi di casera dei Pecoli, in val Cimoliana.

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Giovanni Battista e Angela Protti emigranti in Canada – quinta parte della loro storia

Quinta parte:  I fratelli Protti e le loro moglie in visita a Cimolais

 Nel settembre del 2015, accompagnati da Laura, siamo partiti tutti per Cimolais. La nostra prima impressione e stata di un bellissimo paese alpino, piuttosto isolato, situato in un ambiente incontaminato.  Il paese era ordinato e pulito.  Le case erano bellissime e ben mantenute.  Con le montagne attorno, assomigliava un poco a Pocahontas, il paese fra le Rocky Mountains in Canada dove si a stabilito il nostro nonno.  L’accoglienza calorosa da parte dei cittadini di Cimolais ci ha commosso molto. Denis e Pat sono arrivati il 17 settembre e, con l’aiuto di Paola Fabris e Tiziana, hanno consultato gli archivi della chiesa.  Insieme, sono stati in grado di espandere sul lavoro di nostro padre che finiva con un matrimonio nel 1815.  Hanno trovato il nostro bis-bis-nonno, Giovanni Tiziano Protti, nato 11 luglio 1789, il figlio di Pietro Protti e Donata Tonegutti.

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Pordenone lancia la holding dell’acqua

Via libera al progetto della holding dell’acqua, una società che nasce per garantire a Hydrogea e alle società che lo vorranno – non mancano interessi anche nel Veneto – la gestione amministrativa, la pianificazione, fino allo studio di un sistema territoriale di tariffe e a servizi che producono valore aggiunto. Ieri il consiglio dei rappresentanti dei Comuni soci (il Crc) ha dato il via libera all’operazione autorizzando il management di Hydrogea a redigere, anche con il supporto esterno se necessario, uno studio di fattibilità che dovrà indicare tempi e costi dell’operazione. L’obiettivo è duplice: efficientare i servizi e quindi produrre risparmi e radicare il servizio pubblico per eccellenza nel territorio, mettendolo al riparo dallo “shopping” dei grandi gruppi. Tempo dello studio: tra i sei e gli otto mesi.Se il sindaco del capoluogo, Alessandro Ciriani, ha incoraggiato da subito questo disegno, ieri anche i colleghi che siedono nel Crc (consiglio dei rappresentanti dei Comuni) hanno condiviso il percorso illustrato dal direttore generale della società Giovanni Blarasin.

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