Lunghe liste a Pordenone e nei comuni più popolati. In montagna, invece, ci sono gli alloggi ma mancano gli inquilini. La necessità di case popolari, di case a canone commisurato al reddito di chi le abita, non si è esaurita. I nuovi bandi Ater, pubblicati da qualche giorno e che interessano diversi Comuni, daranno una fotografia aggiornata del bisogno abitativo a metà dicembre. Ma già oggi i dati in possesso dell’agenzia territoriale portano a dire al direttore generale, Angioletto Tubaro, che sono «più di duemila le richieste di accedere a una casa popolare».Ater, grazie ai 4,5 milioni di euro assegnati dalla Regione lo scorso dicembre, a cui si aggiungono 800 mila euro di risorse proprie dell’ente, riuscirà a costruire nei prossimi anni 50 nuove abitazioni in provincia. Queste, assieme a quelle che ogni anni si liberano per il naturale turnover delle famiglie, potranno dare una risposta, comunque parziale, alle esigenze delle popolazione. Le prossime abitazioni in costruzione sono a Zoppola (cinque), a Caneva (cinque), a Casarsa (sei), a San Quirino (sette), a Cimolais (una). Sono stati anche pubblicati tre bandi comprensoriali: uno per i Comuni di Aviano e Budoia, uno per l’ambito montano (Andreis, Barcis, Cimolais, Claut ed Erto e Casso) e uno per i Comuni di Azzano e Fiume Veneto. Le persone interessate – le domande vanno presentate entro il 13 dicembre – possono rivolgersi agli uffici Ater o i Comuni interessati. I moduli si trovano anche sul sito dell’azienda
Normalmente una persona può fare domanda o nel Comune in cui risiede o in quello in cui lavora. Solo i titolari della legge 104 possono presentare richiesta fino a cinque Comuni. Attualmente il Comune che ha la lista d’attesa più lunga è ovviamente Pordenone. Rispetto alla graduatoria iniziale, considerati anche gli sfratti, sono circa 600 le famiglie che attendono ancora una casa in città. «I numeri sono più alti dove c’è intensità abitativa, per cui l’hinterland pordenonese è sicuramente quello in cui si registra il maggior fabbisogno. Abbiamo però 150 domande anche a Maniago, altrettante a Spilimbergo e a Casarsa, un centinaio a San Vito» esemplifica Tubaro. In montagna, invece, si assiste a un rovesciamento della situazione: ci sono le case, mancano le richieste. «A Casiacco, frazione di Vito d’Asio, abbiamo abitazioni che facciamo fatica ad assegnare – prosegue Tubaro – e così in altre realtà della montagna. Questa è anche la ragione per cui in quest’area praticamente non si costruisce più». Anche la disponibilità di case popolari non è un incentivo per ripopolare la montagna, perché comunque le persone hanno bisogno di lavorare e quasi sempre il lavoro è lontano dai potenziali Comuni di residenza.I Comuni interessati dai nuovi bandi sono Caneva, Fontanafredda, Porcia, San Giorgio della Richinvelda, Sesto al Regena e Zoppola. (fonte Messaggero Veneto)