Giovanni Battista e Angela Protti emigranti in Canada – quinta parte della loro storia

Quinta parte:  I fratelli Protti e le loro moglie in visita a Cimolais

 Nel settembre del 2015, accompagnati da Laura, siamo partiti tutti per Cimolais. La nostra prima impressione e stata di un bellissimo paese alpino, piuttosto isolato, situato in un ambiente incontaminato.  Il paese era ordinato e pulito.  Le case erano bellissime e ben mantenute.  Con le montagne attorno, assomigliava un poco a Pocahontas, il paese fra le Rocky Mountains in Canada dove si a stabilito il nostro nonno.  L’accoglienza calorosa da parte dei cittadini di Cimolais ci ha commosso molto. Denis e Pat sono arrivati il 17 settembre e, con l’aiuto di Paola Fabris e Tiziana, hanno consultato gli archivi della chiesa.  Insieme, sono stati in grado di espandere sul lavoro di nostro padre che finiva con un matrimonio nel 1815.  Hanno trovato il nostro bis-bis-nonno, Giovanni Tiziano Protti, nato 11 luglio 1789, il figlio di Pietro Protti e Donata Tonegutti.

Ray, sua moglie Sheila, e la nostra amica Laura son arrivati a Cimolais il 19 settembre. Passeggiando per il paese quel giorno, abbiamo visto i manifesti con fotografia dei nostri nonni, annunciando la nostra visita alla ricerca della storia di famiglia ed il nostro interesse conoscere la gente di Cimolais.

l primo evento era la messa del Sabato sera. Abbiamo traversato il paese al suono delle campane della chiesa. Don Umberto, il parroco, ha parlato dei nostri nonni. Ci sembrava giusto che la loro storia e la loro morte facevano parte della messa nella stessa chiesa nella quale erano stati celebrati i loro battesimi, prime comunione e matrimonio. La bellezza della chiesa ci ha impressionato.  Siamo rimasti sorpresi dal gran numero di persone, soprattutto i giovani, presenti. Come ci siamo seduti nei banchi, eravamo consapevoli che generazioni di Protti avevano pregato lì e che era l’unico posto al mondo dove i nostri piedi toccherebbero gli stessi luoghi dei nostri antenati.

Dopo la messa, siamo andati alla sala municipale al Palazzo Nicoli per un raduno di alcuni residenti di Cimolais. Uscendo dall’ascensore, siamo rimasti sorpresi dal numero di persone e l’applauso molto caloroso che abbiamo ricevuto. Una gran parte del paese è venuto ad incontrarci. In italiano, Tiziana ha spiegato il motivo della nostra visita. L’accoglienza della gente ci ha commosso – sembravano felici ch’eravamo li e contenti di parlare con noi.

La domenica mattina abbiamo fatto un giro per il paese.  Mentre si camminava, molte persone si sono avvicinate e ci hanno invitato nelle loro case. Volevano condividere ciò che sapevano dei nostri nonni.

Abbiamo visitato la casa dei nonni. Era grande ed aveva centinaia di anni.  Le sue pareti esterne portavano numeri dipinti che rappresentavano l’anno che i maschi della famiglia sono stati chiamati a fare il servizio militare. Abbiamo pensato che, anni indietro, tutte le case avevano simili numeri, ma ormai sono state dipinte. La casa dei nonni si trovava vuota adesso con i numeri visibili —1917.

Passeggiando per il paese, abbiamo visto la bandiera italiane dipinta su alcune case, segno che il paese si trovava su un fronte di guerra – tre volte in meno di 75 anni. I residenti hanno dimostrato la loro fedeltà ad un paese che ha lottato duramente in due guerre mondiali per un pezzo di terra che era stato perso ad una paese straniero nel metà-1800.

Abbiamo anche visitato il cimitero di Cimolais — un luogo sereno, immerso in un prato tranquillo ai piedi delle imponenti Dolomiti. Siamo rimasti colpiti dal gran numero di tombe di Protti, senza dubbio i nostri cugini, zie e zii, ed anche i bisnonni. Ci chiedevamo se siamo se il nostro nonno era nell’ossario.

Mentre si tornava in paese, le maestose montagne che circondano Cimolais sembravano quasi cadere sul paese. Abbiamo trovato Don Umberto davanti dalla chiesa dove aveva celebrato la messa di domenica.  Dopo averlo ringraziato per le parole gentile in memoria dei nostri nonni, abbiamo detto che eravamo sorpresi che non esisteva nessun prova della morte del nostro nonno negli archivi della chiesa. Era possibile che la chiesa non avesse nessuna traccia della sua morte?

Quel pomeriggio, Luigia e Luigi Protti, Tiziana con il marito Renzo Luciano, e la sorella Nelly hanno organizzato un pranzo nel loro cortile, il cortile di Pierut.  Hanno organizzato una piccola ‘Montagna di Gusti’, simile alla festa annuale di Cimolais.  Circondati da costumi d’epoca, abiti indossati ai tempi dei nostri antenati, con i nostri cugini ed amici nuovi, abbiamo mangiato un buonissimo pranzo. Abbiamo tagliato la polenta con il filo al usanza friulana, come avrebbe fatto il nostro nonno alla propria tavola.

Tiziana ed altri invitati hanno cantato ‘Stelutis Alpinis’ ed altre canzoni. Avevamo le lacrime agli occhi sentire i bellissimi canti popolari del Friuli.

Tra i costumi antichi nel cortile, abbiamo visto una fotografia del nostro padre, Luigi, con Tiziana, presa al tempo della sua visita nel 1980.  Era un momento emozionante per noi.  Ray aveva le lacrime agli occhi mentre la guardava.  Sarebbe stato contento di sapere che anche noi figli siamo venuti a Cimolais per conoscere meglio i suoi genitori, i nostri nonni, ed il nostro retaggio culturale.

Il lunedì mattina, Tiziana, eccitata, ci ha trovato per strada.  Ci ha raccontato che Don Umberto, dopo l’incontro del giorno precedente, aveva chiesto a Paola Fabris di consultare ancora una volta gli archivi della chiesa. Paola ha trovato una nota sulla data di morte del nostro nonno – l’8 gennaio 1918 alle ore 10, in Via Loreto, a Belluno, il sito del vecchio ospedale. È stato sepolto in un cimitero a Belluno. La morte e stata notata nei registri parrocchiali appena un anno dopo la sua morte, rendendo la ricerca più difficile. Avevamo le risposte a due nostre domande — quando e dove morto.

L’ultima passeggiata era verso la casa estiva della nonna Maria Protti dove abbiamo visto il fiume incontaminato e la bellezza del paesaggio attorno a Cimolais. Abbiamo incontrato le mucche al ritorno dal pascolo. Il suono delle loro campane ed i tuoni dei loro zoccoli sarebbero stati famigliare per i nostri nonni, come per generazioni di friulani.

Ray, Sheila, e Laura son partiti da Cimolais il 21 settembre.  Hanno incontrato Rita Bressa a Barcis ed hanno promesso di inviarli un breve resoconto della loro visita a Cimolais.  Il giorno dopo, Denis e Pat hanno assistito ad una cena d’addio, con otto membri della “famiglia” al L’Albergo Margherita, incluso Maurizio Protti e sua moglie Antonia. Era lo stesso albergo dove avevano dormito i nostri genitori ed altri membri della nostra famiglia mentre in visita a Cimolais.

Siamo partiti tutti con lacrime agli occhi,  grati in particolare a Luigia e Luigi Protti e la loro figlia Tiziana – e felici che avevamo incontrato tante care persone, che avevamo fatto alcuni legami familiari, e che avevamo imparato un po del passato dei nostri nonni e la loro cultura.

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