COME VIVERE AL MEGLIO I NOSTRI BOSCHI 27 itinerari da scoprire

Il patrimonio boschivo del Friuli Venezia Giulia da oggi è fruibile in 27 itinerari scelti dal Corpo Forestale Regionale per i visitatori e i turisti che potranno farsi accompagnare da una guida cartacea o più comodamente da una app digitale georeferenziata. È questa la finalità di Camminaboschi.Fvg.2, un’iniziativa editoriale, su carta e su web, realizzata nell’ambito delle celebrazioni per il 50° anniversario di fondazione del Corpo Forestale Regionale e coordinata dal Centro Didattico Naturalistico di Basovizza in collaborazione con tutte le 27 stazioni forestali del Friuli Venezia Giulia. “È un lavoro appassionante e coinvolgente che i nostri forestali hanno svolto davvero con il cuore in occasione di questo anniversario importantissimo” è la definizione che la Regione ha dato di quest’opera. I contenuti dei due volumi della guida cartacea Camminaboschi, sono disponibili anche in formato digitale attraverso l’indirizzo web camminaboschi.regione.fvg.it., una piattaforma realizzata da Insiel. Da qui si possono visualizzare i 27 itinerari in diverse modalità di rappresentazione della mappa (stradale, aerea, OpenStreetMap, OpenTopMap). La webapp, accessibile da tutti i tipi di dispositivo fisso o mobile, fornisce la descrizione di ciascun itinerario e dei punti di interesse attraverso schede con foto e servizi multimediali, l’altimetria del luogo e – grazie al servizio di indicazione stradale – segnala il punto di partenza e di arrivo del percorso scelto. Lo strumento è pensato per i cittadini del territorio e per i turisti interessati a temi ambientali. Le guide cartacee sono in distribuzione gratuita nelle Stazioni Forestali Regionali e negli Uffici per le Relazioni con il Pubblico (Urp) della Regione. (f. L’aquila)

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MALTEMPO, SISTEMATI TUTTI I SENTIERI PRINCIPALI. L’Ente Parco in prima fila per la bonifica del territorio

A seguito dell’evento meteorologico estremo verificatosi a fine ottobre 2018, la percorribilità dei sentieri e delle strade di penetrazione del Parco risultava compromessa. Gli accessi alle valli principali erano interrotti da importanti erosioni, grandi accumuli detritici e ammassi di alberi rovesciati al suolo a causa delle forti precipitazioni e raffiche di vento della cosiddetta “Tempesta Vaia”. Lo scenario, a dir poco sconvolgente, ha interessato le montagne del triveneto (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige) e di parte della Lombardia, ed ha messo a dura prova le istituzioni nella prima fase dell’emergenza, volta soprattutto a ripristinare condizioni di sicurezza accettabili per i cittadini e per le attività direttamente coinvolti dalla tempesta. Fortunatamente, visto l’approssimarsi dell’inverno e dei relativi fenomeni che si verificano stagionalmente, le attività economiche e di gestione del territorio all’interno del Parco, che non è permanentemente abitato, erano già sospese. Pertanto i rischi per l’incolumità delle persone e per le attività sono stati praticamente nulli, anche grazie agli allertamenti disposti dalla Protezione Civile Regionale. Di fatto però si è verificata un’improvvisa interruzione degli accessi, con impossibilità di raggiungere fisicamente estese porzioni di territorio con relative infrastrutture e strutture. L’Ente Parco, per quanto di competenza, ha avviato pertanto i primi interventi di ripristino della sentieristica principale, concentrandosi sugli itinerari più prossimi ai centri abitati e abitualmente fruiti anche durante l’inverno e la primavera, quali ad esempio i percorsi collegati alle attività presso la Diga del Vajont (Comune di Erto e Casso), l’accesso alla Casera Lodina (Comune di Cimolais), la “Strada da lis fornas” (Comune di Tramonti di Sopra), il Col dei Piais (Comune di Claut), il sentiero “Truoi dal Von” (Comune di Forni di Sopra), il sentiero dei Landris (Comune di Frisanco) e quello del Dint (Riserva Forra del Cellina, Comuni di Barcis e Andreis). (f L’Aquila)

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Al via lo sghiaiamento del torrente Varma

Dopo anni di polemiche per le continue esondazioni del torrente Varma sull’ex statale 251, a Barcis si è brindato al primo concreto passo avanti del progetto di sghiaiamento: venerdì mattina, il sindaco Claudio Traina e la polizia locale dell’Uti di Maniago hanno infatti firmato l’ordinanza di chiusura parziale al traffico della strada del lungolago. L’impresa Ici di Ronchi dei Legionari ha chiesto di poter disporre liberamente della carreggiata che corre sulla riva destra del bacino: da mercoledì 5 febbraio al 30 giugno la strada sarà quindi occupata dal cantiere per la costruzione delle spallette del nuovo ponte. Una volta completato, il manufatto permetterà di bypassare la diga, la cui struttura non avrebbe retto al peso di migliaia di camion di inerti. La destralago sarà transitabile, salvo ulteriori divieti, soltanto nelle ore notturne, mentre dalle 8 alle 17 non potrà essere impiegata per alcun motivo, neppure dai frontisti. Per consentire l’inizio dei lavori da parte della società goriziana, in queste ore sono state smassate decine di migliaia di metri cubi di inerti. Le zone interessate si spingono sino alla confluenza tra il Cellina e il Varma. Il materiale è stato accumulato in altri angoli del greto o portato più a monte, nei depositi di Claut e Cimolais. L’assessore regionale Fabio Scoccimarro ha ipotizzato un riutilizzo in loco di almeno 60 mila metri cubi di pietrame. (f Mv)

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Numeri e stanze dedicate: ecco come la Regione Fvg affronterà il coronavirus

In Friuli Venezia Giulia non è stato accertato, almeno fino a questo momento, nemmeno un caso di coronavirus – nonostante la dozzina di sospetti segnalati dallo scoppio dell’emergenza –, la situazione è ampiamente sotto controllo, ma la Regione (così come lo Stato) ha messo in campo ogni strumento a sua disposizione per evitare qualsiasi rischio per la collettività. In campo ci sono medicina e tecnologia – come ha spiegato il vicepresidente Riccardo Riccardi che, sabato 1 febbraio, ha visitato la clinica di malattie infettive dell’ospedale di Udine guidata da Carlo Tascini assieme ai vertici dell’assessorato a partire dalla direttrice centrale Gianna Zamaro – che lavorano all’unisono e di rimbalzo sull’asse Trieste-Roma.

NUMERO DEDICATO

Il ministero della Salute, nei giorni scorsi, ha attivato il numero verde gratuito 1500, in funzione sulle 24 ore, per tutti coloro che necessitano di informazioni sul coronavirus. Nel territorio del Friuli Venezia Giulia, le telefonate vengono dirottate al numero unico dell’emergenza 112 che gira, in orario diurno, la chiamata all’infettivologo di turno a Udine, Pordenone e Trieste a seconda dell’area geografica di riferimento. Vale la pena di ricordare come il virus, molto simile all’influenza, abbia un periodo di incubazione di 14 giorni, che scendono a 12 e mezzo nel 97% dei casi. Ed è questo criterio epidemiologico, cioè legato a un tempo massimo di due settimane dal rientro dalla Cina, che viene applicato per lo screening e le verifiche. Tutti i casi analizzati fino a questo momento hanno evidenziato diagnosi alternative al coronavirus. (fmv)

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FONDI AI GIOVANI CHE GUARDANO ALLA MONTAGNA

Una norma semplice e snella, che attribuisce 800 mila euro ai giovai di età compresa tra i 18 e 41 anni intenzionati a scommettere sull’attività agricola in montagna, gettando così le basi per il rilancio delle aree svantaggiate del nostro territorio”. Così l’assessore alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier ha definito la proposta della Giunta inserita nella legge di Stabilità 2020 con la quale la Regione metterà a disposizione dei giovani residenti in Friuli Venezia Giulia risorse per incentivare l’attività di produzione e trasformazione agricola e forestale nelle zone montane. I dettagli della norma sono stati illustrati   a Maniago nella sala del Nip.   Le domande a sportello potranno riguardare l’attività svolta tra il 2018 e il 2020 oppure nuova iniziative ancora da intraprendere. I contributi concessi vanno da un minimo di 20 mila euro per la produzione agricola o allevamento ai 200 mila euro per l’attività di trasformazione (anche del legno e dei prodotti non agricoli) e commercializzazione. Le spese ammissibili sono quelle per l’acquisto di terreni, animali, beni immobili e loro miglioramento, messa a dimora di piante, spese per la promozione dei prodotti o per la gestione e pianificazione forestale. Le richieste dovranno essere inoltrate via posta certificata (Pec) a partire da febbraio. I contributi verranno concessi a sportello entro 60 giorni dall’avvio del procedimento. Uno degli obblighi posti dalla Regione è quello che i beneficiari svolgano per almeno 5 anni l’attività per la quale hanno richiesto il sostegno.

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Azienda nel mirino dei ladri: spariti attrezzi per 30 mila euro

Furto da 30 mila euro, a Cimolais, ai danni della ditta Fabris Ambrogio, specializzata in lavori stradali e movimento terra. Dell’intrusione si è accorto il titolare, quando giovedì mattina è entrato nel capannone, nella zona industriale alle porte del paese. Stando a quanto ricostruito, i ladri sono entrati in azione all’alba di giovedì, presumibilmente verso le 5, quand’era ancora buio. Scassinata una porta laterale del capannone, hanno fatto incetta di utensili e attrezzature, tra cui trapani, flex, compressori e altro ancora. Secondo le tracce in mano agli inquirenti, i ladri avrebbero quindi caricato la refurtiva su un furgone Ducato Maxi. Prima di dileguarsi, hanno provveduto a fare il pieno di gasolio, attingendolo dai serbatoi di alcuni dei veicoli della ditta parcheggiati sul piazzale. A un primo calcolo, il bottino ammonterebbe a non meno di 30 mila euro. L’accaduto è stato denunciato dall’impresario ai carabinieri della locale stazione, che hanno appunto già raccolto elementi utili alle indagini.(f mv)

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Presidente del Parco delle Dolomiti Friulane, Grava Gianandrea : L’UNIONE HA FATTO LA DIFFERENZA, PARCO E COMUNI INSIEME PER RIPARTIRE DI SLANCIO.

Un anno dopo Vaia le cose sono radicalmente cambiate e grazie al notevole sforzo del personale dell’Ente c’è stata una svolta nelle procedure per l’attribuzione degli appalti per poter chiudere questa brutta pagina per la montagna friulana. Ho ricevuto in questi mesi gratificanti attestati di stima da parte degli amministratori dei Comuni interessati dalla devastazione della tempesta, i quali mi hanno riferito che senza il supporto del Parco probabilmente, a causa del loro personale ridotto all’osso, non sarebbero nemmeno riusciti a concludere gli iter. Siccome non ho avuto alcun merito in questa vicenda, approfitto di queste righe per ringraziare il personale dell’Ente che ha lavorato in maniera incessante, e sottoposto a notevole pressione, per far fronte alle impellenti e improrogabili scadenze riuscendo a soddisfare le richieste di tutti i Comuni. Staff magistralmente coordinato dal Direttore Graziano Danelin. Sempre a proposito di Vaia, tra le mille attestazioni di solidarietà che sono giunte in questi dodici mesi – e a cui, indistintamente, va il nostro grazie più sincero -, mi piace ricordare l’affettuoso sostegno dell’associazione NIMDVM di Trieste, che ha generosamente contribuito con una raccolta di fondi che poi ci ha recapitato nel corso di un incontro in cui ci ha trasmesso tutto il calore dei propri soci.

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Anche la sistemazione del torrente Cimoliana nel piano di sghiaiamento proposto dall’Assessore Scoccimarro

Nella seconda fase del piano per lo sghiaiamento ci sarà la sistemazione del greto del Cimoliana e il riutilizzo a Pinedo di 60 mila metri cubi di sassi cavati a Barcis. La parte più consistente del piano permetterà di permetterà di prelevare ogni anno 250 mila metri cubi di pietrame dove il Cellina entra nel lago. A questi si aggiungono gli 8 milioni di cubi già presenti nel bacino idroelettrico, per i quali sono in agenda i lavori di costruzione di un nuovo ponte di bypass della diga e il rafforzamento del terrapieno stradale». A Scoccimarro preme un aspetto degli ormai imminenti cantieri di Barcis e Cimolais: la condivisione degli stessi con i Comuni della valle e con il consorzio di bonifica Meduna Cellina. Già in queste ore in paese ci si sta attrezzando allo sbarco di camion e ruspe. La segnaletica lungo l’ex statale 251 è già stata adeguata. Secondo le informazioni ricevute dal sindaco Claudio Traina, le maestranze potrebbero mettersi all’opera entro fine mese. I tecnici attendono però un graduale abbassamento del livello della corrente del fiume per dare il via libera agli escavatori, soprattutto all’altezza della confluenza tra Cellina, Pentina e Varma.  (fMV)

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Rapporto salute, ecco dove si vive più a lungo e dove invece è più elevato il rischio di malattie

Dalla mappa dei distretti una sorta di carta d’identità del territorio Pordenonese. A ovest si muore più tardi, a est più patologie cardiovascolari. Nel distretto Nord c’è la percentuale più alta di morti evitabili legate a fumo e alcol e di patologie croniche, che sono invece minori nel distretto Ovest. Al Distretto Sud la prevenzione, con screening e vaccinazioni, funziona oltre la media mentre al distretto Centro c’è la percentuale più alta di ultrasessantacinquenni. Sono dati che emergono dal “Profilo di Salute dell’Aas 5” relativo al 2018. Il Distretto Nord (Erto, Cimolais, Claut, Barcis, Montereale Valcellina, Andreis, Frisanco, Tramonti di Sopra, Maniago, Vajont, Tramonti di Sotto Meduno, Cavasso Nuovo, Fanna, Arba, Vivaro, Vito d’Asio, Clauzetto, Castelnovo, Travesio, Pinzano, Sequals, Spilimbergo e San Giorgio della Richinvelda) registra un calo demografico a partire dal 2014. La mortalità sembra essersi stabilizzata negli ultimi anni, ma rispetto al valore complessivo aziendale del 2018 l’area a nord presenta un tasso di mortalità più elevato per le donne (anche se non significativamente) e in linea per gli uomini. Altro dato rilevante è che i tassi di mortalità evitabile con la prevenzione, alcol e fumo, risultano tutti significativamente più elevati rispetto agli altri distretti. Così è anche per le patologie croniche più elevate rispetto ad altre zone. A nord c’è un ricorso maggiore alle prestazioni ambulatoriali, un accesso maggiore alle cure palliative domiciliari, un ricorso maggiore ai servizi per le dipendenze da alcol e più basso per droga. (f MV)

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PLAYPARCO, UNA GRANDE FESTA PER LA RIPARTENZA

A un anno esatto dal passaggio della tempesta, la Valcellina porta ancora i segni della devastazione. Il Parco delle Dolomiti Friulane, duramente colpito, ha scelto di festeggiare i 10 anni della sua iniziativa “PlayParco” e altrettanti dalla tutela Unesco proprio in questo anniversario e proprio da Barcis: segnale di speranza e di rinascita, sostenuto da centinaia di persone che hanno partecipato alla giornata e che hanno contribuito con donazioni al ripristino dei sentieri. Ma a un anno dal disastro, che cosa è stato fatto e quali sono le ferite ancora aperte? “Tutti i lavori sono stati appaltati e molti sono anche conclusi. Molti lavori della Protezione Civile sono attualmente in corso – spiega Graziano Danelin, il Direttore del Parco delle Dolomiti Friulane -. Penso che con il prossimo anno la situazione sarà già in buone condizioni. I punti più critici sono la Val Settimana e Val Cimoliana. Per la prima i lavori sono stati appaltati e inizieranno a breve, e avremo tutto il prossimo anno dedicato al recupero della zona, che è una delle più caratteristiche. Anche la Val Cimoliana ha avuto grossi danni, alcuni lavori sono stati appaltati e continueranno anche il prossimo anno. Comunque la vallata è accessibile già da quest’anno per l’intervento del Comune di Cimolais (f. MV)

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La Regione ora detta i tempi dei cantieri per lo sghiaiamento del torrente Varma

Una delibera che contiene il cronoprogramma dei lavori da eseguire con urgenza per risolvere il problema dell’inghiaiamento del lago di Barcis: la giunta regionale ha appena approvato un documento che ripercorre le prossime tre fasi del maxi intervento di bonifica del Cellina. A proporre il testo è l’assessore all’ambiente Fabio Scoccimarro, che ricorda come «si tratti del risultato di due anni di analisi e studi da parte di un comitato interforze costituito con i Comuni della valle. Le nostre saranno scelte risolutive di medio-lungo termine a salvaguardia di ambiente, viabilità, economia della zona – ha spiegato Scoccimarro –. Non si tratterà di interventi tampone, ma di tre gradi di un progetto più ampio e accettato da tutte le parti in causa. Il primo passo sarà quello che in una decina di mesi consentirà l’asportazione di 160 mila metri cubi di inerti dal Cellina. L’iter è già avviato». (f:MV)

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Elezioni comunali in Valcellina: caccia ai candidati

Sarà una primavera politicamente frizzante, in Valcellina: alla prossima tornata elettorale saranno chiamati alle urne gli abitanti di tre dei cinque Comuni della valle. Si vota infatti per il rinnovo dei consigli municipali di Andreis, Barcis e Claut. A Erto e Casso se ne riparla nel 2021, mentre l’anno successivo sarà il turno di Cimolais. Andreis sarebbe dovuto tornare a elezioni nel 2023, ma un anno fa la mancata presentazione di candidature ha imposto la nomina di un commissario. Così che dal 27 maggio 2019 alla guida della comunità c’è Loris Toneguzzi, un funzionario il cui compito scadrà tra qualche mese. Il sindaco uscente Romero Alzetta decise infatti di non ricandidarsi e nessuno si fece avanti per sostituirlo. Al momento, in paese non si registrano voci su potenziali candidati. Di certo c’è il “no” categorico di Alzetta, che già nel 2019 declinò ogni invito a riprovarci. Le cose sono diverse a Barcis, dove Claudio Traina non nasconde l’intenzione di tentare il bis. «Tutto dipenderà dalle scelte che il mio gruppo farà tra qualche settimana, non avendo ancora discusso insieme della questione», ha puntualizzato Traina, guida del paese dal 31 maggio 2015. Il suo pensiero va ai tanti progetti avviati da allora e che dovrebbero vedere la luce proprio nel corso del prossimo quinquennio. Anche a Claut, l’attuale amministrazione è in carica dal 2015. Qui il discorso è più complesso e per ora l’uscente Franco Bosio non ha sciolto la riserva sul secondo mandato. Bosio corse senza sfidanti: per essere eletto dovette superare il quorum del 50 per cento dei votanti. Già nel 2015 disse di essersi proposto per agevolare la crescita dei giovani della valle, anche dal punto di vista politico. Resta da capire se servano o meno altri cinque anni per individuare un successore. Da parte sua, Bosio nicchia e rinvia ogni opzione al prossimo mese, quando si terranno i primi incontri di maggioranza. —

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