La Via Crucis in forse In 400 anni annullata solo dopo il Vajont

Solo il disastro del Vajont era riuscito a bloccare la Via Crucis di Erto, una tradizione che si perpetua ogni anno dalla metà del Seicento. A decretare il secondo stop in quasi 400 anni potrebbe ora essere l’emergenza Coronavirus. L’aspetto più curioso è che la processione del Venerdì santo venne istituita per fermare un’epidemia di peste polmonare che stava imperversando nei territori dell’allora Repubblica della Serenissima. «Siamo in attesa di capire come evolverà il contagio e cosa imporranno le disposizioni governative, alle quali ci atterremo» ha commentato Bortolo Filippin del comitato organizzatore. In queste ore sono state inoltrate alla Prefettura di Pordenone le richieste di nulla osta. Ma il clima che si respira in paese è di rassegnazione mista ad amarezza: difficilmente per il 10 aprile sarà di nuovo possibile organizzare eventi come quello di Erto, a cui partecipano migliaia di persone, ammassate per ore gomito a gomito lungo le strade del centro storico. «Il problema non è il pubblico, che ci fa piacere ospitare ma che non rappresenta il motivo della nostra manifestazione – ha evidenziato Filippin – . La Via Crucis nasce come un ex voto dei nostri avi contro la peste polmonare” Causalità o meno, le cronache riportano come, a seguito della promessa dei capifamiglia, Erto non subì alcuna vittima. Gli anziani commissionarono, in segno di riconoscenza, una statua del Cristo nero allo scultore bellunese Andrea Brustolon, e costruirono una chiesa dedicata a San Rocco, patrono degli appestati. — f mv

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