L’Atlante della montagna Fotografia della situazione in Fvg

È stato presentato recentemente l’Atlante della Montagna Friulana. La pubblicazione si suddivide in categorie di informazioni – testo e tabelle – e analizza tre diverse aree montane: Carnia, Canal del Ferro Valcanale, Valli e Dolomiti Friulane. Le osservazioni hanno permesso di evidenziare le esigenze più pressanti di questi territori, verificare la bontà delle politiche messe in atto fino ad oggi e tracciare la strada per le azioni future a medio e a lungo termine. Perché si scappa dalla montagna? Si è scoperto che il livello di assunzioni nel settore dell’ospitalità, al 31 dicembre 2018, ad esempio per l’area montana della Carnia, era simile a quello registrato nell’area manifatturiera. Ad un primo sguardo potrebbe sembrare un dato positivo. In realtà, nel caso di under 30, nel settore manifatturiero la tipologia dei contratti era a tempo indeterminato per quasi il 50% mentre nel settore dell’ospitalità la forma prevalente era di tipo determinato o intermittente e comunque legato alla stagionalità inverno/estate. La conclusione che è emersa è che solo con l’impostazione di una strategia programmatica per il territorio montano si potranno riequilibrare le opportunità di sviluppo a favore del comparto turistico. Il principale problema dell’area montana del Friuli Venezia Giulia è dato dal calo demografico. Nel periodo 2014/2018 tale fenomeno è cresciuto con un ritmo esponenziale. La conseguenza allo spopolamento in favore delle località di fondovalle, porta anche ad un invecchiamento della popolazione in termini assoluti. Un tracollo che potrebbe avere serie ripercussioni sull’erogazione dei servizi che anche gli Enti Locali faticano ormai a mantenere. (f: l’aquila)

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Cimolais ieri ed oggi – Albergo alla Rosa

foto archivio Ciano Protti/moderne Luca Tarondi

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Uti, cantieri per milioni Si va dalle ristrutturazioni alla posa della fibra ottica

Un piano triennale con opere per milioni di euro: l’ha approvato l’Uti delle Valli e Dolomiti friulane, presieduta dal sindaco di Maniago, Andrea Carli. I cantieri riguardano diversi comuni del Maniaghese: interessante è il piano che riguarda la creazione di un centro di prevenzione per l’obesità. Tra i lavori più onerosi, da oltre un milione ciascuno, programmati per l’anno corrente, figurano quelli per l’estensione delle reti in fibra ottica, con progressivo sviluppo di infrastrutture per il collegamento agli edifici pubblici, per la manutenzione e la valorizzazione del patrimonio malghivo e per il riutilizzo delle stazioni ferroviarie e delle aree di interscambio ferrovia-bici lungo la linea Sacile-Gemona. In programma c’è anche la realizzazione di opere di completamento dell’anello ciclabile di Pian Pinedo e della Val Cimoliana. Un progetto importante, considerato che l’Unione sta investendo molto sulle ciclabili, anche a scopo turistico. (f MV)

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FARE TREKKING IN FVG La Guida di PromoTurismoFVG

Dalle Dolomiti Friulane alle Alpi Giulie, senza scordare le affascinanti Alpi Carniche e le misteriose Valli del Natisone. I venti sentieri più suggestivi della regione diventano protagonisti della guida “Top 20 Trekking in Friuli Venezia Giulia” realizzata da PromoTurismoFVG per suggerire una selezione di percorsi trekking su sentieri Cai che si snodano lungo l’intero arco alpino, sullo sfondo di corone di vette, circondati da boschi e panorami incontaminati. Le strade consigliate agli escursionisti toccano luoghi ricchi di storia, di tradizione e di cultura montana, per poi confondersi in una bellezza paesaggistica unica, seguendo, sul filo delle proprie passioni, tre varietà di percorsi: sentieri immersi in scenari naturali incontaminati e aree protette, tracciati che fanno tappa in malghe e alpeggi in cui scoprire e assaporare l’arte della lavorazione del formaggio, con la possibilità di assaggiare i prodotti, o gli itinerari storici, sulle orme e sulle tracce della Grande Guerra, cui queste terre fecero da scenario in una delle pagine più drammatiche della storia del Novecento. La guida, in cui sono specificati tempi di percorrenza, dislivello e stagione consigliata per affrontare le escursioni a seconda della difficoltà – turistico, escursionistico e per esperti – è dunque disponibile negli infopoint PromoTurismoFVG. Accanto alle informazioni su accessibilità e dettagli sul sentiero, per ognuno dei tracciati è stata pubblicata la carta geografica di riferimento Tabacco, che evidenzia il tracciato da seguire, offrendo una panoramica sul percorso. (f L’aquila)

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Nip, Montagna leader e Leader consulting: l’Uti conferma le quote

Revisione delle società partecipate: l’Uti delle Valli e Dolomiti friulane, presieduta da Andrea Carli, mantiene le quote di Nip, Montagna leader e Leader consulting. Per quanto riguarda il Nip, il mantenimento è mirato allo sviluppo della zona industriale del territorio di riferimento, mentre per Leader consulting l’obiettivo è riuscire a individuare un percorso vantaggioso per i servizi attualmente gestiti dalla società. Montagna leader e Nip sono considerati enti strategici a livello locale. L’Uti detiene il 49 per cento delle quote del consorzio industriale. «Un’amministrazione deve effettuare un’analisi sull’assetto complessivo delle società dirette di cui l’ente è socio e di quelle indirettamente controllate – ha spiegato l’Uti –. L’analisi diventa un punto di sintesi di una valutazione complessiva della convenienza dell’ente a mantenere in essere partecipazioni societarie rispetto ad altre soluzioni. Ciò, nell’ottica di una maggiore responsabilizzazione degli enti soci, che sono tenuti a documentare ogni decisione in materia, non soltanto in fase di acquisizione delle partecipazioni, ma anche in sede di revisione, per verificare la permanenza delle ragioni del loro mantenimento. È da ritenere, anzi, che l’atto di ricognizione sia l’espressione più concreta dell’esercizio dei doveri del socio, a norma del codice civile e delle regole di buona amministrazione. L’analisi deve partire dalla riconducibilità delle società a determinate categorie strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente». Nel 2019, l’Uti aveva optato per la dismissione della quota di partecipazione dell’Albergo diffuso Valmeduna e Val D’Arzino. — (f Mv)

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LOTTA AI ROGHI ECCO LA NUOVA LEGGE FVG

“Sfruttando i margini d’azione concessi dalla nostra autonomia abbiamo utilizzato il recepimento di una norma nazionale per adottare in Friuli Venezia Giulia alcuni strumenti innovativi per il contrasto degli incendi boschivi che partono dalla definizione di modelli di pianificazione, prevenzione e gestione degli incendi e permettono di arrivare a piani d’azione più efficaci ed efficienti. Il cambiamento del regime degli incendi, derivante dalle modifiche climatiche, richiede infatti l’utilizzo di nuovi strumenti in affiancamento a quelli tradizionali”. È questo il commento dopo l’approvazione, avvenuta a fine ottobre, da parte del Consiglio, della legge 65/2019 che stabilisce le disposizioni per la difesa dei boschi dagli incendi. È stato evidenziato che “si tratta di una legge attesa da molto che, con grande senso di responsabilità, il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità in ogni sua parte. La norma prevede la stesura entro il prossimo anno del piano regionale di difesa del patrimonio forestale che sarà lo strumento tecnico-operativo attraverso il quale concretizzeremo le azioni di contrasto agli incendi boschivi. Il Friuli Venezia Giulia, quindi, sarà una Regione all’avanguardia perché potrà avvalersi di strategia strutturata che, dando grande valenza alla prevenzione, non sarà limitata solo all’azione di spegnimento”. La legge contempla tutte le attività che vengono attuate dalla Protezione Civile e dal Corpo Forestale Regionale e sancisce esattamente le rispettive competenze e gli ambiti operativi. Per quanto riguarda le operazioni sul campo, il Corpo Forestale manterrà perciò il ruolo direzionale, mentre la Protezione Civile svolgerà il coordinamento tra e con le squadre operative. (f: MV)

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Bonifica post Vaia Piano di interventi affidato a un tecnico

La tempesta Vaia abbattutasi sul Triveneto nell’autunno 2018 continua a creare spese e disagi anche in Valcellina. A Cimolais è stato infatti appena nominato un direttore dei lavori per la bonifica di numerose aree della Val Cimoliana. Si tratta di siti ad alta valenza turistica, trovandosi nel cuore del Parco naturale delle Dolomiti friulane. Le zone in questione sono ancora disseminate da tronchi abbattuti dalla furia del vento: nell’immediato, i fondi stanziati dalla Regione sono stati investiti nelle priorità del territorio, come il ripristino della viabilità e la riparazione dei danni agli edifici lesionati.

Ora, archiviata la fase più critica dell’emergenza, il sindaco Davide Protti può guardare con maggiore serenità alla pulizia dei fondi boschivi ancora privi di manutenzione. In questo senso, il tecnico Costantino Pinazza di Domegge di Cadore si occuperà di un piano di interventi per la bonifica della vallata e per la successiva ripiantumazione. Il che avverrà secondo i rigidi criteri ambientali del Parco. Il Comune fa anche parte del gruppo di gestione forestale sostenibile istituito dall’Unione delle realtà alpine. L’adesione ai protocolli di questa associazione pubblica permette a Cimolais di godere di uno speciale certificato “green”. Di fatto il legname proveniente da questo angolo di Valcellina ha un valore maggiore rispetto ad altri, in quanto ne è accertata l’origine “ecologica”, senza forme di sfruttamento o di inquinamento.

La giunta Protti ha deliberato di restare nel gruppo per i prossimi 4 anni, rinnovando la convenzione con l’Uncem e la Federlegno, l’associazione nazionale di categoria. —

(F.MV)

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COME VIVERE AL MEGLIO I NOSTRI BOSCHI 27 itinerari da scoprire

Il patrimonio boschivo del Friuli Venezia Giulia da oggi è fruibile in 27 itinerari scelti dal Corpo Forestale Regionale per i visitatori e i turisti che potranno farsi accompagnare da una guida cartacea o più comodamente da una app digitale georeferenziata. È questa la finalità di Camminaboschi.Fvg.2, un’iniziativa editoriale, su carta e su web, realizzata nell’ambito delle celebrazioni per il 50° anniversario di fondazione del Corpo Forestale Regionale e coordinata dal Centro Didattico Naturalistico di Basovizza in collaborazione con tutte le 27 stazioni forestali del Friuli Venezia Giulia. “È un lavoro appassionante e coinvolgente che i nostri forestali hanno svolto davvero con il cuore in occasione di questo anniversario importantissimo” è la definizione che la Regione ha dato di quest’opera. I contenuti dei due volumi della guida cartacea Camminaboschi, sono disponibili anche in formato digitale attraverso l’indirizzo web camminaboschi.regione.fvg.it., una piattaforma realizzata da Insiel. Da qui si possono visualizzare i 27 itinerari in diverse modalità di rappresentazione della mappa (stradale, aerea, OpenStreetMap, OpenTopMap). La webapp, accessibile da tutti i tipi di dispositivo fisso o mobile, fornisce la descrizione di ciascun itinerario e dei punti di interesse attraverso schede con foto e servizi multimediali, l’altimetria del luogo e – grazie al servizio di indicazione stradale – segnala il punto di partenza e di arrivo del percorso scelto. Lo strumento è pensato per i cittadini del territorio e per i turisti interessati a temi ambientali. Le guide cartacee sono in distribuzione gratuita nelle Stazioni Forestali Regionali e negli Uffici per le Relazioni con il Pubblico (Urp) della Regione. (f. L’aquila)

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MALTEMPO, SISTEMATI TUTTI I SENTIERI PRINCIPALI. L’Ente Parco in prima fila per la bonifica del territorio

A seguito dell’evento meteorologico estremo verificatosi a fine ottobre 2018, la percorribilità dei sentieri e delle strade di penetrazione del Parco risultava compromessa. Gli accessi alle valli principali erano interrotti da importanti erosioni, grandi accumuli detritici e ammassi di alberi rovesciati al suolo a causa delle forti precipitazioni e raffiche di vento della cosiddetta “Tempesta Vaia”. Lo scenario, a dir poco sconvolgente, ha interessato le montagne del triveneto (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige) e di parte della Lombardia, ed ha messo a dura prova le istituzioni nella prima fase dell’emergenza, volta soprattutto a ripristinare condizioni di sicurezza accettabili per i cittadini e per le attività direttamente coinvolti dalla tempesta. Fortunatamente, visto l’approssimarsi dell’inverno e dei relativi fenomeni che si verificano stagionalmente, le attività economiche e di gestione del territorio all’interno del Parco, che non è permanentemente abitato, erano già sospese. Pertanto i rischi per l’incolumità delle persone e per le attività sono stati praticamente nulli, anche grazie agli allertamenti disposti dalla Protezione Civile Regionale. Di fatto però si è verificata un’improvvisa interruzione degli accessi, con impossibilità di raggiungere fisicamente estese porzioni di territorio con relative infrastrutture e strutture. L’Ente Parco, per quanto di competenza, ha avviato pertanto i primi interventi di ripristino della sentieristica principale, concentrandosi sugli itinerari più prossimi ai centri abitati e abitualmente fruiti anche durante l’inverno e la primavera, quali ad esempio i percorsi collegati alle attività presso la Diga del Vajont (Comune di Erto e Casso), l’accesso alla Casera Lodina (Comune di Cimolais), la “Strada da lis fornas” (Comune di Tramonti di Sopra), il Col dei Piais (Comune di Claut), il sentiero “Truoi dal Von” (Comune di Forni di Sopra), il sentiero dei Landris (Comune di Frisanco) e quello del Dint (Riserva Forra del Cellina, Comuni di Barcis e Andreis). (f L’Aquila)

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Al via lo sghiaiamento del torrente Varma

Dopo anni di polemiche per le continue esondazioni del torrente Varma sull’ex statale 251, a Barcis si è brindato al primo concreto passo avanti del progetto di sghiaiamento: venerdì mattina, il sindaco Claudio Traina e la polizia locale dell’Uti di Maniago hanno infatti firmato l’ordinanza di chiusura parziale al traffico della strada del lungolago. L’impresa Ici di Ronchi dei Legionari ha chiesto di poter disporre liberamente della carreggiata che corre sulla riva destra del bacino: da mercoledì 5 febbraio al 30 giugno la strada sarà quindi occupata dal cantiere per la costruzione delle spallette del nuovo ponte. Una volta completato, il manufatto permetterà di bypassare la diga, la cui struttura non avrebbe retto al peso di migliaia di camion di inerti. La destralago sarà transitabile, salvo ulteriori divieti, soltanto nelle ore notturne, mentre dalle 8 alle 17 non potrà essere impiegata per alcun motivo, neppure dai frontisti. Per consentire l’inizio dei lavori da parte della società goriziana, in queste ore sono state smassate decine di migliaia di metri cubi di inerti. Le zone interessate si spingono sino alla confluenza tra il Cellina e il Varma. Il materiale è stato accumulato in altri angoli del greto o portato più a monte, nei depositi di Claut e Cimolais. L’assessore regionale Fabio Scoccimarro ha ipotizzato un riutilizzo in loco di almeno 60 mila metri cubi di pietrame. (f Mv)

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Numeri e stanze dedicate: ecco come la Regione Fvg affronterà il coronavirus

In Friuli Venezia Giulia non è stato accertato, almeno fino a questo momento, nemmeno un caso di coronavirus – nonostante la dozzina di sospetti segnalati dallo scoppio dell’emergenza –, la situazione è ampiamente sotto controllo, ma la Regione (così come lo Stato) ha messo in campo ogni strumento a sua disposizione per evitare qualsiasi rischio per la collettività. In campo ci sono medicina e tecnologia – come ha spiegato il vicepresidente Riccardo Riccardi che, sabato 1 febbraio, ha visitato la clinica di malattie infettive dell’ospedale di Udine guidata da Carlo Tascini assieme ai vertici dell’assessorato a partire dalla direttrice centrale Gianna Zamaro – che lavorano all’unisono e di rimbalzo sull’asse Trieste-Roma.

NUMERO DEDICATO

Il ministero della Salute, nei giorni scorsi, ha attivato il numero verde gratuito 1500, in funzione sulle 24 ore, per tutti coloro che necessitano di informazioni sul coronavirus. Nel territorio del Friuli Venezia Giulia, le telefonate vengono dirottate al numero unico dell’emergenza 112 che gira, in orario diurno, la chiamata all’infettivologo di turno a Udine, Pordenone e Trieste a seconda dell’area geografica di riferimento. Vale la pena di ricordare come il virus, molto simile all’influenza, abbia un periodo di incubazione di 14 giorni, che scendono a 12 e mezzo nel 97% dei casi. Ed è questo criterio epidemiologico, cioè legato a un tempo massimo di due settimane dal rientro dalla Cina, che viene applicato per lo screening e le verifiche. Tutti i casi analizzati fino a questo momento hanno evidenziato diagnosi alternative al coronavirus. (fmv)

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FONDI AI GIOVANI CHE GUARDANO ALLA MONTAGNA

Una norma semplice e snella, che attribuisce 800 mila euro ai giovai di età compresa tra i 18 e 41 anni intenzionati a scommettere sull’attività agricola in montagna, gettando così le basi per il rilancio delle aree svantaggiate del nostro territorio”. Così l’assessore alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier ha definito la proposta della Giunta inserita nella legge di Stabilità 2020 con la quale la Regione metterà a disposizione dei giovani residenti in Friuli Venezia Giulia risorse per incentivare l’attività di produzione e trasformazione agricola e forestale nelle zone montane. I dettagli della norma sono stati illustrati   a Maniago nella sala del Nip.   Le domande a sportello potranno riguardare l’attività svolta tra il 2018 e il 2020 oppure nuova iniziative ancora da intraprendere. I contributi concessi vanno da un minimo di 20 mila euro per la produzione agricola o allevamento ai 200 mila euro per l’attività di trasformazione (anche del legno e dei prodotti non agricoli) e commercializzazione. Le spese ammissibili sono quelle per l’acquisto di terreni, animali, beni immobili e loro miglioramento, messa a dimora di piante, spese per la promozione dei prodotti o per la gestione e pianificazione forestale. Le richieste dovranno essere inoltrate via posta certificata (Pec) a partire da febbraio. I contributi verranno concessi a sportello entro 60 giorni dall’avvio del procedimento. Uno degli obblighi posti dalla Regione è quello che i beneficiari svolgano per almeno 5 anni l’attività per la quale hanno richiesto il sostegno.

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