Appello ai padroni di seconde case: via, o vi denunciamo

L’appello rivolto a turisti e titolari di seconde case è categorico e in Val d’Arzino non si ricordano precedenti. Ma in tempi di coprifuoco il sindaco di Vito d’Asio, Pietro Gerometta, è costretto a fare la voce grossa. Il primo fronte di guerra riguarda quanti hanno acquistato delle abitazioni per le vacanze, nella maggior parte dei casi persone delle province di Padova, Venezia e Treviso, ma anche Trieste e Bologna. «Da vari giorni alcuni di questi non residenti alloggiano nelle loro proprietà in valle e ciò non va bene – ha detto il primo cittadino –. Temiamo che più di qualcuno abbia violato le prime restrizioni cioè quelle che riguardavano parte del Veneto. Ora che nessuno si può più muovere scatta un secondo dubbio: questi visitatori intendono passare la quarantena in Val d’Arzino? Esigiamo che gli interessati si rechino subito alle autorità e chiariscano la loro posizione». Anche a Erto e Casso ci sono seconde case che in queste ore risultano abitate. «Gerometta ha ragione, da soli non riusciamo a seguire tutti gli episodi ma non è corretto nei confronti della popolazione non sapere chi attualmente frequenta il centro urbano», ha concluso Carrara. Il sindaco di Barcis Claudio Traina ha aggiunto «Anch’io sollecito chi sta pernottando in paese di segnalare la propria presenza, motivandone il perché e la durata». Conferme arrivano pure da Claut, dove è il sindaco Franco Bosio a invitare chiunque «a non fare il furbo perché stavolta ci saranno posti di blocco e denunce a raffica». f mv

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