La parole vanno pesate bene perché non va offerta la sensazione di voler passare dal “tutti chiusi” al “tutti aperti” come se il pericolo fosse finito. Non è così, i nostri genitori e nonni continuano a morire in casa di riposo e per il rispetto che si deve loro e, in generale, a tutti i contagiati che soffrono, bisogna procedere con cautela. Ma, e stavolta il ma c’è per davvero, il Friuli Venezia Giulia è la regione assieme al Molise e a poche altre, prevalentemente del centro-sud, che ha il più basso tasso di contagiati e un numero di vittime sicuramente inferiore alla media del Paese e delle regioni del Nord. Non ci sono fabbriche con focolai attivi, i pochi casi di infezione sono stati immediatamente gestiti con sanificazioni e chiusure temporanee. Chiedo, però, perché i negozianti del Friuli e del Molise debbano essere trattati come quelli di Bergamo e Brescia. Perché questa idea, centralista e sproporzionata, deve accomunare Piemonte e Lombardia al Friuli Venezia Giulia? Decine di consulenti governativi non potevano davvero pensare a una differenziazione per regioni? Dove sta la logica in tutto questo? Non dovrebbe destare scandalo che Sicilia e Calabria ripartano prima della Lombardia, con le cautele indispensabili e sempre pronti a serrare i confini in caso di nuove esplosioni di contagio. Ma è sul Friuli Venezia Giulia che si avverte più che altrove una sensazione di palpabile ingiustizia. I numeri dicono che non siamo nemmeno paragonabili alle altre regioni del Nord. Un’esperienza pilota qui si poteva condurre. Sempre con le mascherine, il distanziamento, il gel igienizzante e tutto il resto. E questa potrebbe anche essere una missione impossibile da tentare per il presidente Fedriga, in alleanza con quanti, a sud di Roma, stanno nelle stesse condizioni. La Germania, con la quale sempre azzardiamo paragoni, Repubblica federale certo, si è mossa per territori. (FM.v)
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EDITORIALE : Cè disto?
REDAZIONALE DI BRESSA GINO
in cimoliano (in calce traduzione in italiano)
20.12.2020
Penseirs ala fin de l’anDion vers la fin dell’an 2020, un an teribile con al Covid in dut al mont.Col 31 de dethembre saron comunque una part dela nostra storia e da medhanuot in scomenthon un’altra.Secur che i temps iè particolari: alè al Corona Virus con males e morth ogni dì; alè una crisi economica che la dura da tant e no se sa quanche la finirà;alè al problema del laorier par betagn , no facile da mantegnì e sciamò pi dificile da sciatè specialmente par i dovens che par chest i stenta agn a formese una famea .E pal mont no le tant de miei , con povertes e guere dapardhut.In ce podhone sperè , alora, in chiste condithions?Alè chi che a pregia parcè che i spera bitant tal Signour, alè chi che a se dha da fiè par la pes , par la salute de chi altre e chi che iè disponibili par ce che al può.continua in CE DISTO ?
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