31 milioni di euro stanziati per lo sviluppo della montagna

Trentuno milioni di euro solo di fondi stanziati da Bruxelles per il periodo 2014-2020. E in mezzo soldi a pioggia dalla Regione in progetti turistici e industriali, di tutela ambientale, di sostegno ai piccoli negozi, di aggregazione giovanile e persino a favore del risparmio energetico delle case.Passando per Comunità montane, Province, fondazioni e Parchi, con interventi specifici quando da una montagna si stacca una frana o un torrente erode una strada. Nessuno è in grado di affermare con certezza quanti milioni di euro abbia assorbito l’arco alpino negli ultimi 60 anni, il periodo messo a nudo dallo studio “La montagna perduta”. Si tratta di cifre enormi, diluite in migliaia di programmi che toccano una varietà di argomenti. Una stima molto prudente parla di due miliardi di euro investiti dalla sola Regione dal 2005 a oggi. Tutto inutile: solo Trento, Bolzano e Aosta hanno visto incrementare il numero di abitanti e la loro ricchezza. Di riflesso, nei primi nove mesi del 2015 il Fvg ha visto diminuire così tanto la popolazione nelle aree periferiche che, statistiche alla mano, è come se un paese grande come Ampezzo fosse stato “cancellato”.  Il sociologo bellunese Diego Cason studia il fenomeno da decenni ha fotografato una situazione di grave preallerta per la montagna del Triveneto.  Il principio elaborato da Cason è di una semplicità disarmante: solo le Regioni che hanno un territorio in prevalenza alpino sanno come gestire la questione.  Chi ha anche pianure e coste si concentra per natura e necessità sulle aree maggiormente accessibili. E in effetti le analisi presentate in Senato sulla “montagna perduta” sembrano dare ragione al sociologo.

 

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