Speleologia : dalle grotte ai sociala caccia di fossili e acqua . Marina Fioretto e Roberto Faggian raccontano le scoperte in Valcellina

Una passione, quella per la speleologia, che ha portato Matina Fioretto anche lo scorso fine settimana a Barcis, per la precisione Montelonga, dove l’Unione speleolologica pordenonese ha una delle sue aree di lavoro. Insieme al presidente Usp Roberto Faggian ha iniziato a esplorare una nuova cavità che, per ora, ha permesso di scendere a 30-35 metri di profondità. «L’ingresso era praticamente invisibile – spiega Marina – un rettangolino di 15 centimetri per 50, nascosto tra erba e foglie». Un pertugio notato nel corso di una rilevazione di alcune settimane fa e che gli occhi allenati della speleologa hanno individuato grazie ai segnali che la natura fornisce a chi li sa leggere. «Siamo tornati per allargarlo – continua – era molto stretto anche per me». Una fatica ripagata dalla scoperta che la cavità continua (per quanto? Ancora non si sa) e che contiene meraviglie come i fossili trovati e fotografati da Marina. «Sono delle rudiste – spiega Roberto – e non è raro trovarne: per noi ormai sono la normalità. Quelle, però, erano davvero belle e ben conservate. Infatti le abbiamo scelte per le nostre pagine social». Uno slancio comunicativo che sta dando i suoi frutti. Molti pordenonesi, infatti, si stanno appassionando alla speleologia attirati proprio dai racconti coinvolgenti e interessanti dell’Unione speleologica. Molti si avvicinano proprio per i fossili. Difficile, effettivamente, non restare affascinati da quel calco di mondi lontani. Conchiglie, come in questo caso, nate in un mare tropicale e la cui immagine è arrivata, grazie alla deriva dei continenti e all’orogenesi, nelle viscere di una montagna della Valcellina.

Questa voce è stata pubblicata in Categoria generale. Contrassegna il permalink.