Soccorso in montagna Parla Todesco: nel 2017 salvate 355 persone

Il 2017 è stato un anno impegnativo per il Soccorso alpino e speleologico regionale. Le nove sezioni del Cnsas, che contano 365 volontari, 9 unità cinofile per la ricerca in superficie e altre 4 per le valanghe, sono state alle prese con un numero crescente di escursionisti in difficoltà, infortuni, incidenti anche mortali tra quanti hanno iniziato a frequentare la montagna pure per la pratica di sport, dal parapendio al canyoning, dalla mountain bike all’e-biking, dalla caccia alla ricerca di funghi. Come aveva spiegato il presidente del Soccorso alpino e speleologico regionale, il maniaghese Vladimiro Todesco (foto), «per il servizio regionale il 2017 è stato impegnativo. Per la prima volta nella nostra storia gli interventi di soccorso hanno superato le 300 unità: 305, per un totale di 355 persone soccorse, 1.307 giornate/uomo, ossia 8.302 ore di lavoro, e 42 vittime recuperate». Quanto al 2018, l’ultimo intervento nel Pordenonese è del 18 febbraio: il Soccorso alpino della Valcellina è sceso in campo per portare in salvo uno scialpinista nell’area alpina del Pradut, a Claut.

 

Lo sciatore, un 27 enne di Longarone, si trovava a una quota di circa 1.600 metri durante la discesa da Forcella Baldas, un percorso conosciuto e frequentato dagli scialpinisti, quando è scomparso cadendo in una delle tante foibe carsiche presenti nella zona. La forra, profonda una quindicina di metri e con un diametro d’ingresso di circa due metri, era nascosta dalla neve. fonte MV

Questa voce è stata pubblicata in Categoria generale. Contrassegna il permalink.