Esito soddisfacente per un gruppo di cittadini di Torino, originari di Cimolais e dintorni, dal giudice di pace di Pordenone. L’argomento è l’aumento delle bollette dell’acqua, deciso dall’Ambito territoriale nel 2015 e applicato dalla società Hydrogea l’anno scorso. Chiunque, anche i titolari di case sfitte o di immobili non residenziali e non accatastati, si è visto addebitare 150 euro all’anno di consumi forfettari. Con retroattività per gli anni pregressi. Nei giorni scorsi, grazie alla mediazione del giudice Raffaella Garofalo, Hydrogea ha tagliato della metà l’importo dovuto da alcuni emigranti che avevano citato in giudizio l’azienda di gestione del servizio idrico. Il conguaglio da 150 euro all’anno viene giustificato dalla necessità di far pagare l’acqua anche alle genti di montagna, dove gli edifici per decenni sono stati privi di contatore. Gianluca Bressa, un cimoliano doc ma residente a Torino, si è ribellato al nuovo sistema di calcolo e ha di fatto obbligato la società pubblica a un dietrofront. Alla sua causa, promossa insieme ai legali del Codacons, si sono associate altri 29 persone, residenti in Piemonte ma non solo. La società ha di fatto riconosciuto un abbuono della somma dovuta, riducendola a metà. La transazione riguarda le annate comprese tra il 2010 e il 2015 ma avrà effetti solo per chi ha aderito al processo. Si tratta infatti di un accordo stragiudiziale nel quale Hydrogea ha comunque ribadito la piena validità delle tariffe applicate. La convenzione stipulata davanti al giudice di pace con il gruppo di emigranti pare destinata, dunque, a far scoppiare nuove polemiche. (fonte messaggero veneto)