Parco Dolomit friulane : i punti deboli e le minacce del territorio

Le minacce che gravano sull’ampissima fascia di territorio sono davvero poche e solo alcune presentano un grado di elevata attualità. In particolar modo, delle forme di escursionismo troppo spinte potrebbero comportare dei danni ai rapaci che nidificano sulle vette . Poi c’è l’ombra onnipresente dei piromani.   Il vero disagio all’ecosistema lo sta creando piuttosto il graduale abbandono di pascoli e prati: non soggette a coltivazioni, queste zone si riempiono in brevissimo tempo di piante pioniere e in seguito di autentiche boscaglie. La situazione potrebbe sembrare positiva ma per gli esperti suona come una minaccia all’originalità del sito. Sul fronte della fauna il quadro è molto confortante. E non serve citare i rarissimi animali che di tanto in tanto vengono avvistati nel Parco per capirlo: a lupo, orso, lince e sciacallo dorato che fanno spesso capolino, si contrappongono colonie stabili di decine di specie diverse. Gli stambecchi sono oltre 200 e risultano un’autentica vittoria per l’ente, che li ha volutamente reintrodotti. I camosci ammontano a duemila, i cervi a 300 e i mufloni a dieci unità, tutte arroccate in Val Silisia e a Selva di Tramonti. Le aquile reali stanziali sono ormai 20 e anche il grifone si può notare spesso in sorvolo sul monte Borgà di Erto. Tra le 190 specie di uccelli censiti, 72 fanno parte della lista rossa in cui si contano gli esemplari a rischio di estinzione. Anfibi e rettili popolano in grande quantità vari degli habitat a disposizione e anche in questo caso molti sono protetti dalla normativa europea.

 

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