I primi risultati dell’indagine di ministero e Istat: 12 mila friulani hanno sviluppato gli anticorpi per il SarsCov2

Sono 12.534 le persone residenti in Friuli Venezia Giulia (l’1 per cento della popolazione) che hanno sviluppato gli anticorpi per il SarsCov2. Quelle che sono entrate in contatto con il virus sono dunque quatto volte di più rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia attrraverso l’identificaziobe del Rna virale. Sono i primi risultati dell’indagine di sieroprevalenza sul sarsCov2 illustrati da ministero della Salute e Istat.I risultati della campagna dei test sierologici sono “provvisori” e sono relativi a livello nazionale a 64.660 persone che hanno effettuato il prelievo e il cui esito è pervenuto entro il 27 luglio.

La conduzione della campagna in condizioni emergenziali non ha permesso di raggiungere completamente la popolazione da profilare originariamente programmata del campione, e pari a 150mila soggetti. Tuttavia le tecniche adottate hanno permesso la produzione di stime coerenti. sia con i dati di contagio e mortalità sia con risultati di indagini condotte a livello locale in alcune realtà del paese. Non emergono differenze significative per quanto riguarda il genere. (f mv)

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«Carli si rassegni a due Comunità di montagna»

«Dopo il fallimento delle Uti, a causa di una condivisione solamente di facciata, l’unica via da percorrere è quella delle due Comunità di montagna. Non ci sono scuse, neanche quella della gestione e del futuro del Parco delle Dolomiti friulane, che è nato con ben tre Comunità montane e ha sempre funzionato». Non ha dubbi, il sindaco di Erto e Casso, Fernando Carrara: la via da percorrere è quella di un doppio ente, «al di là di quello che pensano gli otto sindaci a favore di un’unica Comunità».
Il primo cittadino del comune della Valcellina vuole togliersi, ancora una volta, qualche sassolino dalla scarpa col presidente dell’Uti delle Valli e Dolomiti friulane Andrea Carli, sindaco di Maniago, al quale non ha mai risparmiato duri commenti sulla gestione dell’Unione. Questo, a differenza di altri amministratori che, a detta di Carrara, non hanno invece mai detto in faccia a Carli ciò che pensano realmente: lui né teme il confronto diretto né risparmia affondi. «Mi fa sorridere che Carli sia tra gli otto sottoscrittori del documento a favore di un’unica Comunità di montagna e che invochi la condivisione: proprio lui che in questi anni, da presidente dell’Uti, non ha fatto altro che creare divisioni tra amministratori e disparità tra territori – sottolinea Carrara –. È chiaro che, quando parla di condivisione, non intende sedersi a un tavolo e confrontarsi, ascoltando tutti, ma accettare ciò che pensa lui e farselo andare bene. Per anni ha voluto essere al centro del mondo e ha effettuato scelte con arroganza, vedi la questione della presidenza del Nip, incarico conferito a chi ha voluto lui, senza minima considerazione dei rappresentanti dei Comuni fondatori del consorzio, ossia Vajont ed Erto». «Il potere logora chi non ce l’ha – conclude –. Carli ora teme per la poltrona: troppo comodo chiedere adesso di condividere, quando sinora è stato fatto tutto il contrario». Carli, comunque, ha ammesso più volte di avere sbagliato diverse cose, ma per Carrara «il ravvedimento è fuori tempo massimo». —

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Proiettile inesploso tra i sassi del torrente affollato di bagnanti

Un proiettile da mortaio inesploso è stato rinvenuto da alcuni villeggianti che stavano prendendo il sole nel greto del torrente Settimana, a Claut. La corrente ha spinto in superficie l’involucro arrugginito, rendendolo ben visibile tra i sassi. Sul posto è subito intervenuta la squadra di protezione civile e antincendio coordinata da Luigi Di Daniel. I volontari stavano già pattugliando l’area, perché da mesi è in corso un’operazione di controllo del territorio contro gli assembramenti di escursionisti e le effrazioni alle case sfitte. Sono stati quindi fatti allontanare i turisti che in quel momento affollavano il tratto di alveo. Dopo poco sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Cimolais, che a loro volta hanno allertato gli artificieri dell’Esercito. Una prima ispezione con i metal detector nelle vicinanze ha permesso di escludere la presenza di altre bombe. Il sito è stato transennato e sono stati posti cartelli che invitano a non toccare il pericoloso materiale bellico. Da una prima ricostruzione dell’accaduto, il proiettile sarebbe di fabbricazione nazionale e risalirebbe agli anni Settanta. Per lungo tempo l’Esercito ha infatti gestito un poligono di tiro lungo l’asta del Settimana. Il punto di sparo si trovava in località Gravon de Giaeda, a circa due chilometri più a monte rispetto al luogo del rinvenimento. La zona è stata più volte battuta alla ricerca di reperti inesplosi. Molti di questi sono però finiti a grandi profondità tra le ghiaie del corso d’acqua, restando sepolti fino a che il maltempo non li trascina a fondovalle e li riporta in superficie. In una prima fase si era pensato a un residuato della Prima o Seconda guerra mondiale. visto che Claut è stata in entrambi i casi teatro di violenti scontri fra le truppe. Tanto che ancor oggi tra i boschi della valle ci si può imbattere in oggetti bellici di produzione austroungarica, nazista e italiana. —(FMV)

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Il Sindaco di BArcis, Traina, protesta oltre che per ma mancanza dei servizi medici anche per la mancanza del servizio di polizia municipale

Sulla stessa linea d’onda dei colleghi Sindaci della Valcellina, Claudio Traina, Sindaco di Barcis ha protestato per le carenze di medici, ma anche di agenti di polizia verificatesi nelle ultime ore. «In tempi delicati come quello che stiamo vivendo bisognerebbe investire di più nella salute e nella sicurezza, ma entrambi i comparti in Valcellina zoppicano», ha detto il primo cittadino di Barcis, evidenziando come non sia facile nemmeno far rispettare il distanziamento sociale e l’uso della mascherina tra gli escursionisti senza un potenziamento delle forze dell’ordine. — (fmv)

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Scivola sul sentiero Anziana all’ospedale

Dieci tecnici della stazione Valcellina del Soccorso alpino e speleologico sono intervenuti nell’area all’interno del Parco faunistico Pianpinedo a Cimolais per prestare soccorso a M.B., 73 anni, di Pordenone, scivolata scendendo un sentiero.
L’anziana si trovava in visita al parco assieme al nipote. L’infortunio è avvenuto sul sentiero che proviene da uno dei belvedere: nella scivolata la pordenonese si è procurata una probabile frattura alla caviglia. Non riuscendo più a camminare, ha contattato col telefonino il Parco per chiedere aiuto. A prestarle i primi soccorsi un tecnico del Soccorso alpino che lavora nell’area, il quale ha avvisato i 112, ricevendo rinforzi. La donna è stata imbarellata e trasferita nell’ambulanza. — (f MV)

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«Residenti in montagna senza assistenza medica Ammalarsi è vietato»

«In Valcellina è vietato ammalarsi: non è una provocazione, ma una realtà. Il nostro comitato Pedemontana viva ha ricevuto segnalazione dalla montagna rispetto al problema dell’assistenza medica nei festivi: una donna è stata costretta a caricare in auto il marito che stava male e a recarsi al pronto soccorso del capoluogo di provincia. Una situazione insostenibile: non possiamo pensare che i residenti in montagna vengano abbandonati in questo modo. Il servizio sanitario è un diritto, che peraltro i cittadini pagano, anche quando non ne possono usufruire».È lo sfogo di Cesare Monea, esponente anche del gruppo Pedemontana viva, che da lungo tempo si batte per la difesa dei servizi sanitari in primis nell’area montana. «Non soltanto va riaperto subito il punto di primo intervento di Maniago, ma vanno rivisti tutti i servizi sanitari dell’ospedale e sul territorio in un’ottica di potenziamento – ha messo in evidenza –. I sindaci non possono stare a guardare: bisogna agire e fare squadra. Stando fermi alla finestra, non si farà altro che osservare il continuo depauperamento dei servizi sanitari. Non avevo chiesto a caso una commissione ad hoc: era necessaria per fare il punto della situazione e poi andare a chiedere, nelle sedi opportune, quello che ci spetta. In ballo c’è la salute pubblica, forse non è chiaro a tutti. Il nostro comitato e il mio gruppo consiliare, comunque, non mollano: la posta in gioco è troppo importante». (FMV)

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SUl mancato servizio della guardia medica interviene anche il Sindaco di Erto e Casso, Carrara Fernando

«La guardia medica dovrebbe trovarsi in questi paesi 24 ore su 24, festivi compresi – ha detto Fernando Carrara –. Invece viviamo situazioni di precarietà. Di fatto, scopriamo la sera prima se potremo disporre del servizio o meno. Numerosi quadri clinici non gravi vengono così dirottati ai pronto soccorso e agli ospedali di Maniago e Belluno, obbligando la popolazione e i tanti ospiti a sobbarcarsi viaggi da decine di chilometri ogni volta». FmV

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Passeggiata ed incontro a tema: Le erbe medicinali e culinarie del territorio

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2020 / ore 09.00 a CIMOLAIS con partenza dalla Piazza della Vittoria, Cimolais avrà luogo l’incontro Le erbe medicinali e culinarie del territorio Itinerario: viene proposta una lezione su erbe medicinali e culinarie del nostro territorio, tenuta da Mattia Segatti, erborista, con passeggiata nei prati per la raccolta e poi ci sarà un laboratorio di infusi a cura dell’Associazione Erboristi di Pordenone. Organizza: Pro Loco Cimolais. Difficoltà: facile per tutti /Durata percorso: 2 ore circa

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1′ Rassegna “Dolomiti d’autore” a Cimolais

Il Comune di Cimolais nell’ambito del programma Unesco Dolomiti days organizza la prima rassegna Dolomiti d’Autore

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«Senza guardia medica a Ferragosto e non solo Valcellina emarginata»

In questi giorni di Ferragosto e di boom di visitatori “mordi e fuggi”, la Valcellina ha dovuto fare i conti con il servizio di guardia medica a singhiozzo. A causa di turnazioni interne, malattie e ferie del personale, la zona è rimasta infatti priva per vari giorni consecutivi di un medico reperibile. La presenza è stata poi garantita venerdì e domenica, ma non a Ferragosto.
Il malumore di residenti e turisti è stato fatto proprio dai sindaci, che in più occasioni hanno denunciato un graduale impoverimento del territorio. Non è infatti la prima volta che i sindaci di Claut, Barcis, Cimolais ed Erto e Casso (rispettivamente Franco Bosio, Claudio Traina, Davide Protti e Fernando Carrara) lamentano disguidi nella gestione sanitaria della vallata. Bosio ha cercato di rafforzare l’operatività del poliambulatorio del proprio comune, ma con scarsi risultati. Anzi, nel tempo è stato via via ridotto anche il servizio di pediatria che garantiva un punto di riferimento settimanale alle neomamme. F MV

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Dolomia ai primi posti tra le “acque più buone”

L’acqua DOlomia balza ai primi posti tra le 50 acque minerali più buone d’Italia. Lo ha stabilito un recente sondaggio commissionato da Altroconsumo, un network a tutela del commercio che conta più di 300 mila soci. Il gruppo di consumatori ha ritenuto di “qualità ottima” dell’etichette di acqua da tavola. L’analisi si è basata sulle caratteristiche chimico–fisiche del prodotto e sulle condizioni generali di vendita (prezzo, packaging e simili). Il riconoscimento arriva a pochi giorni dall’avvio di un’ulteriore linea produttiva nello stabilimento della Dolomia a Cimolais. Il taglio del nastro da parte del governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha permesso all’azienda di aumentare notevolmente la produzione nel segmento vetro a rendere. In questo modo si potenzia l’impegno green, ma anche la presenza sul territorio del Nordest, con consegne porta a porta e ritiri a domicilio. L’epidemia di coronavirus, con il conseguente rallentamento, se non blocco di determinati settori, sta ovviamente limando al ribasso il peso dell’export sul bilancio di fine anno. Ma l’amministratore delegato Gilberto Zaina resta cautamente ottimista dopo le ultime settimane di parziale ripresa sulle piazze di tutto il mondo. —(f MV)

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Bonus riscaldamento Fissate le scadenze

 I residenti di Cimolais avranno tempo sino al 20 settembre per documentare le spese di riscaldamento sostenute nel 2019 e presentare in municipio le bollette già pagate all’Eni. Dopo di che, il Comune inoltrerà le domande a Trieste per ottenere i contributi da destinare alle famiglie. E’ una sovvenzione introdotta anni fa per venire incontro alle popolazioni di Valcellina e Carnia, dove le spese di riscaldamento sono molto alte.
Da anni tra i Comuni e l’Eni, gestore della locale rete di distribuzione, è in corso un braccio di ferro. L’Eni viene infatti accusata di inviare in ritardo le fatture, con il rischio per gli utenti di perdere gli aiuti regionali. — (fMV)

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