Nuove Comunità di montagna La maggioranza sceglie Aviano

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Frana del Crep de Savath La situazione resta critica

Proseguono i lavori di messa in sicurezza dell’abitato di Cimolais dalla vecchia frana del Crep de Savath.
Si tratta di un’area instabile situata al di sopra di alcune case che da almeno vent’anni è al centro di monitoraggi da parte della Regione. L’impresa locale Ambrogio Fabris ha anche eseguito delle opere di mitigazione del rischio su progetto dell’ingegner Mario Castelli. Da Trieste sono stati infatti stanziati più di 500 mila euro per bonificare questo specifico punto del territorio. Ma non basta. Durante le attività di cantiere è infatti emerso che il quadro di dissesto è ancora più grave di quello che appariva in un primo momento. Tanto che sul posto è stato fatto intervenire l’ingegner Mariano Roveredo, esperto di miniere e cave, che ha disposto lavori suppletivi per ulteriori 50 mila euro. In particolare, è stata studiata una soluzione tecnica per la viabilità comunale adiacente alla “zona rossa”. La carreggiata potrebbe infatti essere esposta al pericolo di caduta di pietrame. Il sindaco di Cimolais, Davide Protti, segue con attenzione le fasi di sistemazione del versante montuoso, soprattutto dopo il passaggio di intense perturbazioni atmosferiche e la catastrofica tempesta Vaia di due anni fa, che ha messo a dura prova, se non danneggiato in maniera pesante, svariate aree del territorio . — (FMV)

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Gli ambulanti della Valcellina

In un territorio piuttosto avaro, l’uomo fin dai secoli scorsi ha sfruttato il legno che unito alla manualità è diventato una risorsa economica per integrare il bilancio familiare o unica fonte di sostentamento.

Dhì a girè (lasciare il paese per andare a vendere) come viene chiamato a Erto e fòra pal mónt a Claut, a le basse a Cimolais  è il caratteristico commercio ambulante di piccoli manufatti in legno che ha avuto il suo culmine nel corso del 1800 ed è l’antica forma di emigrazione della Valcellina e di quelle limitrofe.

D’inverno, nelle case risuonavo i colpi d’accetta per dare forma agli oggetti; era  questa la stagione durante la quale gli uomini preparavano il carico che sarebbe poi stato venduto. Qualcuno per poter avere più materia prima, sgrezzava gli oggetti ancora nel bosco per poi rifinirli a casa, così aveva più pezzi e meno ingombro al ritorno. Naturalmente questo richiedeva una conoscenza profonda degli alberi, l’acero per esempio era quello più adatto per i cucchiai perché non s’impregna di odori e quindi va bene in cucina.

Mio padre faceva pestasali, mestoli da polenta, mattarelli, peverine, dopo portauova, i fusi, quello per mettere il ferro della calza, cannole per le botti del vino, cose così. Invece i chcchiai è a Claut che li facevano, si andava a comprarli a Claut, le sedoni, i guciari, a Claut. E a Erto facevano le forchette di legno. continua in https://cimolais.it/gli-emigranti-della-valcellina/

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IL MARCHIO DEL PARCO IN TUTTO IL PIANETA

Sette milioni di euro di investimento per la nuova linea Dolomia Emotion, pensata per
completare la gamma di prodotti e guardare al mercato “green” del vetro a rendere: l’azienda di Cimolais che imbottiglia con il marchio Dolomia, unica acqua al mondo che sgorga all’interno di un sito dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. “Non è stato facile investire così tante risorse in una fase congiunturale delicata che impone di navigare a vista – le parole dell’amministratore delegato Gilberto Zaina -. Ma il completamento del progetto Dolomiti 2020 era alle porte ed il logo delle Dolomiti Friulane concesso dal Parco da sempre ci sostiene nel rassicurare la clientela sulla totale qualità. La certezza di disporre di un’acqua tra le più pure e equilibrate ci ha quindi convinti: è dal 2008 che portiamo il Made in Friuli sulle tavole dei cinque continenti e i primi segnali di ripresa dopo l’emergenza Coronavirus ci confortano”.

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COVID Fvg: la montagna pordenonese fra le zone più colpite

Il fenomeno all’attenzione degli analisti è l’inversione di tendenza che si sta registrando rispetto alla prima ondata del contagio quando la montagna era stata risparmiata. Allora l’isolamento naturale che caratterizza queste zone aveva fatto da barriera, ma in assenza del lockdown anche l’ultimo argine è venuto meno.

Erto e Casso, Cimolais, Claut, Tramonti di Sopra e di Sotto, Cavasso Nuovo, Forni di Sotto e Socchieve insieme a Enemonzo e Tolmezzo restano tra i comuni più colpiti.

Sono questi i comuni sotto osservazione anche se, al momento, difficilmente saranno sottoposti ad altri screening di massa. In questa fase i focolai continuano a svilupparsi soprattutto in famiglia e nei luoghi di aggregazione. Da qui le raccomandazioni sempre valide di evitare gli assembramenti mantenendo il distanziamento interpersonale. fmv

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Allerta meteo: ancora qualche disagio poi la perturbazione dovrebbe lasciare il nostro territorio

La forte perturbazione che nei giorni scorsi ha portato pioggia e neve su tutta la montagna frilana nel giro di qualche ora dovrebbe esaurirsi. La pioggia è scesa incessantemente per oltre 20 ore su tutta la regione. Fiumi, canali e torrenti esondati nella Bassa friulana, dove si sono verificati allagamenti, mentre la montagna ha dovuto fare i conti con una nevicata che ha causato disagi e la chiusura di numerose strade. Acqua alta e mareggiate a Grado e Lignano. Frane, strade interrotte, blackout e alberi abbattuti in tante zone della Carnia. Il pronto intervento dei mezzi spazzaneve ha garantito, in ogni caso, la transitabilità delle strade che, dopo la chiusura di sabato e la riapertura di domenica, sono state sempre transitabili.

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Gravi danni per il maltempo in Valcellina

La zona maggiormente colpita dall’eccezionale mix di pioggia e vento di questi giorni è stata la Valcellina. Allagamenti, strade parzialmente invase di detriti e alberi caduti si registrano anche in Val Tramontina, a Vito d’Asio e Clauzetto.

Alle 20 di domenica è stata riaperta al traffico la strada regionale 251 della Valcellina – Val di Zoldo, chiusa per più di 48 ore. Per l’ennesima volta il torrente Varma e il Cellina hanno sfogato le rispettive piene sulla vicina carreggiata.

Come in passato, la causa principale dell’episodio è l’eccessivo inghiaiamento dei greti. «Mi preme rilevare l’impegno delle ditte locali e dei volontari che per due giorni e due notti hanno asportato materiale dagli alvei e scongiurato così un’interruzione ancora più pesante», ha detto il sindaco Claudio Traina che ha coordinato le operazioni da casa in quanto sottoposto a quarantena.

Bisognerà invece attendere qualche giorno per capire i danni subiti dal cantiere per la costruzione del ponte di by-pass della diga. Parte dell’area di lavoro è finita sott’acqua. Tra oggi e domani era previsto l’arrivo di un’enorme gru per la posa di un altro concio del viadotto e per i test statici.

Tutto rinviato a data da destinarsi. Resta anche da capire se, alla pari di quanto accadde con la tempesta Vaia del 2018, il Cellina riempirà l’invaso di tronchi e ramaglie, creando così disagi alla potabilità dell’acqua di tanti paesi della pianura. Una curiosità: in una sola ora su Barcis è caduto il quantitativo record di 430 millimetri di pioggia. fmv

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San Nicolò

Anche se un pò in ritardo a causa delle interruzioni del mal tempo in questi giorni passerà per le case dei bimbi San Nicolò. L’Amministrazione comunale che è in contatto conSan Nicolò informa:

Buon Pomeriggio.👐Questa mattina abbiamo ricevuto una lettera, una lettera scritta a mano, come non se ne vedono più molte. 📨” Cari Bimbi, purtroppo quest’anno, come gli scorsi anni, non potremmo vederci di persona. 😇So però che tutti voi siete stati veramente molto bravi quest’anno, sono sicuro che questa notte mi farete trovare comunque un pò di farina per il mio instancabile asinello e magari un pò di vino per me. 🍷🥣Nei prossimi due tre giorni, non appena avrò finito il mio lavoro di consegna, quest’anno più difficile visto la pioggia e la neve, 🌨 sperò di riuscire a passare per le vie del paese e magari di potervi salutare di persona. Purtroppo non riuscirò a raggiungere personalmente tutti i bambini come gli scorsi anni. Ma cercherò di far sentire comunque la mia presenza a tutti.Nel frattempo contnuate a fare i bravi 🎉🎁Vostro SAN NICOLO’ Come vedete anche per San Nicolò questo è un anno difficile, ci ha comunque detto che probabilmente nei prossimi giorni, se il lavoro e il tempo lo permetteranno ci farà una gradita visita. 🥳🤩🥰Perciò voi Bimbi continuate a fare i bravi… e voi genitori attendete novità al riguardo.

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Un grazie alla Protezione civili

L’amminsitrazione comunale di Cimolais ha voluto ringraziare i volontari della protezione civile per la disponibilità data in queste giornate di maltempo sulla pagina fb così scrive:

Ringraziamo di cuore💕❤️ i #volontaridivalore del nostro Gruppo Comunale Protezione Civile Cimolais per il loro lavoro.Volontari che lasciano a casa i loro genitori, le loro mogli e figli, le fidanzate mettendo a disposizione il loro tempo e facendo del loro meglio per il bene e l’incolumità di tutta la popolazione.Grazie di cuoreVi siamo sempre vicini

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Il Friuli torna in area gialla

 Il Friuli Venezia Giulia torna regione gialla. Ma non c’è da stare allegri. I contagi continuano a crescere (siamo la regione con il più alto indice ogni 100 mila abitanti), i morti sono tanti e il picco deve ancora arrivare.Siamo “in ritardo”, rispetto alla media-Paese di quasi tre settimane.

A inizio settimana, il fisico Roberto Battiston, professore ordinario di Fisica Sperimentale a Trento e presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana dal maggio 2014 al novembre 2018 ha analizzato anche i numeri della nostra regione. Battiston è lo studioso che, correttamente, ha previsto il picco in Italia il 27 novembre. Ma non qui: in Fvg sarà il 18 dicembre.

I calcoli dicono, infatti, che se nel resto del Paese, con la seconda ondata, i ricoveri sono aumentati del 15 per cento, nella nostra regione l’aumento è del 100 per cento. Se in Lombardia il numero dei contagi è stato 4 volte superiore rispetto alla prima ondata,in Friuli Venezia Giulia è superiore di 22 volte«Si fanno più tamponi – ha spiegato Battiston –, ma non basta a giustificare un incremento così importante. Qualcosa non ha funzionato nel sistema di contenimento».(f mv)

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In Valcellina una cascata di fango, paesi isolati per ore: caditoie traboccanti di detriti e fogliame

È stata una nottata quella di sabato di preoccupazione in Valcellina. Per alcune ore la zona compresa tra Erto e Casso Cimolais Claut è risultata completamente isolata. Alla chiusura del troncone meridionale della strada 251 per l’esondazione del torrente Varma si è infatti aggiunta una seconda interruzione viaria, questa volta a nord di Erto. Dalla parete rocciosa su cui sorge l’abitato di Casso, a picco sulla diga del Vajont, si sono infatti attivate alcune imponenti cascate. Una massa di acqua fangosa e di rocce si è scaraventata sulla sottostante 251, imponendone il blocco. Anche alcuni mezzi dei vigili del fuoco che cercavano di raggiungere la Valcellina dal versante bellunese hanno dovuto attendere il deflusso della fiumana prima di proseguire per Cimolais. Alle 5.30, approfittando di una pausa nelle precipitazioni, la carreggiata è stata sgombrata dal materiale inerte e la circolazione è ripresa regolarmente da e per il Veneto.A Barcis le piogge di sabato hanno impedito il deflusso delle acque che dalle 16 di sabato si sono estese ben oltre la fascia di asfalto alla confluenza del Varma. Ieri sera in serata è stata riaperta la 251 da Barcis a Arcola. Oggi sono in programma i sopralluoghi di Fvg strade. La zona più colpita è comunque quella di Erto e Casso dove una porzione di massicciata della 251 è collassata, trascinando fondovalle la linea elettrica di bassa tensione e quella telefonica. Il fatto è accaduto attorno alle 2 del mattino in prossimità della località di Le Spesse. Nello stesso momento l’unica strada che sale a Casso finiva sommersa da una colata di detriti del rio Rui: solo ieri mattina è stato possibile rimuovere la frana grazie all’intervento di alcune pale meccaniche. È andata un po’ meglio a Cimolais, Claut, Barcis e Andreis dove gli uomini del 115, gli agenti delle sei stazioni forestali del Pordenonese e i volontari della protezione civile stanno operando ininterrottamente da sabato pomeriggio.

Decine gli interventi per allagamenti di scantinati in Via C. Battisti e Via XIX ottobre che, grazie al pron to intervento della protezione civile e dei vigili del fuoco si sono risolte in maniera abbastanza rapida. Un torrene d’acqua è infatti sceso dalla zona chiesetta alpina e ha allagato molte case site nel lato a sinistra della via. Una vera stima dei danni potrà essere fatta solo nei prossimi giorni, anche perché di qui al fine settimana sono annunciate a più riprese nuove piogge torrenziali. Uno sguardo di preoccupazione viene riservato al cantiere attualmente operativo a Barcis per la costruzione della nuova strada di by pass del paese: la piena del Cellina potrebbe aver compromesso parte dei lavori già eseguiti. (fMV)

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Musicisti cimoliani

La passione dei cimoliani per la musica è sempre stata molto grande. Dalla mitica ORGHESTRA AZZURRA ai gruppi musicali di oggi. Abbiamo raccolto alcune foto che testimoniano, negli anni la passione dei nostri giovani

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