Lieve scossa di terremoto L’epicentro in Col delle Pitte

È passata quasi inosservata, la breve, ma intensa scossa di terremoto che martedì pomeriggio ha interessato la Valcellina: un sisma di magnitudo 2.5 Richter è stato registrato alle pendici del Col delle Pitte, a meno di 3 km da Claut. Non si sono registrati danni, a eccezione del distacco di modeste quantità di graniglia dalle pareti più instabili.

L’area è comunque tenuta sotto osservazione dai tecnici, in quanto da qualche settimana la fascia compresa tra forcella Clautana, Carnia e Slovenia ha ripreso a manifestare segni di attività tellurica.

Si tratta di fenomeni naturali e piuttosto frequenti, per queste zone montane, ma che a ogni risveglio causano scosse comprese tra 2 e 4 gradi Richter, nonché riportano in tutti alla memoria la tragica notte di maggio 1976. D’altro canto, l’ampia zona che dalla Val Tramontina si estende sino all’Alpago bellunese passando per la Valcellina è monitorata da decenni per le sue caratteristiche altamente sismiche. — fmv

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Legge sulla montagna: servono più servizi

A prescindere da chi la presenta come un toccasana o da chi rileva alcune criticità, la legge Montagna passerà l’esame sui territori purché, ripetono i presidenti delle Comunità di montagna, finanzi la creazione di asili nido, scuole, servizi sanitari e sociali, reti tecnologiche affidabili e l’acquisto della prima casa. Senza la certezza di poter disporre dei servizi si rischia di mettere in discussione i segnali positivi che si intravvedono anche nelle terre alte del Friuli Venezia Giulia.

Proprio perché i problemi da affrontare sono molti, il presidente della Comunità di montagna Dolomiti friulane, Dino Salatin, parla chiaro: «Se saremo in grado di coglierla e di avanzare proposte concrete si tratta di una grossa opportunità. Dobbiamo smetterla di piangerci addosso e di chiedere la carità, se continueremo a comportarci in questo modo non abbiamo futuro».

Salatin ritiene che chi va a vivere in montagna – nell’ultimo anno, nel Pordenonese, in 1.200 hanno fatto questa scelta – «deve poter vivere di montagna. È del tutto inutile fare discorsi politicamente corretti, per contrastare lo spopolamento servono progetti concreti». E pure i servizi, aggiunge il vicepresidente della Comunità di montagna della Carnia, Lino Not, secondo il quale non sono tanto le prospettive occupazionali a diventare fondamentali per convincere le famiglie a trasferirsi in montagna, quanto la disponibilità di servizi qualitativamente elevati. E se tutto questo, come sostengono i politici di centrodestra, è previsto dalla legge, a preoccupare il centrosinistra sono le risorse perché 200 milioni a livello nazionale non basteranno per contrastare lo spopolamento favorendo l’emigrazione dai centri urbani. A definirlo un grande risultato che mette a disposizione 200 milioni a livello nazionale, è il senatore leghista, Marco Dreosto, convinto che si tratti di una legge fondamentale per ridurre i divari economici e implementare i servizi e le comunità, prestando attenzione ai giovani e alle famiglie e per «stimolare la natalità e la creazione di opportunità occupazionali di prossimità». Dreosto ricorda, infatti, che le terre alte occupano il 35 per cento del Paese e del Friuli Venezia Giulia. Dello stesso avviso il deputato del Carroccio, Graziano Pizzimenti, il quale confessa di aver sempre avuto nei suoi pensieri le aree montane, quelle che – aggiunge –«grazie al ministro Calderoli e a questo Governo tornano a essere centrali. Si tratta di un risultato eccezionale, frutto di un lavoro che la Lega ha portato avanti con grande determinazione per dare dignità e garantire i servizi essenziali nelle terre alte. Più tutele per la nostra gente, più servizi, più diritti: questo è l’obiettivo che possiamo dire di aver raggiunto e che intendiamo perseguire per il futuro»

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Legge sulla montagna : Mancano medici e servizi sanitari

Anche se in questo caso a provocare tagli e diverse organizzazioni dei servizi è la carenza di medici e infermieri, uno dei problemi da risolvere per pensare di puntare sullo sviluppo della montagna è quello della presenza e del potenziamento dei servizi sanitari e sociali. La mancanza di medici di base, a esempio, non aiuta a promuovere la qualità della vita che offre la montagna, dove si è dovuti ricorrere all’istituzione del medico di vallata. Tutti sollecitano il potenziamento dei servizi socio-sanitari, ma spesso la mancanza di personale non lascia alternative e costringe gli amministratori ad adottare scelte pesanti anche in termini di ricadute territoriali. L’auspicio è che, attraverso la legge Montagna, vengano previsti incentivi per invogliare i professionisti a prestare servizio nelle terre alte. fmv

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Montagna i primi fondi tra un anno

Il Senato ha varato la nuova legge sulla montagna, con 200 milioni di euro del fondo (Fosmit) che l’accompagna. Ma per metterla a terra ora servono i decreti attuativi. Per dare incentivi al personale scolastico e a quello sanitario che scelgono di lavorare e vivere in montagna. Ma per vedere i decreti l’attesa potrebbe allungarsi fino a un anno. Anche di più.

I decreti attuativi stabiliranno anche quanto riceveranno direttamente le Regioni. L’anno scorso il Friuli Venezia Giulia ha incamerato 5 milioni e 305 mila. Il Veneto ha incamerato 9 milioni e 595 mila euro. Ma la nuova legge sulla montagna blinda 105 dei 200 milioni di euro per la sanità di montagna (40 milioni), la scuola (20), le giovani imprese, la casa, la natalità, l’agricoltura e le foreste. Alle Regioni, quindi, resterebbero, di risorse dirette, 105 milioni. Il Veneto potrebbe ricevere quindi 3,7 milioni e il Friuli Venezia Giulia 2,3, in base ai precedenti criteri di distribuzione. Ma a questi trasferimenti diretti si aggiungono appunto gli indiretti, sempre per la montagna, in cui si articola la nuova legge: sanità, scuola, imprese, natalità, infrastrutture digitali, forestazione, altri servizi ancora.

In Friuli e in Veneto ci si augura quindi di poter contare almeno sulle stesse somme dell’anno scorso: rispettivamente 5 e 10 milioni. E magari anche con un supplemento di risorse. L’Uncem, infatti, l’Unione delle Comunità e dei Comuni montani, ha già sollecitato il governo e il parlamento a recuperare altri 100 milioni. Non si sa ancora, però, quanti soldi nel dettaglio arriveranno per le varie voci indirette legate a scuola, sanità e altro: bisogna aspettare le future regolamentazioni. «Da 200 milioni di euro, introdotti dal precedente governo, si può salire anche attivando risorse dalle concessioni, idroelettriche, autostradali, delle attività estrattive» dice il presidente dell’Uncem, l’Unione delle Comunità e dei Comuni montani, Marco Bussone, «La montagna non vuole più regalare risorse». E, d’altra parte, la stessa legge sulla montagna chiama in causa la responsabilità della grandi concessionarie che operano sulle Terre alte. Venezia e Trieste, peraltro, hanno il compito di ridistribuire questi fondi ai Comuni montani. FMV

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Legge sulla montagna: servono Collegamenti telefonici più veloci

In montagna, soprattutto nelle zone meno accessibili, i collegamenti telefonici sono sempre complicati. Mediamente la copertura raggiunge l’80 per cento delle località abitate. La percentuale è sicuramente alta ma non sufficiente per mettere in condizioni tutti di lavorare in smart working e di comunicare con tutti gli strumenti. Il vicepresidente della Comunità montana della Carnia, Lino Not, lo fa notare ricordando che la disponibilità della rete è uno dei servizi fondamentali per attirare nuovi residenti. Invece, soprattutto gli abitanti nelle aree più isolate dove i gestori telefonici non hanno interesse di portare la fibra, molto spesso non possono contare su collegamenti affidabili. Non a caso diverse amministrazioni comunali, per accogliere i nomadi digitali, stanno mettendo a disposizione spazi di co-working completamente cablati. fmv

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È ONLINE IL QUARTO NUMERO DEL 2025 DEL MAGAZINE “ESPLORA & AMA”

Alla scoperta degli angoli più belli del Friuli Venezia Giulia; ve li racconta “Esplora&Ama” sulle pagine del loro splendido Magazine, con una parte – per ogni numero in uscita – dedicata ai comuni della Magnifica Comunità di Montagna Dolomiti Friulane, Cavallo e Cansiglio

Per sfogliarlo al seguente link

Esplora & Ama – Agosto-Settembre 2025 – Esplora & Ama

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Un docufilm su Fantin Vittorio , medico di base di CImolais Claut e Erto

Vissuto a Cordenons, ha trovato la sua realizzazione in età matura, nella Valle del Vajont, tra la gente di montagna che, a distanza di 62 anni dalla tragedia del 9 ottobre, non dimentica ma guarda avanti. Vito Fantin, 67 anni, dopo la laurea conseguita nel 2022 ha scelto di non restare in città, ma di esercitare come medico di base nelle zone dove nessuno vuole andare. Una storia fuori dall’ordinario, che ha colpito la giornalista Rai Silvia Rossetto, diventando il cuore del documentario “Il medico del Vajont”, in onda domenica alle 9.15 circa su Rai3. Il servizio sarà replicato mercoledì alle 21.15 su Rai3 Bis (canale 810) e resterà disponibile anche sull’applicazione Rai Play, per chi non potrà seguirlo in diretta.

Fantin è oggi l’unico medico per Cimolais, Claut ed Erto Casso: tre ambulatori, 1.500 pazienti e decine di chilometri percorsi ogni giorno. «Non posso spegnere il cellulare – racconta – perché qui il medico di base è spesso l’unico presidio. Lo faccio volentieri, anche perché io, tra questa gente, genuina e accogliente, sono rinato». Fantin ha portato a termine a 65 anni un percorso di studio che aveva iniziato da giovane, ma che non aveva potuto concludere per vicissitudini personali. Un nuovo capitolo della sua vita si è poi aperto nel novembre del 2023, con l’apertura del suo ambulatorio.

«Volevo raccontare l’anniversario del Vajont in modo diverso – spiega Silvia Rossetto –. Non la cronaca o i processi, ma la sua popolazione, attraverso le voci della valle. In Vito e nella sua storia fuori dal comune ho trovato la chiave. È una sorta di Virgilio che mi ha accompagnata in questo viaggio durato tre mesi di lavoro». Il documentario raccoglie anche altre voci significative della valle: Ugo Manarin e il giovane Valentino Corona; le due Angeliche Corona e la farmacista Roberta Chiaradia. Elio De Anna, ex amministratore e giocatore di rugby, e Vittorio Saccher, ex allenatore di calcio, uniche voci esterne alla valle, ascoltate per la loro passione sportiva legata a quella del cordenonese. E poi ci sono i ricordi dello scrittore Mauro Corona, amico di Vito, che nel 1963 aveva 13 anni. — FMV

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Addio alla farmacista Silvia Scarabello

Ricordiamo con affetto Silvia e porgiamo le consoglianze al marito e alla famiglia

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Recuperato il legname del Bosco Lodina

Il bosco di Lodina, in Comune di Cimolais, nel luglio del 2023 è stato interessato da un devastante fenomeno di “downburst”, un temporale caratterizzato da forti venti al suolo che hanno causato lo schianto di un’area boschiva di 17 ettari, lasciando a terra circa 3.300 metri cubi di legname (circa 2500 piante) e interrompendo il sentiero di accesso al Ricovero di casera Lodina.
Nell’autunno dello stesso anno, il Comune di Cimolais, in collaborazione con l’Ente Parco, si è attivato per definire un progetto di recupero del legname, comprendendo interventi integrativi rispetto a quelli già previsti nell’area.
L’area dei lavori, particolarmente impervia, ha richiesto un approccio tecnico complesso. Sono state installate gru a cavo con stazioni di valle situate in località Compol, per consentire l’esbosco del legname attraverso linee di lunghezza fino a 900 metri. Nelle zone non raggiungibili con teleferiche, l’intervento si è svolto manualmente, con operazioni di
depezzamento e accatastamento dei tronchi e della ramaglia direttamente sul posto.
Durante i lavori, particolare attenzione è stata dedicata alla sistemazione delle ceppaie, disposte in modo da garantirne la stabilità ed evitare fenomeni di rotolamento verso valle, e dlla prevenzione di contaminazioni ambientali legate a perdite di combustibili o oli dai mac
chinari utilizzati.
In totale sono stati rimossi 2700 metri cubi di legname in un’area di 17 ettari, con interventi di precisione che hanno rispettato le peculiarità ambientali dell’area. I lavori, durati circa sette settimane, hanno inoltre consentito i successivi lavori di ripristino del sentiero, riprofilandone
la sagoma.
A partire da sabato 7 dicembre tale sentiero (segnavia CAI numero 374) è pertanto nuovamente fruibile, consentendo l’accesso al Ricovero di Casera Lodina, all’omonima Forcel
la, all’articolazione degli itinerari nei gruppi del Monte Duranno e della Cima dei Preti, ed ai collegamenti tra le Valli Cimoliana, Vajont e Zemola. FONTE L’AQUILA

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Alpinista cade durante la scalata al campanile di Val Montanaia: è grave

L’uomo, un 57enne lombardo, è stato recuperato dal personale del Soccorso alpino e trasportato in elicottero all’ospedale.

alpinista di 57 anni della provincia di Lecco in gravi condizioni dopo essere caduto al primo tiro di corda sopra l’attacco del Campanile di Val Montanaia, intorno alle 12 di domenica 28 settembre, nel territorio comunale di Cimolais. Impossibilitati a raggiungerlo, a chiamare il Nue112 sono stati altri alpinisti impegnati nella scalata, che hanno riferito di aver udito un tonfo.

La cordata, che si trovava alla base del Campanile, era impegnata nella prima lunghezza di corda, sullo zoccolo del monolite, e anche i componenti di un’altra cordata poco lontana, che hanno prestato i primi soccorsi, non avevano rete telefonica per telefonare.

La Sores ha attivato subito la stazione Valcellina del Soccorso alpino e l’elisoccorso regionale.L’elicottero, con equipaggio completo, ha effettuato un sorvolo e ha avvistato dall’alto una persona distesa, già messa in sicurezza, e altre persone intorno e ha verricellato sul posto l’equipe tecnico sanitaria, poi è ripartito per prelevare altri due tecnici della stazione Valcellina in previsione di un aiuto nelle operazioni di imbarellamento e recupero.

L’alpinista, stando alle informazioni raccolte dal tecnico di elisoccorso del Soccorso Alpino, era impegnato nella prima lunghezza di corda quando improvvisamente gli è scivolato un piede, precipitando per quindici metri. La sua caduta è stata fermata dal compagno di cordata sull’ancoraggio principale di sosta, mentre l’ancoraggio intermedio, protezione posizionata qualche metro sopra la sosta, non ha tenuto ed è stato divelto durante la caduta, aumentando il fattore di caduta. La persona si è fermata a terra, sopra lo zoccolo del campanile.

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Ora i medici ci sono Cessa l’attività dell’Asap Dolomiti 3

Cessa l’attività dell’Asap (ambulatorio sperimentale di assistenza primaria) Dolomiti 3, nell’ambito formato da 16 comuni ubicati tra Maniaghese e Spilimberghese (Vajont, Frisanco, Vivaro, Andreis, Maniago Barcis, Cimolais, Claut, Erto e Casso, Montereale Valcellina, Cavasso Nuovo, Fanna, Arba, Meduno, Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto). Lo ha annunciato l’Asfo rendendo nota anche la cessazione degli incarichi nell’Asap dei dottori Umberto Basili, Ksenia Bekaeva e Lorena De Cecco Beolchi.

In particolare, per quanto riguarda Meduno, Tramonti di Sotto e Tramonti di Sopra, a prendere servizio come medico di base sarà Lucio Bomben. Gli Asap sono nati come risposta alla carenza dei dottori di medicina generale, soprattutto nelle aree montane: si pensi solamente alla Val Tramontina, priva di medico dal primo maggio 2023, con utenza prevalentemente anziana, costretta a peregrinare per vedersi garantire le cure essenziali e il diritto all’assistenza.

Un episodio curioso, riferito ieri. Nella lettera spedita alle famiglie assieme alla tessera sanitaria non compare lo studio ubicato nel comune di Tramonti di Sotto. Un fatto che non è passato inosservato tra i cittadini.

A mettere in evidenza i limiti dei Asap non sono stati solamente gli assistiti, ma anche i politici: la professionalità di chi opera e ha operato non è in dubbio – sia chiaro -, però tali ambulatori sono stati concepiti come misura straordinaria.

Il Pd in Regione ha parlato di un «modello fallito», come ha evidenziato il consigliere Laura Fasiolo, mentre Nicola Conficoni ha chiesto di investire sui medici di base, definendo gli Asap «una toppa non più sostenibile». «Soprattutto l’utenza anziana ha bisogno di un rapporto consolidato con il proprio medico di fiducia – ha rimarcato Conficoni –. Chi opera all’interno dell’Asap ha indubbiamente la preparazione necessaria e garantisce una continuità nei servizi, ma questa soluzione non è ottimale e non può essere definitiva, come ci hanno insegnato altri casi in regione e come è intuibile dal rapporto che si instaura con il proprio medico, visto che l’Asap si basa su una rotazione dei dottori e turni. Questa situazione, figlia di anni di sottovalutazione del problema, va corretta con interventi e incentivi».FMV

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Gallerie chiuse di notte Finestra di mezz’ora per il transito di auto e tir

Verrà aperta una “finestra” a tempo per consentire a eventuali mezzi pesanti l’attraversamento notturno delle gallerie del Dint e di Prapiero, interessate da lavori di messa in sicurezza: da lunedì e fino al 4 ottobre i tunnel che collegano Barcis e Andreis al resto della Valcellina saranno infatti interdetti al transito dalle 22.30 alle 5.30. Le maestranze dovranno mettere mano alle volte e tinteggiarle.

Il traffico leggero sarà deviato su vie secondarie mentre i camion non potranno usare il by pass per questioni di orografia stradale. A questo punto è stata creata una fascia di smaltimento di eventuali code ai due imbocchi: da mezzanotte e mezza all’1 di ogni giorno non festivo il cantiere si bloccherà e farà defluire i tir. Durante la mezz’ora di pausa anche auto, furgoni e motociclette potranno accedere al Dint e Prapiero. I due trafori e quello limitrofo del monte Fara sono stati appena “declassati” dalle recenti normative europee. Applicando un decreto ministeriale dello scorso 20 giugno, l’agenzia regionale per la mobilità Fvg strade ha infatti imposto un distanziamento obbligatorio di almeno 100 metri tra ciascun veicolo. Da Bruxelles sono pervenute indicazioni severe in materia di incendi e infortuni. Al momento questo troncone di ex statale 251 della Valcellina – Val di Zoldo resta l’unica via di accesso alla pianura Maniaghese in quanto la carreggiata della Pala Barzana è ferma per smottamento mentre a breve sulla Barcis – Piancavallo sarà sospesa la circolazione a causa dell’inverno. —fmv

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