Sito di riferimento per tutte le persone che per affetto o per affari hanno un legame con Cimolais, affinchè ciascuno possa portare un contributo per migliorare questo stupendo NOSTRO THIMOLEI
È stato prorogato sino a fine mese il cantiere che sta interessando l’ex statale 251 della Valcellina–Val di Zoldo, in comune di Cimolais: il troncone di carreggiata che passa per San Floriano è al centro di un intervento di riqualificazione.
L’impresa Fabris è stata autorizzata da Fvg strade ad attivare un cantiere dalle 7 alle 18. 30 di ogni giorno feriale. Di qui la possibilità di rallentamenti del traffico e presenza di maestranze in carreggiata. I lavori si sarebbero dovuti concludere qualche giorno fa, ma l’originaria tabella di marcia è slittata in avanti per il maltempo. L’operazione è stata disposta dal Comune. Investimento di oltre mezzo milione di euro per rifacimenti stradali, scavi e realizzazione di marciapiedi. — fmv
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Sarà restituita oggi la credenza della Sacrestia della Parrocchia Santa Maria Maggiore restaurata dai volontari e dai partecipanti al corso di restauro organizzato dalla Somsi sotto la guida del Maestro Vanes Venerus
Un grazie particolare da parte di Don Luca nel bollettino settimanale
La Società Operaia di Mutuo Soccorso e Istruzione “Eco del Lavoro” di Lestans, fondata nel 1892, nacque per offrire ai lavoratori sostegno economico in caso di malattia, infortunio o bisogno. Accanto al mutuo soccorso sviluppò un forte impegno sociale: gestì per molti anni l’asilo infantile, istituì la scuola di disegno affinché gli emigranti avessero competenze adeguate, fu di stimolo alla fondazione della latteria e della cooperativa di consumo. Superati i due conflitti mondiali e il terremoto del 1976, la SOMSI ha rinnovato la propria missione dagli anni ’90.
La Società Operaia di Mutuo Soccorso e Istruzione “Eco del Lavoro” di Lestans è oggi una realtà viva e profondamente radicata nel territorio, capace di unire tradizione e impegno contemporaneo, diventando un punto di riferimento per la valorizzazione culturale, la cura del patrimonio storico e la promozione del volontariato locale.
Uno dei suoi aspetti più caratterizzanti è la gestione della Casa del ’900, un vero e proprio percorso museale che ricostruisce ambienti domestici e stili di vita del secolo scorso. Non si tratta solo di una collezione di oggetti, ma di un luogo narrativo che permette ai visitatori di entrare in contatto con la storia quotidiana della comunità. A questo si affianca la raccolta degli antichi mestieri, un’altra collezione particolarmente ricca che custodisce strumenti, utensili e manufatti dell’artigianato e della vita contadina, oggi diventati preziose testimonianze etnografiche.
Accanto al lavoro museale, la SOMSI si impegna nel coinvolgimento della comunità: organizza periodicamente corsi di restauro del legno, che hanno un duplice valore: trasmettere competenze pratiche e allo stesso tempo sensibilizzare alla tutela dei beni materiali del territorio. A questi percorsi si aggiungono convegni, incontri e attività divulgative che rafforzano il senso di appartenenza e la memoria storica collettiva.
L’associazione svolge anche un ruolo attivo nella cura dell’ambiente e del paesaggio locale. I volontari partecipano alla manutenzione di aree verdi, alla pulizia di spazi pubblici e al recupero di elementi architettonici tradizionali, come gli affreschi popolari e le ancone. Sono azioni spesso discrete, ma fondamentali per mantenere vivo e accogliente il volto del paese.
Sul piano sociale, la SOMSI sostiene enti assistenziali, promuove iniziative culturali aperte al pubblico e incoraggia la partecipazione civica.
Il restauro del mobile è stato curato da Vanes Venerus, assieme e a numerosi partecipanti ai corsi di restauro del legno. Vanes per oltre 40 anni ha lavorato nel suo laboratorio di Cordenons restaurando ogni genere di mobile antico, compresi i mobili cosiddetti popolari, magari di non importante valore economico ma sicuramente di grande valore affettivo per le persone che glieli hanno affidati. Come succedeva fino a qualche decennio fa, Vanes ha imparato il suo mestiere andando a bottega e perfezionandosi nel tempo, esercitando la sua professione con tale passione che, anche oggi che è in pensione, insegna ai corsi di restauro della SOMSI a Lestans, ed a quelli dell’Ecomuseo Val del Lago a Bordano. Il corso di restauro del legno viene organizzato a Lestans da oltre 30 anni ed è sempre stato curato dalla Società Operaia di Lestans assieme a Vanes. Delle 2 edizioni annuali, una è cofinanziata dall’Ecomuseo “Lis Aganis”.
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Le domande si riferiscono a COSTI SOSTENUTI NELL’ANNO 2024 (PAGAMENTI EFFETTUATI NELL’ANNO 2024 E SPESE RIFERITE A CONSUMI EFFETTUATI NELL’ANNO 2024). RELATIVI A ENERGIA ELETTRICA, RETE IDRICA E RISCALDAMENTO. Le domande di contributo devono essere presentate durante gli orari di apertura al pubblico:
dalle ore 09:00 giorno 27/10/2025
alle ore 12:00 del giorno 15/11/2025 TERMINI PERENTORI
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Lavori pubblici e contributi. Il Comune di Cimolais si avvia alla fine dell’anno con una serie di attività prima di mandare in archivio l’esercizio 2025. Di recente, l’amministrazione del sindaco Davide Protti ha preso atto del finanziamento da 700 mila euro ottenuto dalla Magnifica comunità montana per l’ammodernamento di Pian Pinedo: nel sito sorgono il parco faunistico e la fattoria didattica, meta ogni anno di centinaia di visitatori. All’esterno del cimitero sono stati poi rimossi d’urgenza alcuni alberi che davano sul parcheggio. Il rischio era che le piante, cresciute eccessivamente, collassassero su pedoni e veicoli in sosta. Resterà invece a singhiozzo sino almeno a metà novembre la circolazione in via XX settembre, dove è in allestimento un cantiere per la posa di cavi da cablaggio. Infine, l’associazionismo. Il Comune ha sempre ritenuto indispensabile la collaborazione dei sodalizi per la gestione delle tante iniziative organizzate durante l’anno, sostenendole economicamente in base al loro impegno e alle spese sostenute. Alla Pro loco andranno 7 mila euro e al Cai 5 mila. Circa 2 mila euro a testa ai gruppi Intorno al larin, Farandola e Slow food. Chiudono i donatori di sangue dell’Avis con 500 euro.
Infine, gli anziani proprietari di animali d’affezione possono beneficiare di fondi per le cure veterinarie grazie a un bando regionale. — fmv
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Nascite vicino allo zero e scuole semivuote per la mancanza di alunni e studenti. Se il fenomeno è generalizzato in montagna risulta ancora più evidente. Al punto da costringere i sindaci a rinnovare ogni anno la richiesta di proroga, prevista dalla legge, per poter garantire ai cittadini il mantenimento dei plessi scolastici. Ormai si ragiona a livello di vallata dove gli istituti comprensivi vengono distribuiti sul territorio. In un comune piuttosto centrale viene istituita la scuola dell’infanzia, in uno poco distante la primaria e nel terzo le medie. Quest’anno, nelle scuole del Friuli Venezia Giulia, la prima campanella è suonata per 130 mila 682 allievi, quasi 2 mila in meno rispetto all’anno scolastico precedente. Ma se estendiamo il confronto all’anno scolastico 2022/23 il calo degli iscritti raggiunge le 5 mila 569 unità.fmv
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Una nuova alleanza tra istituzioni, imprese e terzo settore apre la strada a un futuro più inclusivo per giovani adulti con fragilità. Il Consorzio Nip ha avviato i primi passi per portare Project search nella zona montana, un programma internazionale che coniuga formazione, inclusione e lavoro. Nato negli Stati Uniti e oggi presente in oltre 783 siti nel mondo, offre a giovani con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico un percorso concreto di inserimento lavorativo, costruito grazie alla collaborazione tra enti pubblici, aziende e realtà sociali. L’obiettivo è ambizioso: accompagnare ragazzi e ragazze verso un impiego stabile e competitivo, valorizzandone le potenzialità in contesti produttivi reali.
Al fianco del Consorzio, partner di primo piano: Ufficio collocamento mirato della regione, Asfo, cooperativa Futura e cluster Comet. Il progetto e le sue fasi di sviluppo sono stati illustrati alle imprese nella direzione consortile della zona industriale di Maniago, dove molte aziende del territorio hanno già manifestato interesse.
Il programma, destinato a giovani tra 18 e 25 anni, si articola in un percorso di nove mesi con tre tirocini in aziende ospitanti, attività formative in aula e il supporto quotidiano di educatori e tutor. Le aziende offriranno esperienze lavorative reali, ricevendo in cambio supporto operativo, formazione dedicata e incentivi per l’assunzione dei tirocinanti. Un modello che risponde al bisogno di competenze delle imprese e al contempo costruisce percorsi di inclusione duratura.
«Questa alleanza tra istituzioni, imprese e terzo settore – conclude Barel – rende Project search una straordinaria occasione per il territorio: un modello replicabile e sostenibile che mette al centro la persona, rafforza il tessuto sociale ed economico e dimostra come l’inclusione possa diventare un motore di crescita condivisa». —
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I trasporti rapresentano l’altro grosso nodo da sciogliere nelle aree montane. Rispetto al passato, il trasporto pubblico locale ha subito un ridimensionamento non indifferente. In montagna il numero delle corse è stato ridotto a tal punto che all’utenza capita spesso di attendere l’autobus inutilmente perché, all’ultimo momento, le corse vengono annullate. Se da un lato è vero che molto spesso i mezzi di trasporto viaggiano semivuoti o quasi, dall’altro è altrettanto vero che la riduzione delle corse rischia di trasformarsi in un fattore negativo nella valutazione dei pro e dei contro di un ipotetico trasferimento in uno dei numerosi comuni di montagna. Il servizio a chiamata sperimentato recentemente dal gestore del Tpl non sempre viene valutato positivamente soprattutto dalle famiglie con figli in età scolare e dai lavoratori pendolari costretti a raggiungere le città.fmv
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È passata quasi inosservata, la breve, ma intensa scossa di terremoto che martedì pomeriggio ha interessato la Valcellina: un sisma di magnitudo 2.5 Richter è stato registrato alle pendici del Col delle Pitte, a meno di 3 km da Claut. Non si sono registrati danni, a eccezione del distacco di modeste quantità di graniglia dalle pareti più instabili.
L’area è comunque tenuta sotto osservazione dai tecnici, in quanto da qualche settimana la fascia compresa tra forcella Clautana, Carnia e Slovenia ha ripreso a manifestare segni di attività tellurica.
Si tratta di fenomeni naturali e piuttosto frequenti, per queste zone montane, ma che a ogni risveglio causano scosse comprese tra 2 e 4 gradi Richter, nonché riportano in tutti alla memoria la tragica notte di maggio 1976. D’altro canto, l’ampia zona che dalla Val Tramontina si estende sino all’Alpago bellunese passando per la Valcellina è monitorata da decenni per le sue caratteristiche altamente sismiche. — fmv
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A prescindere da chi la presenta come un toccasana o da chi rileva alcune criticità, la legge Montagna passerà l’esame sui territori purché, ripetono i presidenti delle Comunità di montagna, finanzi la creazione di asili nido, scuole, servizi sanitari e sociali, reti tecnologiche affidabili e l’acquisto della prima casa. Senza la certezza di poter disporre dei servizi si rischia di mettere in discussione i segnali positivi che si intravvedono anche nelle terre alte del Friuli Venezia Giulia.
Proprio perché i problemi da affrontare sono molti, il presidente della Comunità di montagna Dolomiti friulane, Dino Salatin, parla chiaro: «Se saremo in grado di coglierla e di avanzare proposte concrete si tratta di una grossa opportunità. Dobbiamo smetterla di piangerci addosso e di chiedere la carità, se continueremo a comportarci in questo modo non abbiamo futuro».
Salatin ritiene che chi va a vivere in montagna – nell’ultimo anno, nel Pordenonese, in 1.200 hanno fatto questa scelta – «deve poter vivere di montagna. È del tutto inutile fare discorsi politicamente corretti, per contrastare lo spopolamento servono progetti concreti». E pure i servizi, aggiunge il vicepresidente della Comunità di montagna della Carnia, Lino Not, secondo il quale non sono tanto le prospettive occupazionali a diventare fondamentali per convincere le famiglie a trasferirsi in montagna, quanto la disponibilità di servizi qualitativamente elevati. E se tutto questo, come sostengono i politici di centrodestra, è previsto dalla legge, a preoccupare il centrosinistra sono le risorse perché 200 milioni a livello nazionale non basteranno per contrastare lo spopolamento favorendo l’emigrazione dai centri urbani. A definirlo un grande risultato che mette a disposizione 200 milioni a livello nazionale, è il senatore leghista, Marco Dreosto, convinto che si tratti di una legge fondamentale per ridurre i divari economici e implementare i servizi e le comunità, prestando attenzione ai giovani e alle famiglie e per «stimolare la natalità e la creazione di opportunità occupazionali di prossimità». Dreosto ricorda, infatti, che le terre alte occupano il 35 per cento del Paese e del Friuli Venezia Giulia. Dello stesso avviso il deputato del Carroccio, Graziano Pizzimenti, il quale confessa di aver sempre avuto nei suoi pensieri le aree montane, quelle che – aggiunge –«grazie al ministro Calderoli e a questo Governo tornano a essere centrali. Si tratta di un risultato eccezionale, frutto di un lavoro che la Lega ha portato avanti con grande determinazione per dare dignità e garantire i servizi essenziali nelle terre alte. Più tutele per la nostra gente, più servizi, più diritti: questo è l’obiettivo che possiamo dire di aver raggiunto e che intendiamo perseguire per il futuro»
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Anche se in questo caso a provocare tagli e diverse organizzazioni dei servizi è la carenza di medici e infermieri, uno dei problemi da risolvere per pensare di puntare sullo sviluppo della montagna è quello della presenza e del potenziamento dei servizi sanitari e sociali. La mancanza di medici di base, a esempio, non aiuta a promuovere la qualità della vita che offre la montagna, dove si è dovuti ricorrere all’istituzione del medico di vallata. Tutti sollecitano il potenziamento dei servizi socio-sanitari, ma spesso la mancanza di personale non lascia alternative e costringe gli amministratori ad adottare scelte pesanti anche in termini di ricadute territoriali. L’auspicio è che, attraverso la legge Montagna, vengano previsti incentivi per invogliare i professionisti a prestare servizio nelle terre alte. fmv
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Il Senato ha varato la nuova legge sulla montagna, con 200 milioni di euro del fondo (Fosmit) che l’accompagna. Ma per metterla a terra ora servono i decreti attuativi. Per dare incentivi al personale scolastico e a quello sanitario che scelgono di lavorare e vivere in montagna. Ma per vedere i decreti l’attesa potrebbe allungarsi fino a un anno. Anche di più.
I decreti attuativi stabiliranno anche quanto riceveranno direttamente le Regioni. L’anno scorso il Friuli Venezia Giulia ha incamerato 5 milioni e 305 mila. Il Veneto ha incamerato 9 milioni e 595 mila euro. Ma la nuova legge sulla montagna blinda 105 dei 200 milioni di euro per la sanità di montagna (40 milioni), la scuola (20), le giovani imprese, la casa, la natalità, l’agricoltura e le foreste. Alle Regioni, quindi, resterebbero, di risorse dirette, 105 milioni. Il Veneto potrebbe ricevere quindi 3,7 milioni e il Friuli Venezia Giulia 2,3, in base ai precedenti criteri di distribuzione. Ma a questi trasferimenti diretti si aggiungono appunto gli indiretti, sempre per la montagna, in cui si articola la nuova legge: sanità, scuola, imprese, natalità, infrastrutture digitali, forestazione, altri servizi ancora.
In Friuli e in Veneto ci si augura quindi di poter contare almeno sulle stesse somme dell’anno scorso: rispettivamente 5 e 10 milioni. E magari anche con un supplemento di risorse. L’Uncem, infatti, l’Unione delle Comunità e dei Comuni montani, ha già sollecitato il governo e il parlamento a recuperare altri 100 milioni. Non si sa ancora, però, quanti soldi nel dettaglio arriveranno per le varie voci indirette legate a scuola, sanità e altro: bisogna aspettare le future regolamentazioni. «Da 200 milioni di euro, introdotti dal precedente governo, si può salire anche attivando risorse dalle concessioni, idroelettriche, autostradali, delle attività estrattive» dice il presidente dell’Uncem, l’Unione delle Comunità e dei Comuni montani, Marco Bussone, «La montagna non vuole più regalare risorse». E, d’altra parte, la stessa legge sulla montagna chiama in causa la responsabilità della grandi concessionarie che operano sulle Terre alte. Venezia e Trieste, peraltro, hanno il compito di ridistribuire questi fondi ai Comuni montani. FMV
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Ai matrimoni russi no se può ridhe A proposet dela Russia , no la fenis mei da merevee , agn tale "piciole "circostanthe.Olga Saenko, responsabile de l'anagrafe dela region de Rostov , tale celebrathions matrimoniai a la proibì no nome da ridhe, fumé, beve, mangé , ma agn da entré con un gaban, con le scarpe sporscie ,o con un saino masa gros.Oltre a chiste esigenthe de " decoro " , alà proibì agn esclamathions , ciacole a ous alta, telefonadhe , schiantadhe o movese tala sala dela celebrathion.A chiste proibithions - che le dires begn a un funeral - la Saenko no la soporta né monadhe né menadhe in giro , al masimo la permet un soriso o una comothion se i vegn fath da cetuth , thentha piasei o alegrie .Al fato alé che la Saenko la veic i sposi e chi che i sta intorn posibili intrics par la tranquilité social. continua su Cè disto? | Cronache da Cimolais
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