Dopo la battaglia di forcella Clautana la ritirata della retroguardia italiana prosegue, ordini e contrordini si susseguono, viene approntata una nuova linea di resistenza appena fuori Claut da due battaglioni in pieno assetto di guerra, ritirati e mandati a presidiare il passo di San Osvaldo, sopra Cimolais, l’ultimo prima di Longarone. La sera dell’8 il gruppo del maggiore Sproesser raggiunge l’avanguardia di Rommel a Cimolais; arriva anche un ordine dal Comando della Jager Division: il WGB si riposi in attesa di truppe fresche della 26° Schutzen. Ma Sproesser non intende mollare proprio ora, anzi chiede rinforzi. Giovedì 9 novembre, freddo e neve che taglia la faccia, alle 5 del mattino le truppe da entrambe le parti sono in attesa. Di fronte al passo San Osvaldo ancora Rommel e la sua avanguardia, mentre una compagnia tenta l’aggiramento passando sui roccioni alti del Monte Cornetto: è un disastro. La neve fresca tradisce gli attaccanti che scivolano nei dirupi ed alcuni muoiono. Non c’è tempo per tentare un’altra manovra che non sia la ripetizione dell’attacco a Forcella Clautana e così vien fatto.
La linea di difesa italiana è composta solo da due compagnie di Bersaglieri del 10° battaglione, che viene investito dalle raffiche delle mitragliatrici sui lati e di fronte, mentre le truppe tedesche si fanno sotto. Alle 9,45 gli attaccanti riescono a penetrare ed a disorganizzare la difesa e catturano 4 ufficiali e 120 soldati, gli altri si ritirarono verso Longarone. A questo punto saltano di nuovo fuori le biciclette da bersagliere che i tedeschi non avevano lasciato lungo la strada e con queste si gettarono lungo la discesa che dal passo di San Osvaldo conduce a Longarone. Il ponte sulla forra del Vajont è preso intatto. Di fronte Longarone, leggermente spruzzata di neve, brulicava di truppe italiane in ritirata
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Ai matrimoni russi no se può ridhe
A proposet dela Russia , no la fenis mei da merevee , agn tale "piciole "circostanthe.Olga Saenko, responsabile de l'anagrafe dela region de Rostov , tale celebrathions matrimoniai a la proibì no nome da ridhe, fumé, beve, mangé , ma agn da entré con un gaban, con le scarpe sporscie ,o con un saino masa gros.Oltre a chiste esigenthe de " decoro " , alà proibì agn esclamathions , ciacole a ous alta, telefonadhe , schiantadhe o movese tala sala dela celebrathion.A chiste proibithions - che le dires begn a un funeral - la Saenko no la soporta né monadhe né menadhe in giro , al masimo la permet un soriso o una comothion se i vegn fath da cetuth , thentha piasei o alegrie .Al fato alé che la Saenko la veic i sposi e chi che i sta intorn posibili intrics par la tranquilité social. continua su Cè disto? | Cronache da Cimolais WebCam
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