La riqualificazione del Vajont fa i conti col problema espropri

Procedono spediti, i lavori del primo lotto del maxi progetto di riqualificazione dell’area della frana del monte Toc, a Erto e Casso. In questi giorni, il geometra padovano Simone Buson è stato incaricato dal Comune di seguire il non semplice iter degli espropri.

I terreni su cui saranno costruiti i nuovi marciapiedi appartengono infatti all’Enel e a privati. Nel primo caso, l’operazione non dovrebbe presentare grandi criticità, trattandosi di appezzamenti acquisiti tra gli anni Cinquanta e Sessanta dall’ex Ente nazionale per l’energia elettrica nel periodo di progettazione e realizzazione della diga del Vajont.

Per quanto riguarda porzioni di prato e bosco formalmente intestati a residenti della vallata, il problema diventa complesso. Spesso, infatti, i nominativi registrati al catasto sono riferibili a soggetti ormai defunti o emigrati all’estero nel dopoguerra senza lasciare parenti in zona. Il professionista dovrà dunque snellire il fascicolo e giungere al più presto agli indennizzi per poter poi partire con i lavori.

Il progetto prevede di realizzare un sistema di collegamento tra i parcheggi a servizio dell’area, visitata da migliaia di turisti ogni anno: l’intenzione è quella di unirli e ampliarli, con particolare attenzione a disabili e fasce deboli. Per raggiungere la diga e la chiesetta di Sant’Antonio del Colomber saranno realizzati 760 metri di percorso pedonale. L’infrastruttura risulterà priva di attraversamenti sull’ex statale 251 “della Valcellina–Val di Zoldo”. Ne sarà lasciato soltanto uno all’altezza della parete per alpinisti de La Moliesa, ma in compenso saranno accesi svariati fari di illuminazione e sarà potenziata la segnaletica.

Allo studio vi è pure la modifica dei limiti di velocità, con una decisa riduzione nelle vicinanze del sito.FMV

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