«Mentre vengono stanziate decine di milioni di euro per il potenziamento dei sei poli invernali regionali, non si è pensato a finanziare i lavori per la sistemazione di sentieri e strutture alpine gestite dal Cai, di cui usufruiscono indistintamente escursionisti e turisti. I sentieri del catasto del Cai regionale sono 635, per uno sviluppo complessivo di 4.180 chilometri, dei quali 39 tratti attrezzati e 44 ferrate. Se si tiene conto pure che, mentre lo sci si pratica soltanto un paio di mesi l’anno, l’attività di escursionismo e alpinismo interessa tutti i mesi, senza contare il maggior numero di persone che svolge quest’ultima attività, è evidente la sproporzione degli investimenti regionali in montagna». Lo afferma Danilo Bettin del Cai di Claut, incaricato dalla commissione Giulio-Carnica sentieri Cai-Fvg, che ha anche sottolineato come, «per incentivare il turismo in montagna, non bastino belle foto e bei panorami pubblicitari, se poi si trascurano le manutenzioni ordinaria e straordinaria».
«Proprio in questa stagione – ha sottolineato – c’è maggiore necessità di interventi di ripristino, dopo un inverno con così tanta neve che non si vedeva da almeno dieci anni. E con quest’ultima sono molteplici le piante cadute, soprattutto in alta quota, e innumerevoli i lavori impegnativi per la riattivazione. Vista questa particolare situazione, i lavori erano iniziati alle quote più basse già alla fine dell’inverno, ma, ora che si tratta di fare manutenzione alle quote più alte, il Cai non ha più disponibilità finanziarie per fare eseguire i lavori».
«Se si considera che le opere più impegnative e pericolose per i volontari del Cai vengono affidate a ditte boschive, incentivando così l’uso di molte maestranze dei paesi di montagna, è automatico che venga interrotta anche questa filiera – ha concluso Bettin –. Il Cai a questo punto sarà costretto a indicare con tabelle i sentieri inagibili, in modo che gli escursionisti non si trovino poi in difficoltà lungo il tragitto. Urge pertanto un immediato intervento della Regione per dare al Cai la possibilità di continuare i lavori e non lasciare un turismo a metà». — fmv