I sindaci guardano oltre le Uti «Creiamo una sola Comunità»

Otto sindaci su 27 dicono sì a una sola grande Comunità di montagna Dolomiti friulane-Destra Tagliamento. Il gruppo di primi cittadini ha inviato a Regione e colleghi amministratori municipali una lettera e un documento nel quale si entra nel merito del piano per il futuro del territorio con un’analisi di costi e benefici. Ciò in vista dell’importante appuntamento in calendario tra un mese: la norma regionale stabilisce che, entro il 15 settembre, i 27 consigli comunali deliberino in merito alla creazione di una o due Comunità di montagna.Il gruppo di primi cittadini ha inviato a Regione e colleghi amministratori municipali una lettera e un documento nel quale si entra nel merito del piano per il futuro del territorio con un’analisi di costi e benefici. Ciò in vista dell’importante appuntamento in calendario tra un mese: la norma regionale stabilisce che, entro il 15 settembre, i 27 consigli comunali deliberino in merito alla creazione di una o due Comunità di montagna. Il gruppo di sindaci ha tenuto a precisare un aspetto. «Ci troviamo nell’impegnativa situazione di operare scelte determinanti per il futuro del territorio, che devono prescindere da qualsiasi motivazione personale o partitica, che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo delle nostre comunità». Ma ci sono amministratori che di un’unica Comunità non vogliono sentir parlare, alla luce pure del fatto che l’esperienza dell’Uti li ha delusi, se non addirittura penalizzati, come hanno in più occasioni evidenziato. La Valcellina, per esempio, propende per la doppia Comunità. Il sindaco di Erto e Casso Fernando Carrara ha da subito precisato di essere a favore di «due Comunità distinte e separate, col Cellina che fa da confine». —

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