I sindaci della Valcellina contrari all’ipotesi di fusione. Il problema resta quello del personale

Un no in coro alle fusioni e un altrettanto unitario sì ai servizi associati per ridurre le spese. La Valcellina risponde così a un’eventuale proposta di unificare sotto una sola sigla i vari Comuni della zona.

Il sindaco Davide Protti è appena stato rieletto alla guida del municipio, ma ha rischiato il commissariamento dell’ente per la mancanza di altri candidati. Protti non crede però all’unico Comune valcellinese. «Le fusioni a freddo calate dall’alto non funzionano perché si tratta di percorsi che devono partire dal cuore della gente – ha commentato -. Prima di unificare i paesi bisogna aggregare i servizi. Un’integrazione sempre più estesa e articolata può farci uscire dall’impasse del personale: non si trovano più giovani disponibili a lavorare nelle vallate e gli amministratori devono spesso fungere anche da dipendenti. Bandiamo i concorsi, ma poi i vincitori rinunciano all’incarico. Rendere efficienti gli uffici non significa però tagliarli, come successo per la sanità.

Anche il sindaco Fabrizio Prevarin stronca l’idea di una fusione che, nel caso specifico, potrebbe al massimo riguardare Andreis e Barcis. «Saremmo comunque troppo piccoli per superare i problemi logistici e di pianta organica – ha affermato l’amministratore comunale in proposito -. Poi non si buttano dalla finestra esperienze millenarie di vita di comunità. Non è così che si risparmiano miliardi di euro. Meglio condividere il più possibile uffici e competenze, senza intaccare la qualità del servizio. Dopo anni di disagi e tagli, gli abitanti meritano serenità». 

Tre poveri che si sposano non fanno un ricco e quando si tratta di unire i debiti la gente giustamente non è contenta». Fernando Carrara, sindaco di Erto e Casso e presidente del Parco naturale delle Dolomiti friulane fmv

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