FRIULI E TRIESTE – SERRACCHIANI NON FERMA LE PROTESTE

L’essere una Regione a statuto autonomo, con una propria carta costituzionale, ha consentito una serie di cambiamenti che la giunta Regionale, con la presidente Debora Serracchiani in comando, ha voluto mettere in atto come prova e prologo alla riforma costituzionale nazionale presentata da Renzi senza successo, sia alle camere, sia attraverso il referendum popolare. Intanto qui da noi le riforme rimangono, le province non ci sono più (tranne quella di Udine), le U.T.I sono già una realtà, quindi in provincia di Udine abbiamo cinque livelli amministrativi contemporaneamente (Comuni, UTI, Provincia, Regione e Stato), cosa non prevista dalla Carta Costituzionale che dato l’esito del referendum del 4 dicembre, è rimasta invariata. La nostra Regione però è diversa, la rivoluzione del sistema sanitario, la prospettiva di perdere l’acqua pubblica e tanti altri fattori che ci distinguono dal resto della nazione, non sempre fanno piacere ai cittadini.  Il partito che ha tolto la possibilità di eleggere il consiglio e il presidente provinciale, avrebbe voluto sopprimere anche le elezioni per i senatori, non ha considerato nemmeno per un momento la possibilità di approvare e autorizzare i referendum richiesti con moltissime firme in più rispetto alle necessarie. Si trattava di un propositivo per istituire due sole province autonome del Friuli e di Trieste, esattamente come già avviene in Trentino Alto Adige, stabilendo già nello Statuto della nuova “Regione Friuli e Trieste” un equo tetto massimo al compenso sia degli amministratori sia dei dipendenti tanto degli enti locali quanto delle società partecipate. Mentre con un referendum regionale abrogativo, proponevano di eliminare le diciotto UTI, vere e proprie “miniprovince” considerate inutili e costose….. continua in http://euroregionenews.eu/friuli-e-trieste-serracchiani-non-ferma-le-proteste/

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