Falde sempre più basse e poca neve in montagna: il Friuli è ancora a rischio siccità

Nel Pordenonese i livelli delle falde acquifere sono più bassi del 35 per cento rispetto alla media stagionale, il Consorzio di bonifica pianura friulana a Ospedaletto (Gemona del Friuli) deriva 7,5 metri cubi d’acqua al secondo, 10 in meno rispetto alla quantità autorizzata, e in montagna la portata di fiumi e torrenti è ai minimi storici.

Il rischio siccità è reale anche perché ci vorrà del tempo per sanare le conseguenze provocate dalla siccità della passata estate. Un dato per tutti: i livelli d’acqua venuti meno nel 2003 sono state recuperate nei cinque anni successivi.

Il calo provocato dalla siccità dello scorso anno non è stato recuperato e il timore è che, in assenza di piogge ripetute per qualche decina di giorni, il rischio di ritrovarsi nella stessa situazione è reale.

«Il livello delle falde è abbondantemente sotto la norma, rispetto alla media stagionale è più basso del 35 per cento» spiega il presidente del Consorzio, Cellina Meduna, Valter Colussi, prima di aggiungere: «In montagna, nei bacini non c’è acqua e poi manca la neve. La pioggia di gennaio aveva portato una boccata d’ossigeno alle falde i cui livelli sono già scesi come a settembre, ottobre dello scorso anno».

Il lago di Barcis è quasi pieno perché siamo nel periodo dell’asciutta, il momento in cui né il Consorzio né il gestore derivano acqua e fanno manutenzione: «A inizio asciutta il livello dell’acqua nel lago era al 50 per cento oggi ha raggiunto l’80» insiste Colussi, non senza far notare che il lago di Barcis «si riempie in poco tempo perché può arrivare, al massimo, a contenere 10 milioni di metri cubi d’acqua, gli altri 12 sono di ghiaia». fmv

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