Del Zotto racconta: «Ecco come sessant’anni fa nacque la scuola d’alpinismo»

Dall’influenza milanese germogliò l’approdo in provincia. Scelto come base il Rifugio Pordenone in Val Montanaia

Com’è nata la nostra scuola? Devo ricorrere a qualche nota personale. Anni ’50. Concluso il liceo, i giovani studenti di Pordenone e della regione guardavano all’Università di Padova, non c’erano alternative. Io, per circostanze casuali, come talvolta capita, approdai all’Università Cattolica di Milano. Un mondo nuovo, tutto da scoprire. Mi ero avvicinato alla montagna per passione di famiglia, come spesso accade, la prima conoscenza con il Monte Cavallo, la Valcellina, Cimolais, il Rifugio Pordenone, i Monfalconi, il Campanile di Val Montanaia con la sua storia, già celebre in tutto il mondo alpinisitico.

Giungo a Milano e mi addentro alla scoperta della città e delle sue straordinarie risorse. Prima gli studi universitari ma, subito, anche la montagna. Mi rivolgo al Cai Milano e mi iscrivo a un corso di roccia. Le lezioni teoriche in sede, la lettura dei primi manuali del Cai – anzi, delle prime dispense – le esercitazioni e le prime arrampicate in Grigna, la montagna degli alpinisti milanesi, sopra il lago di Como a pochi chilometri dalla città.

Programmi e formazione

Siamo negli anni ’50–60. Si provvede alla stesura dei programmi e alla formazione degli istruttori nazionali. Perché non realizzare una scuola di alpinismo anche a Pordenone? Nel Cai centrale era preposto all’organizzazione di quelle prime scuole di alpinismo Fabio Masciadri, un alpinista di vasta esperienza, accademico, avvocato – il che agevolerà i rapporti personali e il dialogo. Nasce un’amicizia spontanea e partecipata. Gli sottopongo il progetto e lo approva con entusiasmo. Sarà la prima scuola di alpinismo, o fra le prime, del Friuli. A Pordenone incontro il consiglio direttivo del Cai e illustro l’iniziativa. Qualche perplessità, ma prevalgono fiducia ed entusiasmo. Il presidente di allora Gino Marchi e in consiglieri più autorevoli, Lando Bellavitis e Tullio Trevisan, dichiarano: “Facciamolo!”.

Rifugio Pordenone

Viene scelto come base il Rifugio Pordenone, in Val Montanaia, con una permanenza stabile di una settimana. Il programma di un corso roccia richiede la collaborazione e la presenza di alcuni Istruttori, per le esercitazioni in parete e per le lezioni teoriche. Anche in questo sono fortunato, ricorrendo alle amicizie di Milano. Due cari amici friulani sono giunti a Milano, Pietro Enrico di Prampero, docente universitario di Scienze Motorie, e la sua gentile consorte Marisanta, appassionati alpinisti.

Anche i numeri danno un senso. Oltre duemila allievi hanno frequentato i corsi di alpinismo, di roccia, di ghiaccio, di scialpinismo organizzati dalla nostra scuola. Un organico di quaranta istruttori, di cui dieci con la qualifica di istruttore nazionale, ne testimonia il livello qualitativo della crescita e l’affidabilità.

L’avvicendamento generazionale ha accompagnato l’evoluzione alpinistica: nuovi modi di pensare e di vivere il mondo della montagna, nuove tecniche.

Ci è sempre cara la denominazione “Val Montanaia”, le montagne della storia alpinistica pordenonese. Montagne fortunate, ancora protette dalle moltitudini e dal frastuono. Con quel Campanile, snello e fiero, meta e simbolo.

Montagne che ci hanno insegnato a cercare sempre, a non accontentarsi mai, a guardare avanti, perché c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. fmv

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