«Col nuovo digitale la montagna rischia ancora più disagi»

Un appello perché i cambiamenti in atto al sistema di ricezione del segnale televisivo non si tramutino nell’ennesimo disagio a carico della popolazione. Fernando Carrara lancia un allarme più come presidente del Parco naturale delle Dolomiti friulane, che in veste di sindaco di Erto e Casso appena riconfermato: il suo timore è che la montagna venga lasciata per ultima nella serie di investimenti che richiederà l’operazione di switch off del sistema radiotelevisivo avviata in queste ore sul territorio nazionale.

«Non sarebbe la prima volta che i nostri paesi vengono abbandonati persino dalla Rai – ha detto il presidente del Parco, che rappresenta una decina di Comuni tra il Pordenonese e la Carnia –. In questi giorni stiamo assistendo allo spegnimento dei vecchi televisori e all’attivazione di segnali che richiedono determinate apparecchiature per la captazione dei canali. Ci sarà la necessità di intervenire anche sui ripetitori, ed è qui che scatta la preoccupazione: la montagna, solo perché poco abitata e non redditizia come la pianura, non può lamentare altri disagi nelle trasmissioni».

In altre parole, basta black out sullo schermo e avanti tutta con l’installazione degli impianti di nuova generazione anche sull’arco alpino. «Spesso in Val Vajont e nelle aree limitrofe non serve nemmeno un fulmine, per isolarci per settimane intere con tv e telefoni», ha ricordato Carrara, chiedendo pari dignità rispetto ai centri più popolosi. Un anno fa, fece notizia la riparazione di un guasto dopo giorni di polemiche e solo grazie a un post su Facebook dell’artista ertano Mauro Corona. O la protesta del sindaco di Barcis, Claudio Traina, che per far funzionare i cellulari in tilt chiese l’interessamento del prefetto di Pordenone. — FMV

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