«Dopo il fallimento delle Uti, a causa di una condivisione solamente di facciata, l’unica via da percorrere è quella delle due Comunità di montagna. Non ci sono scuse, neanche quella della gestione e del futuro del Parco delle Dolomiti friulane, che è nato con ben tre Comunità montane e ha sempre funzionato». Non ha dubbi, il sindaco di Erto e Casso, Fernando Carrara: la via da percorrere è quella di un doppio ente, «al di là di quello che pensano gli otto sindaci a favore di un’unica Comunità».
Il primo cittadino del comune della Valcellina vuole togliersi, ancora una volta, qualche sassolino dalla scarpa col presidente dell’Uti delle Valli e Dolomiti friulane Andrea Carli, sindaco di Maniago, al quale non ha mai risparmiato duri commenti sulla gestione dell’Unione. Questo, a differenza di altri amministratori che, a detta di Carrara, non hanno invece mai detto in faccia a Carli ciò che pensano realmente: lui né teme il confronto diretto né risparmia affondi. «Mi fa sorridere che Carli sia tra gli otto sottoscrittori del documento a favore di un’unica Comunità di montagna e che invochi la condivisione: proprio lui che in questi anni, da presidente dell’Uti, non ha fatto altro che creare divisioni tra amministratori e disparità tra territori – sottolinea Carrara –. È chiaro che, quando parla di condivisione, non intende sedersi a un tavolo e confrontarsi, ascoltando tutti, ma accettare ciò che pensa lui e farselo andare bene. Per anni ha voluto essere al centro del mondo e ha effettuato scelte con arroganza, vedi la questione della presidenza del Nip, incarico conferito a chi ha voluto lui, senza minima considerazione dei rappresentanti dei Comuni fondatori del consorzio, ossia Vajont ed Erto». «Il potere logora chi non ce l’ha – conclude –. Carli ora teme per la poltrona: troppo comodo chiedere adesso di condividere, quando sinora è stato fatto tutto il contrario». Carli, comunque, ha ammesso più volte di avere sbagliato diverse cose, ma per Carrara «il ravvedimento è fuori tempo massimo». —
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EDITORIALE : Cè disto?
REDAZIONALE DI BRESSA GINO
in cimoliano (in calce traduzione in italiano)
20.12.2020
Penseirs ala fin de l’anDion vers la fin dell’an 2020, un an teribile con al Covid in dut al mont.Col 31 de dethembre saron comunque una part dela nostra storia e da medhanuot in scomenthon un’altra.Secur che i temps iè particolari: alè al Corona Virus con males e morth ogni dì; alè una crisi economica che la dura da tant e no se sa quanche la finirà;alè al problema del laorier par betagn , no facile da mantegnì e sciamò pi dificile da sciatè specialmente par i dovens che par chest i stenta agn a formese una famea .E pal mont no le tant de miei , con povertes e guere dapardhut.In ce podhone sperè , alora, in chiste condithions?Alè chi che a pregia parcè che i spera bitant tal Signour, alè chi che a se dha da fiè par la pes , par la salute de chi altre e chi che iè disponibili par ce che al può.continua in CE DISTO ?
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