Bosio: «Il Parco ora deve cambiare»

È cauto nei commenti, ma lascia intendere che la popolazione non è per nulla contenta di come stanno andando le cose. Il sindaco di Claut, Franco Bosio, è molto scettico nel definire i traguardi raggiunti negli ultimi 21 anni dal Parco naturale delle Dolomiti friulane. L’amministratore si limita a ricordare come «l’articolo 2 della legge istitutiva sia chiaro, parlando dello sviluppo del territorio quale scopo primario dell’organo di tutela». «A più di un ventennio dalla sua nascita, dobbiamo seriamente interrogarci su cosa ha fatto il Parco per la popolazione e le attività insediate in valle», ha concluso Bosio. Le parole del sindaco suonano come un nuovo monito del Comune all’attuale dirigenza dell’ente che ha sede a Cimolais.

A novembre è stato l’assessore Gianandrea Grava a tuonare contro le modalità di gestione dei fondi a disposizione. «Ogni anno facciamo la conta di chi se ne è andato – ha detto Grava, astenendosi dal voto sul bilancio programmatico –. Iniziative di serio coinvolgimento dei residenti sinceramente non ne vedo. Se vogliamo che i giovani restino in Valcellina e mettano su famiglia, è necessario offrire loro delle opportunità. Dovrebbe essere questa la priorità del Parco in un’ottica di freno allo spopolamento e all’emorragia di aziende».  Sulla stessa linea d’onda di Bosio e Grava c’è il primo cittadino di Erto e Casso, Fernando Carrara, che evidenzia un altro aspetto della vicenda. «Non possiamo avere dipendenti del Parco che da venti anni risultano precari e interinali», ha infatti sostenuto il primo cittadino della Val Vajont, chiedendo una regolarizzazione dei rapporti di lavoro. In questo ambito «la precedenza deve ovviamente essere data a chi vive in zona e conosce il territorio». I segnali di tensione in vista del prossimo rinnovo del direttivo sono quindi sempre più manifesti. Un rimpasto nel consiglio di amministrazione con la sostituzione del presidente uscente, Marco Protti, potrebbe già avvenire a giugno dopo le elezioni amministrative a Cimolais. E tra i papabili alla guida dell’organo ambientale c’è proprio Gianandrea Grava.(f.fi.) FONTE mv 

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