Le stazioni della Forestale di Claut e di Forni di Sopra sono al freddo, senza riscaldamento. I sigilli ai contatori sono stati apposti ieri mattina. La decisione di tagliare la fornitura del gas parte dalla società che si occupa della rete di distribuzione locale per conto di Eni a seguito di presunte irregolarità nei pagamenti. Detto altrimenti, la Regione non sarebbe in regola con le bollette. Ma la situazione potrebbe essere ben diversa da quella di una banale morosità. Non si escludono colpi di scena dopo che qualche giorno fa i sindaci della Valcellina e del Fornese avevano scritto proprio alla Regione per denunciare l’ennesima “guerra del gas” nei rispettivi Comuni. Secondo quanto scritto dai vari sindaci, «per anni le bollette non sono state inviate in modo tempestivo e ora i compaesani subiscono pressanti solleciti dalle agenzie di recupero crediti».
«Riceviamo ogni giorno richieste di chiarimento da persone che vengono minacciate di taglio delle utenze e decreti ingiuntivi per non meglio precisate omissioni nei versamenti», hanno riferito gli amministratori guidati dal sindaco di Cimolais, Davide Protti. Il blocco alle tubazioni che alimentano le Forestali di Claut e Forni potrebbe quindi dipendere da un equivoco, uno dei tanti denunciati dai Comuni tra consumi mai calcolati, conguagli mai richiesti e fatture mai recapitate al destinatario. Insomma, un caso che fa discutere da almeno cinque anni nelle due vallate alpine. La peculiarità delle due zone è che le condutture del metano risultano di proprietà della Regione. Realizzati con fondi pubblici negli anni Novanta, gli impianti sono stati affidati all’Eni, che in cambio avrebbe dovuto calmierare i prezzi (gli inverni rigidi che caratterizzano questi paesi fanno impennare i costi di riscaldamento). L’intervenuta privatizzazione dell’Eni ha però fatto saltare il banco, con l’applicazione automatica delle tariffe ordinarie. Tanto che dal 2014 la Regione paga una parte delle bollette delle famiglie di Valcellina e Carnia. «Per convenzione, l’Eni dovrebbe avere un ufficio sul posto, ma in realtà ha delegato ogni funzione a ditte esterne, con buona pace per chi ha bisogno di informazioni urgenti», ha concluso Protti. —FMV
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Ai matrimoni russi no se può ridhe
A proposet dela Russia , no la fenis mei da merevee , agn tale "piciole "circostanthe.Olga Saenko, responsabile de l'anagrafe dela region de Rostov , tale celebrathions matrimoniai a la proibì no nome da ridhe, fumé, beve, mangé , ma agn da entré con un gaban, con le scarpe sporscie ,o con un saino masa gros.Oltre a chiste esigenthe de " decoro " , alà proibì agn esclamathions , ciacole a ous alta, telefonadhe , schiantadhe o movese tala sala dela celebrathion.A chiste proibithions - che le dires begn a un funeral - la Saenko no la soporta né monadhe né menadhe in giro , al masimo la permet un soriso o una comothion se i vegn fath da cetuth , thentha piasei o alegrie .Al fato alé che la Saenko la veic i sposi e chi che i sta intorn posibili intrics par la tranquilité social. continua su Cè disto? | Cronache da Cimolais WebCam
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