Al poeta calabrese Alfredo Panettail Premio Malattia della Vallata a Barcis

Alfredo Panetta, calabrese trapiantato a Settimo Milanese, con la poesia “Cori ‘i cimentu/cuore di calcestruzzo”, versi dedicati all’imprenditore edile che nel 1990 fu assassinato dalla ‘ndrangheta per aver osato denunciare chi gli aveva chiesto ripetutamente il pizzo, è salito sul podio del vincitore della 34. edizione del Premio Malattia della Vallata, il concorso letterario nazionale aperto alle poesie nei dialetti e nelle lingue minoritarie. Ieri mattina, in una Barcis sfolgorante di sole e di blu, il cortile di palazzo Centi, con impagabile vista lago, ha accolto la tradizionale cerimonia di premiazione e i dieci finalisti, atto finale di un iter cominciato con oltre 500 componimenti arrivati alla giuria da 155 poeti di 17 regioni italiane, quest’anno con il Friuli Venezia Giulia in testa (38 i concorrenti). E sono infatti friulane le poetesse che si sono aggiudicate il secondo e terzo posto: Serena Fogolini, di Lauco, con “Spleen da la Cjargne/Spleen della Carnia”, poesia che, come ha sottolineato il portavoce della giuria, Giacomo Vit, ben testimonia l’interessante fenomeno che si sta verificando sul piano linguistico: la contaminazione del dialetto con altre lingue e altri mondi culturali attraverso l’uso di citazioni e termini stranieri (già il titolo “Spleen da la Cjargne” rimanda agli Spleen di Baudelaire) e terza è invece Cristina Micelli, di Basiliano, che nella sua “Lis bicicletis a sotet tal fis dai noglârs/Le biciclette al riparo nel fitto dei noccioli”, si ispira alle lotte popolari e non violente del Cormor del 1950, ma che in un altro componimento ha utilizzato vocaboli stranieri in un tessuto armonico friulano.

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