A rischio la riapertura del rifugio Pordenone

Non c’è tregua per il rifugio Pordenone: dopo la tempesta Vaia, che ne ha ritardato l’apertura lo scorso anno, questa volta è il coronaviruso a gettare un’ombra sulle speranze degli escursionisti che amano le Dolomiti friulane. Le limitazioni imposte per arginare il contagio, infatti, rischiano di essere un ostacolo insormontabile per la riapertura del rifugio che di solito avviene in questo periodo. «Noi non abbiamo gli spazi che può avere un albergo – spiega Marika Freschi, che gestisce il rifugio insieme al marito Ivan Da Rios – basti pensare che i cameroni, a meno che non si presenti un gruppo grande, non potremo usarli per ospitare contemporaneamente singoli o piccoli gruppi. Dovremo quindi sfruttare solo le camere e in questo modo i pernotti si fermerebbero al 50%. Senza contare che i bagni sono in comune: come faccio a sanificarli ogni volta che qualcuno li usa?». Anche per quanto riguarda la sala non mancano i problemi. Gran parte dei tavoli, infatti, sono pensati per ospitare gruppi, pochissimi sono da due o quattro persone. Con l’eccezione di gazebo all’esterno, che potrebbero in parte ovviare al problema, le soluzioni pensate per la ristorazione “di pianura” sono inapplicabili in montagna. ( f mv)

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