Un paese in ostaggio dei lupi, soprattutto di notte quando anche nel centro urbano si sentono lugubri ululati e i rumori di tipici dello sbranamento. Poi, la mattina dopo, si procede con l’ormai consueta raccolta di una o più carcasse di animali selvatici, scarnificati in mezzo alle case o lungo le strade.
Capita a Erto e Casso dove l’amministrazione comunale chiede a Regione e Governo di fare qualcosa dopo le continue segnalazioni di residenti e visitatori. Allo stesso sindaco Fernando Carrara, che è anche presidente del Parco naturale delle Dolomiti friulane, è successo di imbattersi in due esemplari.
«Ero in macchina e ho dovuto rallentare all’altezza del capitello de Le Spesse – ha raccontato al proposito il primo cittadino –. Era giorno e i lupi salivano dalla scarpata laterale. Notarli arrivare con il muso all’altezza della mia Fiat Panda e guardarti negli occhi non è un’esperienza che auguro ad altri. Mette inquietudine anche se sai di essere al chiuso, in un veicolo a motore».
Il timore è che il costante incremento della colonia ormai stanziale tra la Val Vajont e la Valcellina possa creare situazioni di pericolo per la pubblica incolumità. In zona la stagione delle escursioni non si è mai interrotta grazie alle attività proposte dal Parco anche nel corso della stagione invernale. Poi ci sono gli amanti del trekking che affrontano in solitaria i tanti sentieri alpini della valle.
Nel capoluogo e nelle frazioni più periferiche si respira un clima di tensione. Chi ha cani non li lascia più liberi in giardino. Analogo discorso per i cacciatori i cui segugi vengono spesso aggrediti durante le battute tra i boschi.
«Tutti amiamo gli animali ma da queste parti la situazione ha davvero superato un certo limite – ha concluso Carrara –. Sono mesi che lo diciamo. Bisogna intervenire. Quasi ogni mattina troviamo ungulati e altre specie scannate: il problema è che questi rinvenimenti non si registrano nel cuore del bosco ma tra le abitazioni o lungo le vie urbane. E se al posto di un cervo il branco si dovesse imbattere in un essere umano che rientra a casa a piedi?».
In questo periodo le femmine della colonia sono gravide e ciò spinge i componenti del nucleo ad aumentare le razzie, anche durante le ore diurne, per rinforzare la razione di cibo. Il fenomeno è esploso a partire dal 2019 quando vennero denunciati i primi avvistamenti.
Nel corso delle ultime settimane i capi che attualmente stazionano a Erto sono scesi fino alle pendici del monte Jouf, a pochi metri dalla centralissima piazza Italia di Maniago. Lungo il tragitto sono state numerose le scorribande tra la Pussa di Claut, le rive del lago di Barcis e il territorio di Andreis. — FMV