Andrea Carli, sindaco di Maniago, resta alla guida dell’Uti delle Valli e Dolomiti friulane. È stato rieletto presidente con l’appoggio della maggioranza dei sindaci dei venti Comuni che fanno parte dell’Unione. La Valcellina, però, si è sfilata. I sindaci di Erto e Casso, Cimolais, Barcis e Claut, il commissario di Andreis e il primo cittadino di Vivaro non hanno partecipato al voto. Che ci fosse maretta tra i rappresentanti di una parte della montagna del Maniaghese e il presidente Carli è noto: la situazione non ha dunque rappresentato una sorpresa. «Non mi sono candidato: il mese scorso, tredici sindaci dell’Uti hanno raccolto le firme per propormi di nuovo alla guida dell’ente – ha precisato Carli –. Prendo atto dell’assenza degli amministratori della Valcellina e non voglio entrare nel merito di sterili polemiche. Ci tengo, invece, a mettere in evidenza che non esiste Andrea Carli, ma un gruppo di sindaci che lavorano per lo sviluppo e il futuro del territorio. La sinergia è fondamentale, per portare avanti gli importanti progetti dell’Unione». Quanto alla durata del mandato, Carli ha fatto sapere che da statuto proseguirà per un triennio: un’eventuale interruzione prima della naturale scadenza dipenderà dalle sorti delle Uti decise dalla Regione. Il sindaco di Vivaro, Mauro Candido, ha augurato buon lavoro a Carli, «al quale spetta il compito di gestire con equilibrio questa fase delicata dell’Unione. Sono da sempre convinto della necessità di un ente montano che coinvolga anche lo Spilimberghese. Ora continua, forse più di prima, la collaborazione col Maniaghese. In linea, però, con quanto è stato deliberato dal consiglio comunale nel 2015, non abbiamo ritenuto opportuno partecipare all’assemblea». (f mv)
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La bolp de Meneghe
Sti dis passes, quan che al bosc al ara dut ros, a me a vegnu in ment una fantonia che la contava la me mo Pina; chela de al bolp de Meneghe; liei – la me mo – la conoseva begn Meneghe parce che chi de Nicol i aveva tagn pres e bosch a Meneghe, che a chel temp Meneghe al ara dut dei Thimolians e sol daspuò a le stè vendu a chi de Penei. La fandonia la parla de Svalt de Penei che all’ara dhu a legne a Meneghe, proprio quanche i arboi i dheventrava ros; sta dhe fato che quanche al tornava dola che al aveva lasè al rosac al no lo sciatava mei al toc de la polenta e del formai, che all’ara al so mangè de mesdì. Calche dhun ai robava ogni dì al mangè; passa un dì , passa doi , passa trè, a no in podheva pì. Al se aveva agn sciupè par vethe chi che al ara che ai robava al mangè ma al no l’ara rivè a capì ce che a sothedheva; al terth dì ai sbrisa al vuoi in tal cogol de le fuoie rosse che all’aveva ingr continua su https://cimolais.it/fandonie/ WebCam
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