Un docufilm su Fantin Vittorio , medico di base di CImolais Claut e Erto

Vissuto a Cordenons, ha trovato la sua realizzazione in età matura, nella Valle del Vajont, tra la gente di montagna che, a distanza di 62 anni dalla tragedia del 9 ottobre, non dimentica ma guarda avanti. Vito Fantin, 67 anni, dopo la laurea conseguita nel 2022 ha scelto di non restare in città, ma di esercitare come medico di base nelle zone dove nessuno vuole andare. Una storia fuori dall’ordinario, che ha colpito la giornalista Rai Silvia Rossetto, diventando il cuore del documentario “Il medico del Vajont”, in onda domenica alle 9.15 circa su Rai3. Il servizio sarà replicato mercoledì alle 21.15 su Rai3 Bis (canale 810) e resterà disponibile anche sull’applicazione Rai Play, per chi non potrà seguirlo in diretta.

Fantin è oggi l’unico medico per Cimolais, Claut ed Erto Casso: tre ambulatori, 1.500 pazienti e decine di chilometri percorsi ogni giorno. «Non posso spegnere il cellulare – racconta – perché qui il medico di base è spesso l’unico presidio. Lo faccio volentieri, anche perché io, tra questa gente, genuina e accogliente, sono rinato». Fantin ha portato a termine a 65 anni un percorso di studio che aveva iniziato da giovane, ma che non aveva potuto concludere per vicissitudini personali. Un nuovo capitolo della sua vita si è poi aperto nel novembre del 2023, con l’apertura del suo ambulatorio.

«Volevo raccontare l’anniversario del Vajont in modo diverso – spiega Silvia Rossetto –. Non la cronaca o i processi, ma la sua popolazione, attraverso le voci della valle. In Vito e nella sua storia fuori dal comune ho trovato la chiave. È una sorta di Virgilio che mi ha accompagnata in questo viaggio durato tre mesi di lavoro». Il documentario raccoglie anche altre voci significative della valle: Ugo Manarin e il giovane Valentino Corona; le due Angeliche Corona e la farmacista Roberta Chiaradia. Elio De Anna, ex amministratore e giocatore di rugby, e Vittorio Saccher, ex allenatore di calcio, uniche voci esterne alla valle, ascoltate per la loro passione sportiva legata a quella del cordenonese. E poi ci sono i ricordi dello scrittore Mauro Corona, amico di Vito, che nel 1963 aveva 13 anni. — FMV

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