Sulle Dolomiti friulane il maggior numero di posti letto per turisti

La ricettività può essere la leva per lo sviluppo del territorio La durata delle vacanze mediamente va dai due ai cinque giorni

Il turismo può diventare una leva importante per lo sviluppo della montagna. Il Rapporto Uncem lo conferma evidenziando nelle nostre strutture un potenziale ricettivo superiore, in molti casi, alla media nazionale pari al 9,3 posti letto per 100 abitanti.

In regione al primo posto troviamo i comuni delle Dolomiti friulane con 45,2 posti letto ogni 100 residenti distribuiti tra le strutture non solo alberghiere a esclusione delle case affittate, seguiti da quelli della Carnia (36,7) e di Gorizia e Trieste (21,6). Con 17,2 si difende bene il Collio come pure le Valli del Natisone (14,9) e il Gemonese (11,8). In un anno, i posti letto disponibili sul territorio vengono occupati da 1.543 persone in Carnia, 825 nell’area delle Dolomiti e 826 nel Gemonese. Secondo i rilevatori dell’Uncem il dato più significativo è l’incidenza percentuale del valore aggiunto della filiera turistica sul Prodotto interno lordo di ciascuna comunità territoriale e qui, ai primi posti, troviamo i comuni delle Dolomiti friulane (15,6%), le realtà presenti nel Triestino e nel Goriziano (10) e la Carnia (4,9).

Nella montagna friulana, mediamente, la durata delle vacanze va da un massimo di cinque a un minimo di due giorni. Anche in questo caso la permanenza media nazionale, pari a 3,4 giorni, viene superata nelle località turistiche delle Dolomite friulane che restano le più rodate nell’accoglienza e nella gestione degli ospiti. La situazione migliorerà ulteriormente quando le problematiche sollevate dai sindaci riceveranno una risposta, «Va bene che la Regione continui a investire sugli impianti da sci esistenti – fa notare il consigliere regionale Massimo Mentil (Pd) – ma non possiamo pensare di progettarne di nuovi senza fare un ragionamento sui cambiamenti climatici in corso». E nel ribadire la necessità di una progettazione di sistema, Mentil invita a riflettere sul potenziamento del turismo lento richiesto da persone che apprezzano le bellezze territoriali, strutture confortevoli ma non lussuose e il cibo di qualità. In questo contesto diventano fondamentali le politiche sulla casa che devono favorire la creazione di alloggi turistici, di dimensioni ridotte e facilmente accessibili, e facilitare gli acquisti e le ristrutturazioni degli immobili esistenti a destinazione residenziale. «La legge 36, votata all’unanimità dal Consiglio regionale, va in questo senso – sottolinea Mentil -, ma a questi interventi dobbiamo affiancare i servizi adeguati per dare la possibilità, soprattutto ai giovani, di acquistare le case disabitate a un prezzo accessibile». L’altro problema le cui ricadute si fanno sentire anche sul turismo è la carenza di manodopera da destinare agli impianti di risalita invernale. Il presidente della Comunità montana della Carnia, Ermes De Crignis, lo sottolinea illustrando il progetto che sta portando avanti con il collega della Comunità del gemonese, Alessandro Marangoni, per intercettare e favorire il rientro in regione dei discendenti degli emigrati friulani. — fmv

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