Nel corso della lezione di laboratorio l’insegnante di una Scuola superiore di Maniago nota la evidente distrazione di uno studente , per così dire: indaffarato in tutt’altre faccende. Nel richiamare la sua attenzione chiedendo contezza del suo comportamento palesemente distratto, il giovane con assoluta franchezza e spregiudicatezza (e forse con un pizzico di provocazione) afferma che era intento a prepararsi uno “spinello”. L’insegnante gli ordina di gettare via subito la sostanza e di seguire la lezione. Nel mentre lo studente se ne disfa facendo canestro sul cestino all’interno dell’aula, l’insegnate riesce a scrutare parzialmente il contenuto dello zaino dello studente scorgendo una sostanza “sospetta”. Chiamata immediatamente la presidenza dell’istituto, viene richiesto l’intervento dei Carabinieri di Maniago , i quali giunti con una loro pattuglia, meglio accertano, anche per stessa ammissione minore (un ragazzo di 16 anni), che si tratta di sostanza stupefacente del tipo hashish del peso di 31,10 grammi. Il giovane, per la gravità del fatto viene informato dei sui diritti e accompagnato dai genitori, anch’essi subito informati, anche per procedere a perquisizione, dalla quale emerge un bilancino di precisione, due grinder, una pipa tipo Bogn. Ai carabinieri non resta altro che sequestrare la sostanza e il materiale rinvenuto e denunciare il giovane alla Procura della repubblica per i Minori di Trieste per l’ipotesi di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.
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La bolp de Meneghe
Sti dis passes, quan che al bosc al ara dut ros, a me a vegnu in ment una fantonia che la contava la me mo Pina; chela de al bolp de Meneghe; liei – la me mo – la conoseva begn Meneghe parce che chi de Nicol i aveva tagn pres e bosch a Meneghe, che a chel temp Meneghe al ara dut dei Thimolians e sol daspuò a le stè vendu a chi de Penei. La fandonia la parla de Svalt de Penei che all’ara dhu a legne a Meneghe, proprio quanche i arboi i dheventrava ros; sta dhe fato che quanche al tornava dola che al aveva lasè al rosac al no lo sciatava mei al toc de la polenta e del formai, che all’ara al so mangè de mesdì. Calche dhun ai robava ogni dì al mangè; passa un dì , passa doi , passa trè, a no in podheva pì. Al se aveva agn sciupè par vethe chi che al ara che ai robava al mangè ma al no l’ara rivè a capì ce che a sothedheva; al terth dì ai sbrisa al vuoi in tal cogol de le fuoie rosse che all’aveva ingr continua su https://cimolais.it/fandonie/ WebCam
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