BANDO DI CONCORSO COMPRENSORIALE ATER

per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata nei Comuni di
ANDREIS, BARCIS, CIMOLAIS, CLAUT, ERTO e CASSO

LA GRADUATORIA DEFINITIVA RIMARRA’ VALIDA FINO ALLA PUBBLICAZIONE DELLA SUCCESSIVA E SARA’ UTILIZZATA PER L’ASSEGNAZIONE DEGLI ALLOGGI CHE SI RENDERANNO DISPONIBILI NEI COMUNI OGGETTO DEL BANDO.

Il canone di locazione sarà determinato ai sensi della normativa vigente per l’edilizia Residenziale pubblica sovvenzionata (art. 17 del Regolamento approvato con
D.P.Reg. n. 0208/Pres. del 26/10/2016 e s.m.i.

Le domande, redatte su apposito modulo fornito dall’Ater, da ritirarsi anche presso le sedi dei suddetti Comuni, ovvero scaricabile dal sito web istituzionale dell’Ater www.pordenone.aterfvg.it), devono pervenire alla sede dell’Ater, Via Candiani n. 32-
Pordenone, entro mercoledì 25 maggio 2022; oltre detto termine possono presentare domanda i soggetti di cui all’art. 11 del Regolamento approvato con D.P.Reg. n. 0208/Pres. del 26/10/2016 secondo le modalità e condizioni dal medesimo articolo prescritte

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Colori e profumi delle Dolomiti Friulane in cucina

a cura di Marika e Ivan, Rifugio Pordenone di Cimolais

Marika ed Ivan presentano la loro cucina del rifugio nell’ambito degli incontri on line dell’Ecomuseo Lis Aganis “esperti ..in erba” . Erbe piante e racconti delle nostre montagne

per partecipare visita il sito Lis Aganis – Ecomuseo delle Dolomiti Friulane APS (ecomuseolisaganis.it)

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Rifugio Pordenone, un libro ricostruisce la storia dal 1930 . Dalla capanna di tronchi alla struttura odierna

Più di quattro anni fa è iniziato un impegno che solo recentemente ha avuto conclusione. La Sezione del CAI di Pordenone ha pubblicato un libro dedicato alla storia del Rifugio Pordenone che l’anno scorso ha compiuto novant’anni di vita. Eretto nel Pian Meluzzo, ha costituito un solido punto d’appoggio per permettere agli alpinisti di salire le vette del Gruppo
montano Spalti di Toro e Monfalconi. L’inaugurazione è avvenuta domenica 25 maggio 1930.

Nel 1930 il Rifugio Pordenone era una capanna in tronchi e la sua caratteristica principale era l’essenzialità. Piccola, austera e spartana, era poco più che un bivacco. Nei primi Anni Sessanta del secolo scorso la Sezione aveva deciso che vista la notevole frequentazione era arrivato il momento di porre mano al manufatto. L’originale rifugio era stato ingrandito con la costruzione di un avancorpo in cemento e questi lavori avevano dato la giusta dignità all’originaria capanna diventata un punto di riferimento per escursionisti e alpinisti.
La pubblicazione è il frutto di un lungo e minuzioso lavoro di ricerca storica che ha interessato i documenti dell’Archivio Sezionale. Sono state visionate foto, progetti, scambi epistolari e documenti di ogni tipo. Sono stati sentiti testimoni diretti e molte persone che hanno vissuto o frequentato il rifugio in tempi anche lontani. Gli avvenimenti che hanno accompagnato la
vita del rifugio sono numerosi e tutti degni di menzione. Ne citiamo solo due. Durante la Seconda Guerra Mondiale alcuni soci avevano trascorso la clandestinità al rifugio e i loro racconti, lasciati nel Librone del rifugio, sono interessanti. Ricordiamo anche la spettacolare salita della parete nord del Campanile operata da Severino Casara; quella scalata ha suscitato
un vespaio di polemiche e tutt’oggi la verità non è totalmente chiarita. Le vicende dei gestori avvicendatisi al rifugio tramandano echi di passione e coinvolgimento. Il libro “Rifugio
Pordenone 90”, realizzato anche con il sostegno e l’incoraggiamento del Parco Naturale Dolomiti Friulane è un compendio di questo appassionato lavoro.

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Crep de Savath, la frana non si ferma Stanziati 70 mila euro per altri lavori

A distanza di 20 anni dalle prime perizie e dai relativi stanziamenti di risorse, lo smottamento del Crep de Savath, sopra il centro abitato di Cimolais, continua a rivelarsi instabile. La Regione e il Comune hanno quindi deciso di investire altri 70 mila euro in opere di contenimento del dissesto idrogeologico dopo il maxi cantiere avviato nel 2018. È stato in occasione di questo intervento, costato più di mezzo milione di euro, che i tecnici si sono accorti di una situazione molto più grave rispetto a quella preventivata. Il caso è stato affidato all’ingegnere minerario Mariano Roveredo: suo il compito di redigere un nuovo progetto di bonifica dell’importante fronte franoso. In particolare, è stata studiata una soluzione per la viabilità comunale adiacente alla zona critica. La strada potrebbe infatti essere esposta al pericolo di caduta massi, soprattutto in periodi di disgelo o di intense piogge. I manufatti già realizzati a protezione dell’area urbana hanno scongiurato rischi per la pubblica incolumità, ma il servizio geologico regionale continua a monitorare il sito per la sua natura estremamente friabile. — FMV

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CON IL COORDINAMENTO DELL’UNIVERSITÀ DI UDINE . Turismo: al via la terza fase del progetto “L’ALTRA MONTAGNA”. La ricerca coinvolge le località di Claut e Forni di Sotto

È possibile una comunicazione turistica autentica a partire dai valori e dalle narrazioni locali? A questa domanda prova a rispondere “L’Altra Montagna”, il progetto di narrazione e comunicazione partecipata a fini turistici del territorio delle Dolomiti Friulane, uno dei nove sistemi che dal 2009 fanno parte del Bene Dolomiti Unesco. Dopo aver monitorato e indagato gli ambiti territoriali di Frisanco e di Forni di Sopra nelle due edizioni precedenti, è partita la terza fase del progetto, la cui azione di ricerca coinvolgerà le località di Claut e Forni di
Sotto. Coordinata dall’Università degli Studi di Udine, finanziata dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e supportata dalla Fondazione Dolomiti UNESCO la sperimentazione è ideata e realizzata dall’associazione Isoipse. Si prevede che la terza edizione del progetto sia completata entro il 2021. L’innovativa formula progettuale è fondata sull’ascolto delle comunità, sulla raccolta delle testimonianze e degli sguardi di coloro che vivono i
luoghi al fine di allineare la comunicazione turistica – e di conseguenza anche l’offerta – ai valori connessi a un tipo di turismo sostenibile, dolce, in accordo con il sentire proprio delle
comunità. La nomina di due assessori di riferimento al progetto – rispettivamente Elena Leschiutta per il Comune di Claut e Martina Tonello per quello di Forni di Sotto – garantirà un’articolazione e una profondità d’azione più strutturate in questa edizione, fondamentali per il coinvolgimento della comunità e dei portatori di interesse. Con il coordinamento di Andrea Guaran, professore di Geografia dell’Università di Udine, l’ateneo fornirà il proprio contributo nell’ambito della rete funzionale e della rete della promozione del turismo sostenibile,
con particolare riferimento al territorio regionale e all’area delle Dolomiti Friulane. (f l’Aquila)

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LA PUBBLICAZIONE del Parco . L’atlante degli uccelli nidificanti

Una pietra miliare per lo studio, la tutela e la valorizzazione dell’avifauna nidificante sul territorio del Friuli Venezia Giulia perché rappresenta la prima sintesi completa e dettagliata della distribuzione e presenza di un patrimonio naturale dal quale dipende anche l’equilibrio
di quell’habitat ricco forme di vita che è l’ambiente naturale così come si presenta
sul nostro territorio. L’Atlante degli Uccelli nidificanti in Friuli Venezia Giulia, realizzato dall’Associazione Studi Ornitologici e Ricerche Ecologiche Fvg, consente infatti di conoscere la distribuzione delle varie specie di uccelli nidificanti sul territorio regionale, le quali sono strettamente associate all’habitat scelto per riprodursi. Il loro studio consente di acquisire in
tempo reale elementi fondamentali per valutare lo stato e la qualità dell’ambiente, ma anche per comprendere i cambiamenti in atto e valutare, ed eventualmente intraprendere, opportune misure di conservazione o gestione. Il libro contiene testi monografici che accompagnano le mappe sulla distribuzione delle specie, per permettere di approfondire numerosi aspetti della biologia riproduttiva, della fenologia, della conservazione delle singole specie e rappresentano nel contempo un compendio della vasta letteratura ornitologica prodotta in Friuli Venezia Giulia. Un territorio nel quale la conservazione delle specie vanta una lunga e importante tradizione. Il volume, realizzato con la collaborazione di oltre duecento volontari, è uno
strumento utile per i soggetti pubblici o privati che si occupano dell’argomento per valorizzare la conservazione delle risorse naturali. Il libro va ad arricchire la già ricca collezione di pubblicazioni specifiche sull’avifauna che da tempo vede in prima fila anche il Parco Naturale. (f L’Aquila)

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In un video realizzato della Regiopne FVG gli accorgimenti in caso di incontro con un lupo

  · 🐺 Dopo circa un secolo di assenza il LUPO è tornato in #FriuliVeneziaGiulia: attualmente sono presenti alcuni branchi riproduttivi e si registra un’ulteriore diffusione.

Non è una specie pericolosa per l’uomo, ma è opportuno adottare alcune buone pratiche. Ecco le indicazioni del Corpo forestale di #RegioneFVG

Video realizzato da © Roberto Valenti del Corpo forestale regionale con i contributi, nell’ordine di Ilaria Antoniutti, Leandro Dreon e Alexandra Mareschi.

qui il link (13) Facebook

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LE DECISIONI DELLA REGIONE. Parchi e Riserve naturali, approvato Disegno di Legge. Dopo 25 anni, aggiornata la normativa

l Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, riunito a Trieste e presieduto da Piero Mauro Zanin, ha approvato a maggioranza contraria da parte delle opposizioni il disegno di legge 144
Il provvedimento costituisce un’evoluzione dei precedenti strumenti che avevano portato all’istituzione dei due parchi naturali regionali. Si tratta di un aggiornamento quantomeno necessario in considerazione del fatto che sono passati 25 anni dall’adozione della legge e che le richieste di una revisione sono pervenute anche dai soggetti gestori delle aree protette”, il commento dell’assessore regionale alle risorse agroalimentari e forestali, Stefano Zannier, dopo l’approvazione finale da parte dell’Aula. “La giunta e il Consiglio – ha proseguito – hanno recepito l’esigenza di una realtà che ha bisogno di superare quelle che sono le attuali disfunzioni edi operare con procedure burocratiche più snelle e procedimenti amministrativi più veloci, nell’ottica di un fondamentale e inderogabile processo di semplificazione”. “Quella che abbiamo messo in atto è una manutenzione della legge che parte dal basso – ha
sottolineato l’assessore – e che, tra le altre sue ragioni, ha anche quella di armonizzare il testo del 1996 a un quadro normativo sovraordinato sensibilmente mutato e alla cornice regolamentare prodotta in questi anni”.
Infine, come ha rimarcato Zannier, le modifiche della norma approvate oggi vanno a integrare
“all’interno di una visione organica” il sistema dei parchi e delle riserve naturali con le aree protette e la tutela delle biodiversità. ( L’Aquila)

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«Presenza di lupi Un nuovo scenario che va affrontato»

Le tracce del lupo non si fermano nella zona alta della Valcellina: è ormai accertato che il branco che da qualche tempo sta scorrazzando tra Erto e Casso e Cimolais è sceso più volte di latitudine, portandosi anche nei boschi attorno a Barcis e a Pala Barzana. La presenza di uno strato di neve in molte aree circostanti i centri abitati ha infatti permesso di individuare con certezza orme e tracce lasciate di notte da questi esemplari.

Il sindaco Claudio Traina si è quindi associato all’appello lanciato nei giorni scorsi dai colleghi di Erto e Casso e Cimolais, rispettivamente Fernando Carrara e Davide Protti. Gli amministratori hanno invitato alla cautela, in quanto il lupo non attacca l’uomo se non si sente minacciato e privo di vie di fuga. Quindi, nessun azzardo pur di scattare qualche selfie d’eccezione e maggiore attenzione nel lasciare residui di cibo e immondizie all’esterno delle abitazioni per non richiamare animali selvatici.

Carrara, che è anche presidente del Parco naturale delle Dolomiti friulane, ha contestualmente ricordato la situazione difficile che vivono gli imprenditori agricoli di montagna. «Ha ragione Carrara, a chiedere un immediato tavolo di confronto sul tema del lupo e della convivenza di queste specie con le attività silvo-pastorali della valle – ha detto Traina –. Ci sono varie aziende agricole di piccole dimensioni che si troveranno in condizioni critiche in caso di aggressioni al bestiame. Non possiamo chiedere loro di innalzare palizzate in ogni prato adibito a pascolo o di vegliare ogni notte. Dobbiamo coinvolgere subito tutti i soggetti interessati a questo nuovo scenario e vedere come affrontare le relative criticità. Ben vengano lupi, orsi e linci, segno che il Parco funziona a dovere, ma nessuno ci rimetta o chiuda l’azienda». — (FMV)>

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Il PROGETTO DEFIBRILLATORI. Le nostre montagne in sicurezza . Già installati in numerosi rifugi e casere

“La sicurezza si fa con la comunità e insieme alla comunità. Con questo progetto diamo una risposta ai cittadini in termini di appropriatezza dei servizi del sistema sanitario regionale. Diamo così prosecuzione a una serie di iniziative avviate in questa regione e volte a garantire sicurezza attraverso un sistema sanitario capillare che dà risposta ai bisogni di salute nel momento in cui questi si manifestano”.
Lo ha detto il vice governatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, alla malga Cason di Lanza dove era presente assieme all’assessore regionale alla Montagna, Stefano Zannier,
per la consegna del primo kit di pronto intervento per l’emergenza sanitaria incluso nel progetto “Comunità e montagna in sicurezza”, promosso dalle Banche di credito cooperativo del Gruppo Cassa Centrale Banca: Friulovest Banca, PrimaCassa, Zkb. L’iniziativa si prefigge di distribuire 43 kit per il pronto intervento nel caso di emergenza sanitaria composti da defibrillatore automatico (Dae), un kit emorragia e una dotazione di adrenalina in fiale. Destinatari saranno rifugi, esercizi commerciali, malghe attive, punti di ristoro in quota e sul demanio sciabile i cui gestori o proprietari riceveranno anche l’adeguata attività formativa
di primo soccorso. I kit, non utilizzabili nella stagione invernale, verranno conservati presso il magazzino generale del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico a disposizione dello stesso oppure ricollocati nella stagione sciistica sul demanio sciabile, Il progetto ha un valore complessivo di oltre 100 mila euro e oltre al Cnsas ha visto la partecipazione attiva della Federazione medico sportiva italiana (Fmsi) della Sala operativa regionale di emergenza sanitaria (Sores), del Parco Naturale Dolomiti Friulane, della Scuola medica triveneta, del Cai
FVG, di PromoTurismoFVG e dell’Associazione nazionale di servizi medici di emergenza (Naemt). I defibrillatori sono già stati installati dal coordinatore dott. Luigi Blarasin, alla Casera Mela, al Rifugio Maniago, al Rifugio Pradut, al Rifugio Pussa, alla Bornass di Piancavallo e sul monte Valinis di Meduno (f Aquila)

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Federciclismo-Dolomia: per tre anni l’acqua degli azzurri sarà friulana

Tre anni di accordo, obiettivi ambiziosi. «Siamo da anni partner dei Comitati tappa del Giro in Friuli – spiega l’ad di Acqua Dolomia, Gilberto Zaina –, siamo stati acqua ufficiale della corsa rosa, ma l’accordo con la Federciclismo con vista Parigi 2024 ci inorgoglisce». Perché la Fci ha scelto l’acqua friulana. Spiega: «Si presta bene al ciclismo, uno degli sport con maggiori bevitori d’acqua. Dolomia è molto leggera, residuo sotto i 100, ha minerali perché è acqua alcalina, con ph superiore a 8 – aggiunge Zaina elencando i dati tecnici – che è raro in un’acqua dolce. Quindi si bene volentieri ed è ricchissima di bicarbonato, magnesio, calcio. Il bicarbonato contrasta l’insorgere dell’acido lattico nella fase dello sforzo e dopo. È poi un’acqua ricca di ossigeno». L’azienda? «Tra dipendenti e indotto una cinquantina, e vendite nel 2021 tornate vicino al 2019, l’anno record». .FMV

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Facciamo squadra per crescere insieme Con Fondazione UNESCO grande sintonia – Intervento del Presidente del Parco dolomiti Friulane

Nonostante la pandemia, abbiamo registrato numeri di accessi molto significativi alla Diga del Vajont e nella Forra del Cellina: il rammarico riguarda le scuole che non hanno potuto fare le
consuete visite d’istruzione. Quanto alla nuova legge sui Parchi, dà finalmente la possibilità di vivere di luce propria, perché non possiamo sempre aspettare il finanziamento regionale, ma dobbiamo essere capaci di attirare risorse. La norma permette una gestione più snella grazie all’istituzione di una giunta (senza oneri) che renderà l’Ente più decisionista. Le altre modifiche riguardano l’inserimento di un componente giovane all’interno del Consiglio Direttivo e la competenza ai Parchi sulle Aree Natura 2000 di pertinenza, ma anche la possibilità di acquisire immobili a livello turistico favorendo l’attività di promozione.
Fino ad ora, il Parco ha fatto tantissima conservazione, adesso dobbiamo puntare sullo sviluppo. Dobbiamo partire da qui, con il dialogo verso i portatori di interesse senza distinzioni a livello provinciale. Il Parco deve essere riconosciuto come valore aggiunto dagli enti e dalla popolazione, così come lo è la Fondazione Dolomiti UNESCO, con cui c’è grande sintonia: dobbiamo essere fieri del blasone di Patrimonio dell’Umanità. Mi piace sottolineare come dalla
Tempesta Vaia in poi il Parco abbia garantito straordinario supporto amministrativo, progettuale e logistico ai Comuni. Una collaborazione preziosa che nasce dall’abnegazione e dalla preparazione dei dirigenti e dei dipendenti, che voglio ringraziare (f L’Aquila)

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