Lutto cittadino per il Dott. Scimonetti

Proclamato il lutto cittadino per il Dott. Scimonetti. Chiusi nella giornata di Sabato 20 gennaio gli uffici comunali.

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Cordoglio per Scimonetti Vincenzo, medico di medicina generale dell’Alta Valcellina

Il nostro cordoglio alla famiglia del medico Vincenzo Simonetti, medico professionalmente competente ma anche sensibile e molto umano. La notizia della prematura scomparsa ha lasciato tutti noi Cimoliani e Valcellinesi molto rattristati, speravamo che tornasse tra noi con il suo sorriso e la sua gentilezza.

I funerali avranno luogo ad Arzene domani sabato 20 gennaio alle ore 10.30.

Pper molti anni ha fatto la spola tra la sua abitazione, nel Sanvitese, e gli ambulatori di Claut, Cimolais ed Erto, per assistere i suoi tanti pazienti.

Vincenzo Scimonetti, nato il 3 febbraio 1961, si era laureato nel 1993 all’Università di Napoli dove lo stesso anno si era abilitato alla professione medica. Dopo un periodo di guardia medica, l’Azienda sanitaria l’aveva inserito come medico di medicina generale nell’Ambito territoriale della Valcellina. La passione per la professione e la stima ricambiata per le persone di montagna l’avevano spinto ad aprire ben tre ambulatori, tra Claut, sede principale, Cimolais ed Erto.

Il ricordo commosso del presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Pordenone Guido Lucchini (n9stro compaesano) «Un medico meritevole delle lodi per l’impegno e i sacrifici affrontati per svolgere la sua attività nei centri montani. Costanza, professionalità e impegno hanno caratterizzato la sua vita professionale».

Aveva saputo impostare il lavoro della medicina generale «con lo stesso immutato impegno, anche quando era diventato difficile praticarla a causa del complicarsi della burocrazia a causa della pandemia».

Si era fatto carico degli ammalati, prevalentemente cronici, «lontano dalla città, con il supporto logistico della farmacista e con l’aiuto del personale infermieristico, creando una vera rete di assistenza sul territorio per dare risposte ai bisogni della popolazione». — (f pmv)

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LA VALLE MAGICA DI CIMOLAIS

GIORNATA MONDIALE DELLA NEVE
GEOTREKKING: DOLOMITI E NIVOLOGIA IN VAL CIMOLIANA

Organizzata dal Parco delle Dolomiti Friulane l’escursione si sviluppa lungo il primo tratto della Val Cimoliana, una delle più importanti valli del Parco Naturale Dolomiti Friulane.  Si osserveranno le rocce e i fossili in esse presenti, grandi pieghe legate ai fenomeni tettonici che hanno sollevato queste montagne e morfologie legate all’erosione dei torrenti e dei ghiacciai.

In occasione della “GIORNATA MONDIALE DELLA NEVE” durante il percorso verranno inoltre illustrati alcuni aspetti e caratteristiche della neve e del manto nevoso.

Testo: Antonio Cossutta

INFORMAZIONI:
Tipologia: geotrekking nivologico (con ciaspole)
Difficoltà: escursione su strada e pista forestale; lunghezza 8 km circa, necessaria abitudine al cammino
Dislivello: 200 metri
Durata: 5 ore
Abbigliamento: adatto alla stagione, scarponcini
Attrezzatura: ciaspole (fornite)
Ritrovo: Centro visite di Cimolais alle ore 9:00 
Tariffa:  11,00 euro adulti; 6,00 euro per i ragazzi sotto i 12 anni e per chi ha più di 70 anni

Prenotazione obbligatoria tramite WhatsApp al n. 331.6481395

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Servizio di pre-post scuola presso le Scuole dell’infanzia e primarie di Claut ed Erto e Casso,la Scuola secondaria di primo grado di Claut

Avviata da parte della Magnifica Comunità Montana la procedura per l’affidamento dell’incarico di pre – post scuola presso le le Scuole dell’infanzia e primarie di Claut ed Erto e Casso,la Scuola secondaria di primo grado di Claut.

Il servizio è molto importante in particolare per le aree marginali dove non è possibile accedere ad analoghi servizi provati.

Il servizio avrà decorrenza dal 01.03.2024 al 30.06.2026.

L’importo stimato della prestazione è di € 231.950,00 esclusa IVA, calcolati anche tenendo conto dell’esigenza di più operatori. Il monte ore complessivo è pari a n. 9504 ore.

Il Bando è disponibile sul sito della Magnifica Comunità di Montagna al seguente link MANIFESTAZIONE_INTERESSE_Pre_post_scuola-signed.pdf

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Il discorso del Presidente Mattarella alla diga per i 60 anni dal Disastro del Vajont

Il discorso del Capo dello Stato Sergio Mattarella alla cerimonia commemorativa del 9 ottobre scorso.

Siamo qui a rendere memoria di persone. Le persone che hanno abitato queste vallate. Quelle che sono morte il 9 ottobre 1963. Quelle che sono sopravvissute. Quelle che hanno dovuto lasciare le loro case e quelle che hanno lottato strenuamente per ricostruirle, per rimanervi.
Storie di luoghi che non vi sono più, storie di luoghi che la tenacia degli abitanti ha voluto far rivivere dopo la tragedia. Insieme con Longarone, Pirago, Maè, Villanova e Rivalta, Frasèin, Col delle Spesse, Il Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana, San Martino, Faè, Erto e Casso.
Oggi ci troviamo in un Parco, quello delle Dolomiti Friulane che, nella bellezza di questi luoghi, doverosamente, dedica percorsi alla memoria. Siamo di fronte a due quadri: quello delle Prealpi Carniche. E la diga, creazione artificiale.

Entrambi, oggi, silenti monumenti alle vittime, a quelle inumate nei cimiteri, a quelle sepolte per sempre nei greti dei torrenti, sulle pendici: donne, uomini, bambini. Quasi cinquecento bambini.


Riflettiamo: la frana, la sparizione, nel nulla, di un ambiente, di un territorio, di tante persone. La cancellazione della vita. Sono tormenti che, tuttora – sessant’anni dopo – turbano e interrogano le coscienze. Riuscire ad assicurare condizioni di sicurezza e garanzia di giustizia – come richiede il buon governo – rimane obiettivo attuale e doveroso nella nostra società. Perché occuparsi dell’ambiente, rispettarlo, è garanzia di vita.

Per non capitolare al “desiderio cieco dell’uomo di piegare a proprio piacimento la Natura per guadagnarne il massimo profitto”. A un intervento dell’uomo che si traduca in prevaricazione, corrisponde la violenza della Natura. Quella violenza che la sapienza delle popolazioni locali, in antica intimità con l’ambiente, sa temere e da cui cerca riparo, sapendo come va rispettata la Natura.


Il Disastro del Vajont, come sappiamo venne paragonato a quello determinato dallo spostamento d’aria derivante dall’esplosione di un ordigno nucleare. Le Nazioni Unite hanno classificato questo evento come uno dei più gravi disastri ambientali della storia che sia stato provocato dall’uomo. Per questa ragione, il 9 ottobre, è stato indicato dal Parlamento “Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall’uomo”. La tragedia che qui si è consumata reca il peso di gravi responsabilità umane, di scelte che venivano denunziate, da parte di persone attente, anche prima che avvenisse il Disastro. Assicurare una cornice di sicurezza alla nostra comunità significa saper apprendere la lezione dei fatti e saper fare passi avanti. L’interazione dell’uomo con la Natura è parte dell’evoluzione della Natura stessa. Perché l’uomo fa parte della Natura, ma non deve diventarne nemico.


La gente di questi paesi – insieme allo strazio della perdita dei propri cari, della propria casa, dei propri averi – si è trovata di fronte a una scelta angosciante: andarsene o “resistere”. Esperienze che ritroviamo nei dialoghi di un sopravvissuto di Erto, Mauro Corona, nel suo “Quelli del dopo”. Quel che li ha guidati – e che deve muovere anche noi – è l’ansia di riconciliarci con il mondo che ci ospita, con la Natura e l’ambiente in cui siamo immersi.
Perché i disastri cambiano i luoghi ma il futuro delle popolazioni dipende anche dalla resistenza di coloro che, come i valligiani di questi luoghi, non si sono arresi. Un altro impegno si avverte, irrinunziabile. Quello della memoria che i cittadini di questi Comuni continuano a coltivare e che tutti avvertiamo come compito della Repubblica.
Anche per questo motivo ritengo che sia non soltanto opportuno ma doveroso che la documentazione del processo celebrato a suo tempo sulle responsabilità rimanga in questo territorio. Quella documentazione era stata, necessariamente, raccolta nei luoghi del giudizio penale perché aveva allora una finalità giudiziaria. Conclusi, da tanti anni, i processi, oggi riveste una finalità di memoria. Appunto per questo, è stata inserita dall’UNESCO nel suo Registro della Memoria. E quel che attiene alla memoria deve essere conservato vicino a dove la tragedia si è consumata.
Per rendere onore alle vittime del Vajont e per riceverne un ammonimento per evitare nuove tragedie.

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Bollettino Parrocchie della Valcellina dd 13.01.2024

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Messa in sicurezza del torrente San Floriano Pronti 37 mila euro

Il rio San Floriano necessita di urgenti manutenzioni prima che un’ondata di maltempo provochi ingenti danni all’omonima frazione di Cimolais.

L’esecutivo guidato dal sindaco Davide Protti è corso ai ripari e ha ordinato a un’impresa del paese di sistemare le sponde del ruscello.Gli argini saranno liberati da alberi e cespugli, così da liberare da ostacoli e migliorare il flusso delle acque. Dopo di che, si provvederà all’aumento di quota della riva, così da scongiurare esondazioni, cui seguirà lo sbancamento del materiale inerte di risulta. Interventi che dovrebbero appunto permettere un miglior deflusso delle acque in occasione di ondate di piena e precipitazioni molto intense.

Il costo dei lavori è stato calcolato in circa 37 mila euro e dureranno un mese dal momento dell’avvio, sempre che le condizioni meteo non si mettano di traverso.

Anche questo cantiere rientra tra quelli disposti dal Comune e dalla Regione all’indomani della tempesta Vaia.

Era il 31 ottobre 2018 e sull’arco alpino si abbattè un violentissimo fortunale, abbattendo ettari di conifere e causando un vero e proprio disastro ambientale. A distanza di più di cinque anni da quella calamità naturale, anche a Cimolais si continua a lavorare per rimediare ai danni. «La lezione è servita – ha detto il sindaco –. Si è capito che la prevenzione è indispensabile e deve essere costante». — fmv

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Nip, tensioni in vista del rinnovo e Carli bacchetta Montereale

«Il Nip è fondamentale per lo sviluppo di Pedemontana e montagna pordenonese: serve la condivisione di un piano di sviluppo. Per i progetti futuri è preoccupante la riduzione dell’area produttiva messa in atto dal Comune di Montereale». Lo afferma il consigliere regionale Andrea Carli, che da sindaco di Maniago ha lavorato sodo per lo sviluppo del Consorzio in sinergia con enti e istituzioni e continua a farlo nel nuovo ruolo.

«Ho presentato un ordine del giorno, votato all’unanimità dal consiglio regionale, affinché possano essere messe in atto azioni concrete in tema di politiche abitative da parte dei Consorzi, per reperire nuovo personale anche da fuori regione e sostenere i programmi di sviluppo delle aziende – fa sapere Carli –. Le esperienze recenti di ricerca del personale evidenziano che una maggior disponibilità abitativa è elemento determinante di attrattività di un territorio».Il Nip negli ultimi dieci anni ha svolto un’intensa attività a beneficio delle aziende insediate e non soltanto. «Nel 2014, quando in fase di definizione della legge Rilancimpresa sembrava si dovesse andare verso un solo Consorzio industriale nella Destra Tagliamento, ho difeso l’esistenza del Nip – sottolinea –.

Il Nip opera oltre le aree stabilite dalla normativa regionale (Maniago, Meduno, Montereale, Claut, Cimolais, Erto) attraverso la sottoscrizione di Convenzioni con altri 7 Comuni limitrofi sino a Budoia. «Auspico che questo possa portare alla definizione di un nuovo perimetro operativo per il Nip sino all’intero territorio della montagna e Pedemontana pordenonese». Il cda andrà a rinnovo ad aprile e Carli spera che «si continuino a scegliere persone con le migliori capacità e competenze. FMV

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I rifiuti abbandonati costano 6 mila euro

Un intervento di bonifica da rifiuti abbandonati, l’incremento delle telecamere di sicurezza sul territorio e una verifica catastale. Sono tre i fronti sui quali sta lavorando nelle ultime ore l’amministrazione comunale di Cimolais.

Il primo problema si è manifestato in un angolo appartato dove qualche incivile ha scaricato un’ingente quantità di ramaglie e scarti verdi.A causa delle intemperie il cumulo si è ingrossato di umidità e richiede ora l’intervento di una ditta specializzata. Costo dell’operazione: quasi seimila euro. In passato l’ente era dovuto scendere in campo per lo smaltimento di olii minerali, gettati all’interno di una cisterna per grassi alimentari, spendendo altri mille euro. Poi c’è la necessità di dotare il centro urbano di alcuni obiettivi elettronici per captare la presenza di malintenzionati e garantire maggiore serenità a residenti e visitatori.

In questo caso l’appalto si avvicina ai 50 mila euro di valore e è stato assegnato ad un’azienda specializzata del Veneto. Lo scopo dell’iniziativa è di prevenire furti e effrazioni.

Infine gli immobili pubblici costruiti a Pra de Cecio e che il municipio vuole riqualificare. Prima di partire con i progetti e i relativi cantieri è però necessario svolgere degli accertamenti tecnici. Di qui la nomina di un geometra, incaricato dal Comune di visionare carte e luoghi e di relazionare sulle eventuali criticità burocratiche. — FMV

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La befana degli alpini

Torna la tradizionale Befana degli Alpini 6 gennaio 2024 alle ore 16.00 presso la Sala polifunzionale

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Contributi ai sodalizi per oltre 18 mila euro

Il 2024 inizia con una pioggia di contributi per sette associazioni accreditate dal Comune di Cimolais: l’esecutivo Protti ha riconosciuto bonus a quelle sigle di volontariato che nel 2023 si sono contraddistinte sul territorio. In particolare, sono premiati gli sforzi per la valorizzazione di storia e cultura della valle e per l’organizzazione di eventi. In questo senso, alla Pro loco andranno ben 7 mila euro, mentre il Cai ne porterà a casa 3 mila.Fondi per 2 mila euro sono stati disposti a favore della società ciclistica di Fontanafredda, che ogni anno promuove una manifestazione in paese. Quindi, altri 6 mila euro saranno distribuiti tra donatori di sangue, alpini, polisportiva di Claut e sodalizio Intorn al larin. «Siamo grati a quanti dedicano il loro tempo per aiutare la comunità a crescere e a non dimenticare le proprie tradizioni», ha commentato il sindaco Davide Protti. — F. MV

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CERCASI MURETTI A SECCO A CIMOLAIS

Nell’ambito del progetto PIETRE PREZIOSE di Cipra STIAMO MAPPANDO I MURETTI A SECCO DI Comune di Cimolais se avete indicazioni da darci potete scriverle qui Grazie

Le pietre creano vita: il progetto PietrePreziose di CIPRAriporta alla coscienza elementi preziosi del paesaggio culturale alpino, come i cumuli di pietre o i muri a secco.

Fünf Personen stehen vor Steinhaufen in den Bergen, einer hält einen Stein in beiden Händen.

Pietra su pietra, lavorare insieme per la biodiversità: nella prima regione pilota, a Carnino, in Piemonte, tutti partecipano. È aperta la candidatura per altre regioni pilota. © Gabriele Cristiani

Per secoli spietramenti, muri a secco e cumuli di pietre hanno fatto parte del paesaggio rurale delle Alpi. Le pietre rinvenute con l’aratura venivano raccolte e ammucchiate in cumuli più o meno regolari o in muretti per delimitare i campi. A causa dell’intensificazione dell’agricoltura, della scarsa conoscenza del loro valore o perché percepite come disordinate, stanno progressivamente scomparendo dal paesaggio culturale. Eppure questi elementi di pietre accatastate, apparentemente senza vita, costituiscono un habitat prezioso per animali e piante che amano il calore. I cumuli di pietre danno un contributo importante alla biodiversità e sono uno dei modi più semplici per promuovere la natura anche nelle aree urbane. Proprio qui entra in azione il progetto PietrePreziose.

Dalla tutela del paesaggio all’arte

In sei regioni pilota dell’arco alpino, gli abitanti creeranno cumuli di pietre in siti selezionati, sotto la guida di personale specializzato. Nella prima regione pilota, Carnino, in Piemonte/I, attraverso la Cooperativa agricola “La volpe e il mirtillo” è stato coinvolto un gruppo di immigrati specializzato in lavori di agricoltura e silvicoltura. I giovani operai della cooperativa, coordinati dal personale del Parco naturale del Marguareis che li informa su temi quali la biodiversità, l’ecologia animale e vegetale e la gestione del paesaggio culturale, intervengono sui terreni dell’Associazione fondiaria locale per effettuare azioni di spietramento e ricostruzione di antichi accumuli di pietre. Al di fuori delle regioni pilota, giovani artiste e artisti concentrano la loro attenzione sulla biodiversità ospitata nei cumuli di sassi, in collaborazione con ricercatori che seguono l’evoluzione dei cumuli di sassi realizzati con il progetto.

Si cercano altre regioni pilota

Il progetto prosegue fino alla primavera del 2024. Le regioni, i comuni o le istituzioni interessate possono candidarsi qui per diventare una regione pilota. Scadenza: 15 giugno 2023. Il progetto è finanziato dalla Fondazione Carline e dalla Fondazione Binding.

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