Montagna i primi fondi tra un anno

Il Senato ha varato la nuova legge sulla montagna, con 200 milioni di euro del fondo (Fosmit) che l’accompagna. Ma per metterla a terra ora servono i decreti attuativi. Per dare incentivi al personale scolastico e a quello sanitario che scelgono di lavorare e vivere in montagna. Ma per vedere i decreti l’attesa potrebbe allungarsi fino a un anno. Anche di più.

I decreti attuativi stabiliranno anche quanto riceveranno direttamente le Regioni. L’anno scorso il Friuli Venezia Giulia ha incamerato 5 milioni e 305 mila. Il Veneto ha incamerato 9 milioni e 595 mila euro. Ma la nuova legge sulla montagna blinda 105 dei 200 milioni di euro per la sanità di montagna (40 milioni), la scuola (20), le giovani imprese, la casa, la natalità, l’agricoltura e le foreste. Alle Regioni, quindi, resterebbero, di risorse dirette, 105 milioni. Il Veneto potrebbe ricevere quindi 3,7 milioni e il Friuli Venezia Giulia 2,3, in base ai precedenti criteri di distribuzione. Ma a questi trasferimenti diretti si aggiungono appunto gli indiretti, sempre per la montagna, in cui si articola la nuova legge: sanità, scuola, imprese, natalità, infrastrutture digitali, forestazione, altri servizi ancora.

In Friuli e in Veneto ci si augura quindi di poter contare almeno sulle stesse somme dell’anno scorso: rispettivamente 5 e 10 milioni. E magari anche con un supplemento di risorse. L’Uncem, infatti, l’Unione delle Comunità e dei Comuni montani, ha già sollecitato il governo e il parlamento a recuperare altri 100 milioni. Non si sa ancora, però, quanti soldi nel dettaglio arriveranno per le varie voci indirette legate a scuola, sanità e altro: bisogna aspettare le future regolamentazioni. «Da 200 milioni di euro, introdotti dal precedente governo, si può salire anche attivando risorse dalle concessioni, idroelettriche, autostradali, delle attività estrattive» dice il presidente dell’Uncem, l’Unione delle Comunità e dei Comuni montani, Marco Bussone, «La montagna non vuole più regalare risorse». E, d’altra parte, la stessa legge sulla montagna chiama in causa la responsabilità della grandi concessionarie che operano sulle Terre alte. Venezia e Trieste, peraltro, hanno il compito di ridistribuire questi fondi ai Comuni montani. FMV

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