Recuperare il legno che si deposita nel lago di Barcis a causa degli eventi meteo avversi per utilizzarlo per finalità produttive, con l’obiettivo di mettere a disposizione nuove opportunità economiche per il territorio. Sono i contenuti dell’intervento presentato in municipio, reso possibile dalla sinergia tra Regione, Comune e Gea.
Sono intervenuti l’assessore regionale alle risorse agroalimentari, forestali e ittiche, Stefano Zannier, il consigliere regionale Lucia Buna, il presidente della Magnifica comunità di montagna Dolomiti friulane, Cavallo e Cansiglio, Dino Salatin, il sindaco Claudio Traina, il presidente di Gea, Gianfranco Marino, tecnici della società, tra cui Roberto Tomasini che ha curato la redazione del progetto sperimentale, e il Gruppo di azione locale Montagna leader.
La Regione ha concesso un finanziamento di 500 mila euro. Attualmente il lago di Barcis è vuoto per manutenzione e interventi straordinari. Recupero del legno: Zannier ha detto che «la sfida è mettere il prodotto nella disponibilità di soggetti che lo possono usare. Il progetto potrebbe dare sostegno a una comunità più ampia di quella di Barcis». «Si tratta – ha osservato Traina – di un progetto innovativo che cerca di contrastare l’abbandono delle nostre montagne». Marino ha evidenziato che è il risultato di «una bellissima forma di partecipazione di più enti». Il progetto «punta a rimuovere la grande quantità di legname trasportata dal torrente Cellina e accumulatasi nel lago in seguito ai sempre più frequenti eventi meteorologici avversi degli ultimi anni», ha spiegato Zannier.
Per la realizzazione del progetto (il Comune si basa anche su esperienze simili avviate nel lago di Iseo) si rende necessario allestire una chiatta e imbarcazioni con attrezzature necessarie per consentire di eseguire i lavori di recupero e stoccaggio del legname presente nell’invaso idroelettrico.
Attraversamento i fondi regionali «saranno consentiti – ha sottolineato Zannier – gli investimenti per l’acquisto di una piattaforma galleggiante dotata di braccio meccanico, draghe e attrezzature per la rimozione di tronchi e ramaglie al fine di un ripristino ambientale in sicurezza e consentendo la fruibilità del lago e della sua bellezza paesaggistica, oltre che a renderlo nuovamente utilizzabile per le attività turistiche in ogni stagione». Il materiale «potrà essere trasformato da rifiuto a risorsa e trovare un riutilizzo». Il recupero del legname «consente poi la riduzione dell’inquinamento, impedendo il rilascio di sostanze che possono alterare la qualità dell’acqua».
Il progetto punta anche a valorizzare l’ambiente. Verranno sperimentate, inoltre, nuove forme di collaborazione per la creazione di una filiera di economia circolare che possa anche generare posti di lavoro (per esempio attraverso una segheria di comunità per la produzione di materia prima e pannelli per l’industria del mobile della regione) nelle fasi di stoccaggio e trasformazione del materiale recuperato. Infine, si punta anche a rendere la zona attrattiva attraverso un connubio tra giovani e arte: si pensa a spazi, lungo le sponde del lago, per la “Land art” offrendo la possibilità a giovani artisti di lavorare e vivere nel territorio. —fmv