I lavori che in questi mesi interessano il bacino di Barcis, nella zona di Ponte Antoi, ci permettono di compiere un salto nel passato. Spieghiamoci meglio. Per permettere di eseguire le opere idrauliche il lago è stato prosciugato. Fino al termine del cantiere è solo il limpido
torrente Cellina che continua a scorrere tra le ghiaie e il fondo melmoso della bassura, normalmente occupata dall’acqua. Le immagini del lago vuoto ci riportano indietro nel tempo, quando le case di Barcis ancora non si specchiavano nel bacino che avrebbe fatto le fortune turistiche della località della Val Cellina.
Partiamo dal 1872, quando l’alpinista inglese Francis Fox Tuckett e i suoi compagni d’avventura scendevano dalla Val Caltea con l’intenzione di raggiungere Barcis. Scesi a valle, tra loro e l’abitato si frapponeva il letto del gagliardo Cellina: “Fra noi e il paese scorreva ampio e spumeggiante il vorticoso torrente Zellina, che rivaleggiava per la sua squisita limpidezza e le acque tinte di verde, azzurro e blue come quei deliziosi ruscelli del Salzgammergut e della Stiria”.
Una traballante passerella di legno permetteva a Tuckett e compagni di arrivare alle case
di Barcis senza guadare, braghe e scarponi alla mano, le fredde acque. L’Ottocento viveva
i suoi ultimi anni quando l’ingegnere Luigi Salice approntava un progetto di massima
per lo sfruttamento delle acque del Cellina. Nel 1900 si costituiva a Pordenone la Società
promotrice per l’utilizzazione delle forze idrauliche del torrente Cellina, che si avvaleva
di Aristide Zenari, ingegnere del Genio Civile e del collega Antonio Pitter, ingegnere
esperto per la parte elettrotecnica. La Società avviava il grande progetto destinato a
cambiare la storia ma soprattutto la vita degli abitanti della Val Cellina.
Il progetto era presentato al competente Ministero nel settembre 1940, quando il Secondo
Confitto Mondiale era già in corso, e quindi si dovette attendere la fne della guerra per
dare corpo all’idea. Un bacino/serbatoio prevedeva necessariamente uno sbarramento,
una diga insomma, e l’opera veniva costruita in zona Antoi su progetto dell’ingegnere
Carlo Semenza. Il resto appartiene a una cronaca relativamente recente. I lavori di scavo
iniziavano nel 1951 e nel 1954 il lago era inaugurato con il nome dell’ingegnere Napoleone Aprilis, all’epoca presidente Consorzio Cellina Meduna. Come è avvenuto per i
bacini di Redona, Selva e Ciul o Zul, solo per rimanere nelle nostre montagne, a Barcis
gli espropri di case e terreni generavano alcune perplessità, poiché si trattava di allagare
pascoli, stalle, mulini e ventiquattro case.