Riportiamo la testimonianza di Emanuele Nicoli sui riti cimoliani per i defunti
Volete dirci anche i Vostri riti dolomitici?
“Ricordo una preghiera che si faceva in occasione delle visite al cimitero: “Buon giorno riposanti vi saluto tutti quanti; eravate come noi diverremmo come voi a godere la gloria eterna del paradiso”.
Ricordo quando sono stati spostati i morti dal cimitero dove ora sorge l’ex Asilo al cimitero attuale: l’ultimo a essere stato spostato è stato quello di Tarcisio “de Polach”, poco prima mia nonna di Erto. Quando diseppellivano i morti mi sono trovato in cimitero diverse volte; c’era Tiziano “de Matrel” e altri operai del comune che li toglievano a mano; un giorno siamo passati di lì io e il nonno che eravamo andati a raccogliere “stradura” (fogliame) in Prada; il nonno mi ha detto “fermiamoci qui che vediamo chi stanno diseppellendo”; siamo entrati e stavano togliendo una persona vicino al monumento; d’un tratto il cranio inizia a muoversi: abbiamo preso uno spavento!! Era un topo vivo che si era intrufolato proprio nel teschio! un’altra volta con Piere “de Moros” mentre scavava è partita una suoneria; era una sveglia seppellita insieme al morto che involontariamente era stata toccata dalla pala ed aveva iniziato a suonare.
Le ossa dei morti sono state posizionate nel nuovo cimitero in parte nell’ossario in parte lungo il corridoio che porta all’ossario, ora pavimentato. Chi aveva la possibilità utilizzava una cassetta, gli altri gli avvolgevano in un lenzuolo. Mi ricordo che il nonno conosceva molto bene il luogo dove erano stati sepolti i suoi genitori e aveva messo in quel punto una croce di ferro battuto molto bella, appartenuta alla nonna, in modo da segnalare il luogo. Poi però è stato tutto pavimentato e si è perduta la memoria del posizionamento dei defunti lungo l’asse principale del cimitero.
Mi ricordo un altro episodio: quando hanno costruito la colonia “Salvatore”, negli anni ’60, hanno trovato molte ossa umane, posizionati per traverso; erano uomini molto grandi, il doppio del normale; le hanno portate via con i camion e seppellite sotto il campo sportivo, dove c’è la pineta. Non si è mai saputo a chi appartenessero e le circostanze in cui queste persone sono morte”
Nelle foto i due cimiteri di #Cimolais quello vecchio (presso l’ex asilo) e quello nuovo costruito negli anni ’50
descrizione e foto dal libretto “Riti di passaggio” realizzato dall’Associazione Intor al LArin – collana Ecomuseo Lis Aganis
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