Gestione dell’acqua pubblica «Disparità tra pianura e montagna». Cimolais il Comune con minori investimenti rispetto alle previsioni

L’unione tra Hydrogea (società del servizio idrico pordenonese) e Cafc (società udinese) rischia di aggravare il divario tra pianura e montagna, in termini di bollette pagate e di investimenti realizzati. Ad affermarlo è il consigliere regionale Andrea Carli (Pd), alla luce di un certosino confronto sulle tariffe dei diversi gestori presenti in regione.

«La scorsa settimana in Consiglio regionale è stata approvata una mozione che si pone l’obiettivo di ridurre la bolletta dell’acqua nei Comuni montani più disagiati – cosiddetti “di Fascia C” – a compensazione della difficile condizione di vita in montagna e soprattutto per riconoscere il ruolo imprescindibile svolto da chi vive in montagna nel preservare il territorio e l’acqua stessa. Se il principio generale della mozione ha visto un’approvazione unanime – analizza Carli –, alcuni elementi emersi durante la discussione mi hanno indotto ad approfondire il tema rivolgendomi direttamente ai sindaci della montagna pordenonese: per alcuni il tema del caro-bollette idriche risulta molto sensibile, mentre per altri non sembra rappresentare un aspetto particolarmente urgente. A fronte di tale divergenza ho deciso di confrontare le tariffe praticate da Hydrogea, Lta e Cafc. L’analisi, desunta da dati disponibili nei siti istituzionali dei gestori e di Ausir, ha confermato una notevole diversità tariffaria per le famiglie: in montagna molte utenze non hanno installato i contatori, per cui la bolletta viene calcolata non in base ai litri d’acqua consumata, bensì a forfait in proporzione al numero di componenti del nucleo familiare».

Carli evidenzia che Cafc applica le tariffe più alte per il solo servizio di acquedotto, con o senza contatore; Hydrogea ha le tariffe più alte soprattutto in caso di servizio completo (acquedotto,fognatura e depurazione); Lta applica nel 75% dei casi la tariffa più conveniente, mai la più costosa, dimostrando reale attenzione ai Comuni montani di fascia C, poiché adotta una doppia agevolazione: la prima è la tariffa ridotta su tutte le fasce di acquedotto, la seconda nel caso di utenti forfettari. È dunque evidente che sarebbe possibile già da anni riconoscere tariffe idriche agevolate ai territori più svantaggiati: c’è chi ha lo ha fatto applicando le agevolazioni e chi invece non ha tenuto conto della possibilità».

Il risultato, secondo il consigliere, è «una tutela disomogenea del territorio e una distribuzione non equa di oneri e vantaggi tra le comunità. Nello specifico della montagna pordenonese, potremmo dire che ValMeduna e ValColvera sono state tutelate dal loro gestore idrico, mentre ValCosa, Val d’Arzino e Valcellina sono state negli anni trattate peggio degli utenti di pianura. Quest’ultimo aspetto è ancora più singolare se teniamo conto che l’attuale situazione di fortissimo squilibrio finanziario di Hydrogea sembra legata al mantenimento di bollette troppo basse rispetto ai costi operativi: la sensazione è che si sia tenuto un occhio di riguardo al capoluogo – Pordenone è socio al 97% di Hydrogea – ma non alla montagna». Analoga di screpanza, evidenzia Carli, riguarda gli investimenti. — fmv

Come si vede dalla tabella sotto riportata Cimolais ha ottenuto da Hydrogea solo il 17% dei fondi programmati contro il 161% di Barcis; stanno sicuramente meglio anche Andreis con il 77% e Claut con il 58%

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