Il Campanile di Val Montanaja è senz’altro la vetta simbolo del parco delle Dolomiti Friulane. Questo ardito torrione, unico nel suo genere in quanto isolato e totalmente discosto dalle pareti, sorge in un meraviglioso catino dolomitico nella alta val Montanaja, circondato da una cornice di guglie. È una guglia di bellezza spettacolare e selvaggia, alta 300 metri e con una base di 60 metri. È frutto dell’erosione alpina, in particolare quella attuata dai grandi ghiaccia che ricoprivano e conferivano la forma attuale alle vallate principali.
Alpinisticamente molto famoso, noto anche come “l’urlo di pietra”. È stato scalato per la prima volta il 17 settembre 1902 dagli alpinisti austriaci Wolf von Glanvell e Karl von Saar; il 7 settembre 1902 i triestini Napoleone Cozzi e Alberto Zanutti avevano superato il tratto più difficile dell’ascensione (“fessura Cozzi” di V grado di difficoltà), ma non erano però riusciti ad intuire il percorso successivo per la vetta. Le due comitive si incontrarono a Cimolais dove i triestini, molto sportivamente, diedero indicazioni sul percorso effettuato che risultarono molto utili alla cordata austriaca.
Questa via di salita, considerata la “normale”, è ora un’arrampicata di media difficoltà ma che si svolge comunque su una parete molto esposta che ancora testimonia l’audacia dei primi salitori nel superare l’elegante passaggio chiave. Ora la salita è resa più sicura grazie a materiali, tecniche e preparazioni specifiche collaudate, ma non è assolutamente da sottovalutare. Il percorso più agevole per avvicinarsi ad ammirare il “Campanile” è attraverso la Val Cimoliana.
Tra il 9 agosto 1959 ed il settembre dello stesso anno gli alpinisti Plinio Toso “Orso” del Gruppo Rocciatori Gransi di Venezia ed il pordenonese Bepi Faggian aprirono una nuova e spettacolare via: La via degli strapiombi sul versante nord del campanile.
“Nel … 59 mi ritrovai dietro alla schiena due simpatici personaggi. L’uno di Murano: Plinio Toso, maestro vetraio e pescatore, l’altro, che non pesava più di 40 chili, era Bepi Faggian di Pordenone. Lavorarono per più giorni con staffe e chiodi ma toccarono il ballatoio con una via diretta al centro della parete nord” — Mauro Corona.
Attraverso la Val Cimoliana (accesso regolamentato nei mesi estivi), transitando per la Malga di pian Pagnon, si arriva dopo 14 km al rifugio Pordenone, che sorge “all’ombra” del Campanile di Val Montanaja, uno dei simboli dell’alpinismo internazionale; il rifugio è un punto di riferimento avanzato ed è dotato di camere, ristorante e sala per riunioni, visto che qui si svolgono anche corsi e incontri di studio di carattere teorico e pratico. Un esempio è il corso di alpinismo (un mese di teoria e pratica) che si svolge ogni anno. “La Cimoliana”, una gara podistica che si svolge ogni anno a luglio, offre la possibilità di ammirare le bellezze impervie di questa valle. I principali riferimenti alpinistici sono il Campanile di Val Montanaja (monolite di circa 300 metri che si erge nell’anfiteatro dei Monfalconi di Montanaja, scalato per la prima volta da austriaci nel 1902), il Monte Duranno, detto “piccolo Cervino” per l’evidente somiglianza con il celebre originale, e la Cima dei Preti. Le palestre di Roccia del Compol, composte da 5 falesie, e la molteplicità di percorsi, malghe e rifugi completano le esigenze di tutti gli appassionati escursionisti, che trovano molte aree attrezzate per il pic-nic. Nel 2009 la Val Montanaja e il suo campanile sono diventati patrimonio dell’Umanità, importante riconoscimento da parte dell’Organismo internazionale quale bene seriale “Dolomiti”. Nel 2011 è stato conferito anche il titolo di MERAVIGLIA ITALIANA