Continua a far discutere, la segnalazione dell’ex sindaco e guida naturalistica Italo Filippin: la briglia che dovrebbe scaricare l’acqua del lago di Erto e Casso nel torrente Cimoliana è inghiaiata fin quasi all’orlo. Così che il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Riccardo Riccardi, ha chiesto un interessamento urgente della governatrice Debora Serracchiani per risolvere un problema che pare decisamente complicato. Da anni, infatti, i fondali del bacino del Vajont si stanno intasando di pietrame. Nessuno però rimuove il materiale, complici anche gli alti costi dell’operazione a fronte di un mercato edilizio con prezzi in caduta libera. A questo punto, entra in gioco la sicurezza idraulica del sito, in quanto la galleria di by pass del Cimoliana serve a far defluire il cosiddetto “troppo pieno”: praticamente, un tappo da cui esce l’acqua in eccesso.
Vi è un’altra conduttura di scarico e si trova qualche chilometro più a valle, in direzione del Piave. Se si tappassero entrambe le condotte, il livello dell’invaso, ostruito dalla diga del Vajont e dalla frana del monte Toc, salirebbe senza sfogo. Secondo Riccardi, è ora di intervenire convocando un rapido tavolo di concertazione con Comune, Parco naturale delle Dolomiti friulane e il gestore dell’impianto. Del resto, la prima denuncia di degrado a causa dei troppi inerti risale al Duemila e porta la firma dello stesso Filippin, noto conoscitore delle montagne della zona. (f.fi.)