Appello sull’uso corretto delle ciaspole nel Parco

Anche le vallate pordenonesi non sono esenti da rischi come valanghe, infortuni in quota e cadute accidentali. Soprattutto quando i turisti si avventurano in escursioni improvvisate, senza le adeguate attrezzature. Per questo il Parco naturale delle Dolomiti friulane è sceso in campo, mettendo a disposizione dei visitatori i consigli dei propri esperti.

Nelle newsletter inviate in tutta Italia e anche all’estero viene dedicato ampio spazio agli avvisi su come si devono affrontare le vette locali senza incorrere in inutili pericoli. In particolare in queste settimane di fine inverno l’ente ambientale con sede a Cimolais si concentra sulle insidie della neve, fresca o consolidata che sia. La guida Omar Gubeila ha lanciato un appello sull’uso corretto di racchette e ciaspole, sempre più diffuse all’interno del perimetro protetto e anzi incentivate da specifici itinerari del Parco.

«Spesso si sottovalutano questi ausili ritenendo erroneamente che non possano provocare slavine – ha scritto il referente delle Dolomiti friulane –. Si tratta di strumenti di progressione che causano una notevole sollecitazione sul terreno. Quando si procede su percorsi non controllati è quindi necessario dotarsi di kit di sicurezza: pala, sonda e set di localizzazione per individuare il ferito sotto un’eventuale valanga. Ma prima di mettersi in cammino questi dispositivi vanno testati. Anche calzature e indumenti devono essere idonei per evitare che le ghette spingano la neve all’interno del piede, con rischi di congelamento nei casi più estremi». — FMV

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