Le mutazioni inarrestabili della vegetazione montana, conseguenza diretta del cambiamento climatico, hanno costituito il tema centrale dell’ultimo incontro della Dolomiti Mountain School, in attesa del prossimo evento a Forni di Sopra che proseguirà sullo stesso filo conduttore.
Francesco Boscutti, ricercatore in botanica ambientale e applicata all’Università di Udine, ha voluto gettare luce sulla gravità del fenomeno: “Le Alpi stanno cambiando colore. Le specie
di piante o si adattano, o migrano, o rischiano l’estinzione”.
Secondo Gianpaolo Carbonetto, coordinatore della Mountain School, la rapidità dei cambiamenti è ciò che preoccupa maggiormente. In passato, le modificazioni della flora erano impercettibili nell’arco di una vita umana, ma ora risultano evidenti, con vigneti e ulivi che crescono dove prima sarebbe stato impensabile.
La situazione è particolarmente drammatica nelle Dolomiti Friulane. “Non possiamo prevedere come apparirà il paesaggio ai nostri figli da adulti,” ha dichiarato Carbonetto, ribadendo che l’urgenza di capire, pianificare e ragionare non deve mai far dimenticare che la forza della Natura supera quella umana.
Il prossimo appuntamento della Dolomiti Mountain School sarà dedicato al modo in cui il cambiamento climatico incide sull’assetto idrogeologico. In programma il 21 e 22 settembre a Forni di Sopra, verranno affrontati i problemi legati all’assottigliarsi delle fonti d’acqua, sia per le alterazioni delle precipitazioni sia per le modifiche del suolo, con ripercussioni profonde sulla fauna e l’intero ecosistema montano
Carbonetto ha anticipato: “Cercheremo di approfondire le decisioni
che l’uomo può prendere di fronte a questi cambiamenti” (f. l’Aquila )