Il suo primo incarico fu a Erto nel movimentato luglio del 1963 quando già si vociferava di un imminente crollo della diga. La notte del successivo 9 ottobre si ritrovò a gestire una comunità impaurita e spogliata di tutto ma non tirò indietro.
Eer tutti era “il prete di Vajont” avendo contribuito a fondare il nuovo comune dopo esser sopravvissuto all’omonima tragedia: don Gastone Liut è mancato alla casa del clero di San Vito a poche settimane dal novantesimo compleanno.
Il suo primo incarico fu a Erto nel movimentato luglio del 1963 quando già si vociferava di un imminente crollo della diga. La notte del successivo 9 ottobre si ritrovò a gestire una comunità impaurita e spogliata di tutto ma non tirò indietro. Seguì gli sfollati a Claut e partecipò attivamente alla nascita del paese di Vajont, alle porte di Maniago. Qui è rimasto ininterrottamente fino alla morte, affrontando una situazione del tutto inedita.
Un sociologo lo ammonì che Vajont sarebbe stato un autentico esperimento sociale, con lo spostamento da un giorno all’altro di migliaia di persone in un contesto completamente diverso da quello originario. Aiutato da suo Leonia e suor Cecilia che gli sono rimaste accanto fino all’ultimo, don Gastone lavorò incessantemente contro la disgregazione della comunità e per la memoria storica di quanto successo. Il suo impegno è memorabile anche nella lotta contro l’alcolismo e le dipendenze avendo creato uno dei primi centri di ascolto dell’intero Friuli.
Non ultima l’intensa attività per la pastorale che ha avuto anche risonanza all’estero grazie all’amicizia con padre Jouan Bautista Cappellaro, uno dei fondatori del Movimento per un mondo migliore. Innumerevoli le attestazioni di cordoglio giunte ieri in paese e sui social. Don Liut era nato a Chions il 9 giugno del 1933. Era coetaneo e compagno di seminario di monsignor Angelo Santarossa, anche lui mancato poche settimane fa alla soglia dei 90 anni.