«Quando sono arrivata a Pordenone un anno e mezzo fa ho subito notato che la diffusione della droga costituiva un grave problema. Le operazioni di polizia condotte successivamente mi hanno confermato che il fenomeno ha dimensioni rilevanti e che l’età media dei ragazzi coinvolti è sempre più bassa. Ecco perché ho ritenuto necessario intervenire con misure in grado di contenere l’emergenza». Il prefetto Maria Rosaria Maiorino, forte della sua esperienza alla squadra narcotici della Questura di Cagliari, diretta per 12 anni, sa bene di cosa parla. Cresce il numero di adolescenti che fanno uso di sostanze supefacenti: si comincia a 13-14 anni, quando si frequentano ancora le scuole medie. Le famiglie, alle prese con il lavoro o con altri impegni, sono in molti casi latitanti. «Padri e madri magari fanno gli amici, i complici, i confessori – è stato messo in evidenza –, ma rinunciano al ruolo genitoriale e quando viene loro comunicato che il figlio fa uso di droghe vivono la situazione con vergogna». Lo spettro delle sostanze cui si ricorre è sempre più vasto e si registra un consistente ritorno dell’eroina, anche iniettata in vena, facendo ripensare a tristi immagini che rimandano agli anni Settanta-Ottanta. Un ruolo determinante nella prevenzione può essere svolto dal mondo della scuola, tanto è vero che, oltre ai costanti controlli delle forze di polizia negli istituti, sono stati promossi incontri con i dirigenti e con gli stessi alunni sull’educazione alla legalità. «È fondamentale che i docenti facciano attenzione ai segnali di disagio – ha osservato il prefetto – e li comunichino a chi ha le competenze per intervenire». Un esempio si è avuto proprio nell’ istituto superiore di Maniago, dove un’insegnante ha sorpreso uno studente a farsi uno spinello in classe e lo ha portato dal preside, che ha richiesto l’intervento dei carabinieri. (F mv)
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Ai matrimoni russi no se può ridhe
A proposet dela Russia , no la fenis mei da merevee , agn tale "piciole "circostanthe.Olga Saenko, responsabile de l'anagrafe dela region de Rostov , tale celebrathions matrimoniai a la proibì no nome da ridhe, fumé, beve, mangé , ma agn da entré con un gaban, con le scarpe sporscie ,o con un saino masa gros.Oltre a chiste esigenthe de " decoro " , alà proibì agn esclamathions , ciacole a ous alta, telefonadhe , schiantadhe o movese tala sala dela celebrathion.A chiste proibithions - che le dires begn a un funeral - la Saenko no la soporta né monadhe né menadhe in giro , al masimo la permet un soriso o una comothion se i vegn fath da cetuth , thentha piasei o alegrie .Al fato alé che la Saenko la veic i sposi e chi che i sta intorn posibili intrics par la tranquilité social. continua su Cè disto? | Cronache da Cimolais WebCam
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